Gio 15 Maggio, 2025
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Sydney Sweeney conferma che il remake di Barbarella è ancora in lavorazione

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Dopo mesi di silenzio, arriva una conferma attesa dai fan della fantascienza: il remake di Barbarella firmato Edgar Wright è ancora vivo e vegeto. Lo ha dichiarato Sydney Sweeney, protagonista e produttrice del progetto, in una nuova intervista concessa a ScreenRant. Anche se i dettagli sono ancora top secret, sembra che l’avventura spaziale sarà tutt’altro che convenzionale.

Un progetto ancora in fase di sviluppo e “molto divertente”

“Ero appena a Londra per discutere della storia e della sceneggiatura,” ha raccontato Sweeney. “Non posso dire troppo, ma si sta componendo in modo davvero divertente e in grande stile. È un processo lungo. Non credo che le persone si rendano conto di quanto possano essere lunghi certi progetti, ma ne varrà la pena.”

Le sue parole sono la prima vera conferma dello stato del film da quando, nel 2024, Edgar Wright è stato annunciato come regista. Il cineasta britannico, noto per Baby Driver, Scott Pilgrim vs. the World e Shaun of the Dead, sembra quindi pronto a reinterpretare una delle icone più bizzarre della fantascienza pop.

Un remake che promette di osare

L’originale Barbarella, uscito nel 1968 e tratto dal fumetto francese di Jean-Claude Forest, è un cult psichedelico che mescolava fantascienza, erotismo e surrealismo. La protagonista, interpretata allora da Jane Fonda, era un’eroina sexy e libera, inviata in missione per salvare uno scienziato disperso in un universo popolato da creature assurde e tecnologie stravaganti.

Il remake con Sydney Sweeney (reduce da successi come Euphoria e Anyone But You) si preannuncia come un aggiornamento visivo e narrativo di quel mondo estremo, anche se non sono stati ancora rivelati dettagli sulla trama né sul resto del cast.

Sweeney e Wright: agende piene, ma Barbarella c’è

Nel frattempo, Sweeney è impegnata su più fronti: sarà in Eden di Ron Howard (22 agosto 2025), nel thriller The Housemaid di Paul Feig (25 dicembre 2025) e nel biopic dedicato alla pugile Christy Martin.

Wright, invece, è attualmente in piena produzione del suo prossimo film, The Running Man, adattamento del romanzo di Stephen King, che vedrà Glen Powell protagonista e uscirà nelle sale il 7 novembre 2025.

Insomma, Barbarella non è sparita: è solo in incubazione. E, se il risultato sarà all’altezza del talento di Wright e dell’entusiasmo di Sweeney, potremmo assistere a un ritorno in grande stile di uno dei personaggi più fuori dagli schemi della fantascienza.

Spider-Noir: il teaser della serie Marvel con Nicolas Cage, su Prime Video nel 2026

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Durante l’evento upfront di lunedì, Amazon e MGM+ hanno finalmente svelato il primo teaser trailer dell’attesissima serie live-action Marvel Spider-Noir, con Nicolas Cage protagonista. Ambientata in una New York anni ’30 immersa nel bianco e nero, la serie promette un mix di azione pulp, noir investigativo e mitologia supereroistica.

Dopo il successo del personaggio nella saga animata Spider-Verse, Cage torna a interpretare una versione alternativa dell’Uomo Ragno in carne e ossa, questa volta con un taglio più adulto e disilluso.

Una New York cupa e decadente per un eroe tormentato

Secondo la sinossi ufficiale, Spider-Noir segue “un investigatore privato in declino nella New York degli anni ’30, costretto ad affrontare il proprio passato da supereroe, quando era l’unico giustiziere mascherato della città.” A quanto pare, però, il protagonista non sarà Peter Parker, ma Ben Reilly, reinterpretato in chiave noir.

Il tono del trailer è chiaro: atmosfere cupe, fotografia in bianco e nero e un ritmo che ricorda i classici noir hollywoodiani, ma con un tocco moderno. Non mancheranno le sequenze d’azione, promesse spettacolari, ma sempre filtrate attraverso lo sguardo di un eroe stanco e cinico.

La serie è firmata dagli showrunner Oren Uziel (Mortal Kombat) e Steve Lightfoot (The Punisher), mentre i primi due episodi sono diretti da Harry Bradbeer, già regista di Fleabag e Killing Eve. Alla produzione troviamo Phil Lord, Christopher Miller e Amy Pascal, garanzie di qualità per chi ha amato il multiverso ragnesco animato.

Ecco il teaser trailer di Spider-Noir:

Accanto a Nicolas Cage, nel cast ci saranno:

  • Lamorne Morris nel ruolo del giornalista Robbie Robertson

  • Brendan Gleeson, Abraham Popoola, Li Jun Li

  • Jack Huston, Lukas Haas, Cameron Britton e altri nomi ancora da annunciare

Quando esce Spider-Noir?

La serie è attualmente in produzione e uscirà su Prime Video nel corso del 2026, in esclusiva per gli abbonati Amazon. Non è ancora chiaro se il debutto sarà globale simultaneo o scaglionato per territori.

Con un’estetica d’autore, una narrazione matura e la presenza scenica di Nicolas Cage, Spider-Noir si prepara a offrire una lettura alternativa dell’universo Marvel, portando il mito dell’Uomo Ragno in un contesto del tutto nuovo, dove l’eroismo si intreccia con la disillusione.

Alien: Earth, Disney+ ha fissato la data di uscita al prossimo agosto

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La saga di Alien si espanderà per la prima volta sul piccolo schermo con la serie prequel Alien: Earth, in arrivo su Disney+ il 13 agosto 2025. Prodotta da FX e ideata da Noah Hawley (Fargo, Legion), la serie promette di portare l’orrore iconico della saga in un nuovo contesto futuristico, tra cyborg, ibridi e terrificanti creature aliene.

Ambientata due anni prima degli eventi del film originale del 1979, la serie è composta da otto episodi, con un debutto a doppio episodio e nuovi rilasci ogni martedì. A guidare il cast troviamo Sydney Chandler (Pistol, Don’t Worry Darling) nel ruolo della protagonista Wendy, un’ibrida dotata di coscienza umana. Accanto a lei un cast corale che include Alex Lawther, Timothy Olyphant, Essie Davis, Babou Ceesay, Samuel Blenkin, David Rysdahl, e molti altri.

Un futuro dominato da corporazioni e nuove forme di vita

Secondo la sinossi ufficiale, Alien: Earth è ambientata nell’anno 2120, in un mondo controllato da cinque megacorporazioni: Prodigy, Weyland-Yutani, Lynch, Dynamic e Threshold. In questa “Era delle Corporazioni”, cyborg e sintetici convivono con gli esseri umani. Ma tutto cambia quando Prodigy Corporation introduce una nuova forma di intelligenza artificiale: gli ibridi, robot umanoidi con coscienza umana.

Il primo prototipo, chiamato Wendy, segna l’inizio di una nuova era nella ricerca dell’immortalità. Ma quando una nave spaziale della Weyland-Yutani si schianta su Prodigy City, Wendy e gli altri ibridi si trovano a fronteggiare forme di vita sconosciute e spaventose. Creature che nessuno – nemmeno le corporazioni – aveva previsto.

Alien Earth

Cinque mostri e un nuovo Xenomorfo per il debutto televisivo

Noah Hawley, che dirige e produce la serie, ha confermato che Alien: Earth introdurrà cinque mostri, incluso un nuovo tipo di Xenomorfo appositamente pensato per il piccolo schermo. A supervisionare il progetto anche Ridley Scott, creatore del franchise, in qualità di produttore esecutivo.

L’universo di Alien è più vivo che mai: oltre a questa serie, sono in arrivo il film Alien: Romulus e nuove espansioni del crossover Alien vs. Predator, con il progetto Predator: Badlands già in fase di sviluppo.

Quando e dove vedere Alien: Earth

Alien: Earth sarà disponibile dal 13 agosto 2025 su Disney+ (fuori dagli Stati Uniti) e su Hulu (negli USA), con i primi due episodi disponibili al lancio e gli altri in uscita ogni martedì.

Netflix rimuove Bandersnatch dal suo catalogo, staccando la spina all’era dei contenuti interattivi

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Il 12 maggio 2025, Netflix ha rimosso definitivamente Black Mirror: Bandersnatch dal proprio catalogo. Insieme al film è sparito anche Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs. The Reverend. Con questa scelta, la piattaforma chiude ufficialmente il capitolo della narrazione interattiva che, solo qualche anno fa, sembrava destinato a rivoluzionare lo streaming.

Quando Bandersnatch arrivò nel 2018, si trattava di un esperimento ambizioso: un film autonomo ambientato nell’universo di Black Mirror, costruito come un vero e proprio choose-your-own-adventure. Lo spettatore guidava le scelte del protagonista – un giovane programmatore alle prese con un videogioco ispirato a un romanzo oscuro – in un racconto ricco di bivi, finali multipli e diramazioni narrative, per un totale di 312 minuti di contenuti. L’innovazione era evidente, e Netflix sembrava pronta a scommettere tutto su questo nuovo linguaggio.

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Dall’entusiasmo iniziale alla ritirata silenziosa di Bandersnatch e dei contenuti interattivi

All’epoca, Todd Yellin (allora VP of Product di Netflix) aveva promesso che l’azienda avrebbe “raddoppiato gli sforzi” su contenuti interattivi. E in effetti, nei mesi successivi, arrivarono altri esperimenti: episodi speciali di Carmen Sandiego, You vs. Wild, e appunto l’interattivo epilogo di Kimmy Schmidt. Ma già nel 2022 Yellin lasciava la compagnia, e l’interattività sembrava lentamente scomparire dal radar strategico.

Ora, un portavoce di Netflix ha confermato che la tecnologia usata per Bandersnatch è ormai “limitante”, e che l’attenzione si è spostata altrove. Dove? Nei videogiochi.

Dal film interattivo… al gioco giocabile

Il focus attuale della piattaforma è infatti sul gaming. L’interfaccia TV è stata aggiornata per includere titoli giocabili direttamente sullo schermo, come Too Hot to Handle 3 e Oxenfree. Anche questi titoli sono “interattivi”, ma appartengono a un altro mondo: quello videoludico, non cinematografico.

Il formato del film a bivi viene quindi archiviato e con esso se ne va anche un pezzo dell’immaginario costruito attorno alla “TV del futuro”.

Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs. The Reverend, uscito nel 2020, era stato presentato come il modo perfetto per concludere la serie. Ora, ironicamente, viene cancellato nello stesso silenzio con cui si spegne ogni sogno non realizzato.

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ASUS annuncia le nuove schede madri Crosshair X870E

Avete mai avuto l’impressione che la vostra scheda madre non stia facendo abbastanza? Tipo, che non stia spremendo fino all’ultimo clock il vostro Ryzen, o che non abbia abbastanza LED per illuminare l’intero quartiere?

State tranquilli, ASUS ha appena tirato fuori dal cilindro due mastini da guerra: ROG Crosshair X870E Extreme e ROG Crosshair X870E Apex. Due nomi lunghi quanto la lista dei desideri di un builder incallito, ma con un solo obiettivo: spingere il vostro PC oltre i limiti del buon senso.

Benvenuti nella repubblica degli overclock

Queste nuove arrivate si uniscono alla già nota Crosshair X870E Hero, andando a completare una trinità sacra per i fedeli del socket AM5, pronta a scatenarsi con le nuove CPU AMD Ryzen 9000 (ciao 9950X3D, ti stavamo aspettando).

Ma andiamo con ordine.

ROG Crosshair X870E Extreme : il boss finale delle motherboard

Se il vostro obiettivo è domare una CPU da 16 core mentre fai girare un LLM, streammi, editi video in 4K e nel frattempo giochi a Cyberpunk 2077 con tutto al massimo, la Extreme è la tua nuova compagna di battaglia.

  • 20+2+2 stadi di alimentazione, con dissipatori che sembrano usati anche dagli X-Men come scudo termico.
  • Pulsanti magici per smanettoni: ReTry, FlexKey, modalità LN2 e kit Extreme OC per chi vuole spingere tutto a 11.
  • Dynamic OC Switcher e Core Flex per decidere se boostare tutto o dosare la potenza.
  • AI Cache Boost: fino a +12,75% di performance con modelli AI? Sì, signore.
  • NitroPath DRAM Tech: la RAM vola.

Sul fronte connettività? C’è più banda qui che in una LAN party degli anni d’oro:

  • WiFi 7 con antenne ASUS Q, Ethernet 10Gb + 5Gb, PCIe 5.0 M.2, dissipatori tool-less ovunque.
  • M.2 Q-Release e Q-Latch: installare SSD non è mai stato così facile e sexy.

ROG Crosshair X870E Apex: l’arma segreta per i record

Se invece siete tra coloro che si svegliano pensando “oggi potrei battere un record di overclocking su HWBot”, la Apex fa al caso vostro.

Design super aggressivo, doppio slot DIMM per mantenere la RAM stabile anche a frequenze spaziali, dissipatori che sembrano usciti da una centrale nucleare.

  • VRM a 18+2+2 stadi, collegati da una heatpipe a L
  • Rivestimento posteriore in metallo: più rigida, più fresca, più bella.
  • Header ventole e pompe custom loop a go-go, con amperaggi generosi.
  • Memory Fan Kit incluso: sì, anche la RAM vuole aria fresca.

Apex vuol dire anche storage di livello Pro:

3 slot PCIe 5.0 M.2, più 2 PCIe 4.0 M.2 su scheda ROG DIMM.2, quattro SATA e due slot PCIe 5.0 x16 pronti per le GPU più affamate.

E naturalmente, anche qui: WiFi 7, LAN 5Gb, USB ultrarapide. Praticamente una navicella spaziale sotto forma di mainboard.

E se non bastasse…

Tutte queste schede madri si accompagnano al nuovo ASUS AI Advisor dentro l’app DriverHub: un vero compagno digitale che ti guida passo passo tra overclock, profili RAM, settaggi del BIOS e rituali oscuri del tuning hardware.

Il verdetto del builder nerd

Se volete assemblare una macchina da guerra AMD, ASUS ROG Crosshair X870E è il nome da scrivere sulla prossima lista della spesa.

Scegliete la Extreme se vpuntate la massimo in assoluto, o la Apex se la vostra passione è vivere pericolosamente con la RAM a 8000 MHz.

In entrambi i casi, siete ufficialmente pronti per dominare ogni benchmark.

Twisted-Wonderland: online il trailer dell’anime Disney con i cattivi che vanno a scuola di magia

Preparatevi a rivedere i vostri villain Disney preferiti sotto una luce completamente nuova: quella degli anime grazie al primo trailer di Twisted-Wonderland, l’attesissima serie ispirata all’omonimo gioco mobile.

Prodotto da Yumeta Company e Graphinica per Disney+, l’anime promette di conquistare chi è cresciuto con i Classici Disney ma, adesso, desidera un tocco di oscurità e drama in più.

Un Hogwarts per cattivi

La serie segue le vicende di Yuuken, protagonista del gioco e del manga, un ragazzo normale che viene invitato a frequentare il Night Raven College, un’accademia magica divisa in sette dormitori… ognuno ispirato a un villain Disney. Insomma, è Hogwarts incontra La regina cattiva, Ursula, Malefica, Jafar e compagnia bella.

Insomma, non ci sono eroi a fare da contraltare, qui i protagonisti sono i cattivi, solo che hanno un bell’aspetto, look gothic chic e poteri magici fuori scala.

I dormitori della scuola di magia per cattivi sono:

  • Heartslabyul (Regina di Cuori)
  • Savanaclaw (Scar)
  • Octavinelle (Ursula)
  • Scarabia (Jafar)
  • Pomefiore (Regina Cattiva)
  • Ignihyde (Ade)
  • Diasomnia (Malefica)

l teaser, visibile proprio qui di seguito, mostra poco ma quanto basta: character design pazzesco, atmosfere gotiche, e il ritorno del tema originale del gioco, reinterpretato da un’orchestra.

La rivincita dei villain

C’è tutto: lo sguardo misterioso sotto la pioggia, i duelli tra studenti, le vetrate colorate e i corridoi pieni di segreti. Il cuore di questa prima stagione sarà l’arco narrativo “Book of Heartslabyul”, ispirato alla Regina di Cuori e alla sua ossessione per le regole e il tè delle cinque (con annessi scontri magici, ovviamente).

A dirigere tutto c’è Takahiro Natori (Tokyo Mew Mew New) come chief director e Shin Katagai (The Ossan Newbie Adventurer) alla regia.

L’anime mette sul piatto un bel po’ di cose: magia, dramma scolastico, misteri da svelare, sguardi intensi, villain con più carisma di tanti altri personaggi anime.

Twisted-Wonderland arriva in autunno su Disney Plus

Twisted-Wonderland rappresenta una svolta geniale nel rapporto tra Disney e il mondo otaku: è l’equivalente animato di dire “forse i cattivi avevano ragione, ma probabilmente all’epoca eravamo troppo piccoli e ingenui per capirlo”. Con il gioco che in Giappone è già un cult e una fanbase affiatatissima online, l’anime promette di diventare una vera chicca da appassionati per chi è cresciuto con i Classici Disney.

L’anime che debutterà su Disney Plus a ottobre 2025, con la Casa di Topolino che ha già confermato tre stagioni, una mossa che dimostra quanto credano nel progetto, e quanto vogliano spingere l’acceleratore su contenuti anime pensati per un pubblico più adulto.

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Nintendo ora può brickare la vostra console se usate mod o emulatori: arriva il nuovo EULA

Nintendo ha deciso di alzare il livello dello scontro, e stavolta non parliamo di boss finali overpowered, ma della nuova clausola nel suo contratto EULA (End User License Agreement), in cui si riserva il diritto di rendere “permanentemente inutilizzabili” console e account in caso di pirateria o modifiche non autorizzate. In soldoni: se smanettate troppo con la vostra Switch, Nintendo potrebbe letteralmente disattivarla da remoto.

Anche se tutto ciò potrebbe sembrare fantascienza distopica, sappiate che invece è ormai tutto nero su bianco.

In realtà, non è la prima volta che la Grande N si scaglia contro chi osa manipolare, anche indirettamente, i propri prodotti. Solo che questa volta, invece delle solite denunce ai siti di ROM o ai produttori di modchip, Nintendo punta dritto all’utente finale. A te. A me. A chiunque stia pensando di emulare un gioco o moddare la propria console per far girare, che ne so, Metroid Prime a 60 fps.

Cosa dice davvero il nuovo EULA di Nintendo?

Nell’ultima versione del contratto, quella cosa che nessuno si prende mai la briga di leggere fino in fondo ma che accettiamo passivamente, Nintendo avverte che potrà rendere “inutilizzabili in tutto o in parte” console e account Nintendo Online in seguito a:

  • modifiche all’hardware o al software della console;
  • utilizzo o distribuzione di ROM;
  • reverse engineering sui software Nintendo;
  • utilizzo di software non autorizzati, emulatori inclusi.

In pratica, qualsiasi tipo di uso “non previsto” della console può attivare questa condanna definitiva. Quindi, se utilizzate emulatori, installate programmi homebrew oppure estraete una ROM per backup: Nintendo potrebbe decidere che la vostra console non merita più di esistere.

Ma il colosso nipponico può farlo davvero? Tecnicamente sì. Nintendo infatti ha il potere di:

  • bannare il vostro account dal Nintendo Network, tagliandovi fuori da giochi online, eShop, salvataggi cloud e update;
  • bloccare la vostra console a livello di firmware, rendendola un costoso fermacarte elettronico.

Perché proprio ora? C’entra qualcosa il lancio di Switch 2?

Con Switch 2 in arrivo, Nintendo ha tutto l’interesse a proteggere il suo nuovo ecosistema hardware/software fin dal lancio. Con la recente esplosione di emulatori stabili e super-performanti e modder sempre più attivi, la compagnia sembra voler mandare un messaggio forte e chiaro: “Non provateci nemmeno.”

Nel 2024 Nintendo ha già fatto causa agli sviluppatori dell’emulatore Yuzu, ottenendone il ritiro lampo e 2,4 milioni di dollari in danni. E pochi mesi fa, in Giappone, un fan è stato arrestato per aver venduto salvataggi modificati di Pokémon Sole. Non so se avete capito bene… è stato arrestato, per un salvataggio.

Nintendo Switch 2

Il rischio vale la candela?

Se siete semplici nostalgico che vogliono provare qualche vecchio titolo o approfittare di un salvataggio che vi faciliti qualcosa, allora è meglio non rischiare.

Con la minaccia di perdere accesso a tutto (giochi, salvataggi, console) sarebbe da veri stupidi osare. Un ban o un brick equivalgono a centinaia di euro buttati.

Modding ed emulazione restano aree grigie in molti paesi, ma Nintendo non ci vede grigio: vede rosso, e lo fa valere a colpi di ban, avvocati e blocchi hardware.

Morale della favola?

In attesa di informarci ancora meglio sull’argomento ricordiamo che Nintendo è Nintendo: è una fucina di sogni e divertimento, ma usa il pugno di ferro quando si tratta di interessi, e con il nuovo EULA il ferro è ancora più duro.

Se vi piace smanettare, magari lasciate stare la Nintendo Switch, e optate per il vecchio 3DS o un emulatore su PC. Non è solo questione di legalità, è questione di… sopravvivenza elettronica.

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GTA 6: il rinvio al 2026 sta creando caos nell’industria videoludica

Quando Rockstar Games ha annunciato il rinvio di GTA 6 al 26 maggio 2026, abbiamo subito capito che non si trattava di una semplice modifica di calendario. L’intero settore videoludico si è trovato a fare i conti con quella che, a tutti gli effetti, è una scossa sismica di portata globale. A rivelarlo è un nuovo report di Bloomberg firmato da Jason Schreier, che mostra come publisher e studi stiano navigando nell’incertezza cercando di non finire schiacciati dalla potenza del colosso Rockstar.

Finora si parlava di un’uscita alla fine del 2025 ma, ora che il nuovo capitolo di Grand Theft Auto è stato spostato a maggio dell’anno successivo, si è creato un effetto domino: ritardi interni, piani marketing stravolti, date di uscita da ripensare. Il motivo è semplice: nessuno vuole lanciare un titolo importante a ridosso del lancio di uno dei giochi più attesi (e redditizi) di sempre.

Tra chi spera in un nuovo rinvio… e chi lo teme

Secondo quanto emerso, alcuni team di sviluppo avevano già deliberatamente spostato il proprio gioco dalla finestra autunnale del 2025 a quella primaverile del 2026, proprio per evitare il confronto diretto con GTA 6. Il problema? Ora si trovano comunque troppo vicini alla nuova data, e una nuova posticipazione sarebbe costosa, rischiosa e difficilmente sostenibile economicamente.

Dall’altro lato ci sono team che sperano che Rockstar rallenti ancora. Un rinvio ulteriore potrebbe infatti offrire una chance per ottenere più tempo di sviluppo e l’opportunità di spostare l’uscita al 2027 senza il peso di giustificazioni pubbliche.

Il caso Battlefield e la strategia delle grandi compagnie

Uno dei pochi casi concreti già noti riguarda il prossimo Battlefield di EA, che ora punta a uscire prima di marzo 2026, proprio per evitare il confronto diretto con GTA 6. Il CEO dell’azienda ha dichiarato agli investitori che “la finestra è ora più libera di prima”, segnale di quanto anche le multinazionali stiano agendo con cautela.

A tutto questo si aggiunge l’incognita dell’online mode di GTA 6, che potrebbe arrivare settimane dopo il lancio, come accaduto nel 2013 con GTA Online. Per chi lavora a un gioco multiplayer, il rischio è doppio: evitare il lancio principale ma trovarsi comunque a competere con l’online di Rockstar poco dopo.

Insomma, l’annuncio di una sola data ha costretto l’intero settore a rimettere mano alle roadmap. E finché non sarà chiaro se quella data sarà davvero definitiva, l’incertezza continuerà a dominare le scelte strategiche di molti.

Umataka trionfa ai Golden Box Awards: è il gioco dell’anno in Giappone

Il mondo del gioco da tavolo giapponese ha il suo nuovo campione: si chiama Umataka ed è stato eletto gioco dell’anno ai Golden Box Awards, il premio più ambito dell’industria ludica nipponica. Un riconoscimento importante, deciso direttamente dagli addetti ai lavori del settore, che ogni anno celebrano le eccellenze del game design nazionale con un evento ispirato agli Oscar americani.

Creato dai designer Mukai e Napopora, Umataka ci porta indietro nel tempo fino al periodo neolitico Jomon, in una ricostruzione ludica che unisce strategia, atmosfera storica e meccaniche profonde di piazzamento lavoratori. In questo gioco, ambientato nell’attuale prefettura di Niigata, i giocatori competono usando meeple di lavoratori… e anche di cani! L’obiettivo? Cacciare, raccogliere giada, cucinare e soprattutto produrre la caratteristica ceramica fiammeggiante per cui la zona è famosa. Una formula che ha convinto giuria e pubblico.

Un omaggio alla storia giapponese

Pubblicato da Dotakusha, casa editrice specializzata in giochi tematici legati alla storia locale, Umataka è riuscito a imporsi grazie alla sua coerenza narrativa e alla cura maniacale dei dettagli. Ma non è stato l’unico protagonista della serata.

Il premio per il Miglior Game Design è andato a Merchants of the Bazaar, un frenetico gioco di contrattazioni in tempo reale per sei o sette giocatori, ideato da Party Taro e pubblicato da Megalomaniac Games. I partecipanti si dividono in mercanti e commercianti, scambiando carte in cerca del punteggio più alto, in un’esperienza che ha saputo distinguersi per originalità e ritmo.

Produzione, arte e manuali: premi per ogni aspetto

A conquistare il premio per la Migliore Produzione ci ha pensato Mr Diamond, nella versione realizzata da Hanayama. Il gioco, una sfida di memoria ambientata su una plancia ricca di diamanti – veri e fasulli – ha superato rivali del calibro di Slay the Spire: The Board Game e Rensaw Bingo.

Quest’ultimo ha comunque brillato nella categoria Miglior Design Grafico, grazie al lavoro dello studio iD Creative. Il premio per la Migliore Direzione Artistica è andato invece a Not for Me, illustrato da hoteltokyo per Lake in the Games. Infine, Bistro Cosmopolite si è aggiudicato il riconoscimento per il Miglior Regolamento, tradotto con meticolosa precisione da Yui Nakamura.

Tutti i vincitori hanno ricevuto in premio una scatola dorata a forma di gioco da tavolo, simbolo di eccellenza nel settore. Un’iniziativa che, giunta solo alla terza edizione, si conferma già un punto fermo per la valorizzazione del talento ludico giapponese.

Fallout: la serie potrebbe durare fino alla stagione 6

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Il futuro della serie Fallout sembra molto più ampio di quanto ci aspettassimo. Durante un panel al Comic Con di Liverpool, l’attore Aaron Moten, interprete del carismatico Maximus, ha svelato un dettaglio interessante che fa ben sperare i fan: lo show, sin dall’inizio, è stato pensato per durare fino a cinque o sei stagioni.

Le sue parole, riportate da un utente Reddit presente all’evento, sono chiare: “Quando ho firmato per partecipare alla serie, mi hanno mostrato il punto di partenza e il punto di arrivo. E quel punto d’arrivo non è mai cambiato. Ma parliamo di una conclusione da stagione 5 o 6. Abbiamo sempre saputo che ci saremmo presi il tempo necessario per sviluppare bene i personaggi”.

Una visione a lungo termine per il mondo post-apocalittico

Sapere che gli autori hanno una visione già tracciata fino alla sesta stagione ci permette di guardare con più fiducia al futuro della serie. Certo, nel mondo delle serie TV le cose possono cambiare in fretta. Calo di ascolti, costi troppo alti o modifiche nella strategia di distribuzione possono accelerare la conclusione o, al contrario, estendere un progetto oltre le previsioni iniziali. Tuttavia, nel caso di Fallout, i segnali sono decisamente positivi.

La prima stagione ha debuttato nella primavera del 2024 con un impatto enorme: oltre 100 milioni di visualizzazioni in appena cinque mesi, un traguardo che poche produzioni riescono a raggiungere. A questo si aggiungono numerosi riconoscimenti, incluso il premio come Miglior serie televisiva di fantascienza ai Saturn Awards.

fallout serie TV prime video

Il successo della serie spinge anche i videogiochi

L’influenza dello show è andata ben oltre lo schermo: titoli come Fallout 4, pur usciti anni fa, hanno registrato un’impennata di vendite grazie al rinnovato interesse suscitato dalla serie. È un effetto domino che dimostra la potenza del brand e quanto il pubblico abbia ancora fame di storie ambientate nel suo mondo post-apocalittico.

Le riprese della seconda stagione si sono da poco concluse, e ora ci troviamo nella fase di post-produzione. Amazon non ha ancora annunciato una data ufficiale di uscita, ma se seguirà lo stesso schema della prima stagione, potremmo aspettarci il ritorno nel corso della primavera 2026. E se davvero arriveremo fino alla stagione 6 con cadenza biennale, la conclusione della serie potrebbe spingersi fino al 2034.

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Come Pokémon ma più dark: ecco The All-Devouring Whale Homecoming, il donghua che sta facendo impazzire il web

Se siete cresciuti a pane e Pikachu, sapete benissimo che scegliere il vostro primo Pokémon è un momento sacro, perché da lì in avanti si formerà un legame indissolubile e basato sull’eterna fiducia reciproca.

Ma cosa accadrebbe se il vostro amato Pokémon, quello con il quale siete praticamente un tutt’uno come Ash e Pikachu, vi tradisse?

Bene, non stiamo parlando di uno spin-off dark di Pokémon (anche se potrebbe esserlo), ma di The All-Devouring Whale: Homecoming, un nuovo donghua che sta conquistando i fan a livello globale, e anche qualche allenatore nostalgico in cerca di nuove emozioni.

L’anime cinese non solo ricorda Pokémon nei temi, ma aggiunge un tocco di dramma esistenziale, tradimenti improvvisi e reincarnazioni.

Quando tutto era più semplice e i mostriciattoli non mangiavano gli allenatori

Dal 1996, Pokémon ci ha insegnato che i nostri compagni di viaggio combattono al nostro fianco, crescono con noi, e se li trattiamo bene, ci ripagheranno con eterna lealtà. Nella serie classica, Ash e Pikachu sono l’esempio perfetto di amicizia e fiducia.

A ribaltare completamente tutta questa “favola” ci pensa dunque questa nuova serie prodotta da Bilibili e Big Firebird Culture.

Il donghua segue Fan Lingxiao, maestro / allenatore di spiriti animali (chiamati spirit pets) in un mondo che unisce battaglie elementali, crescita spirituale e drammi degni di un K-drama. Il suo compagno di lunga data è Kun, un pesce gatto evolutosi in una megabalena magica.

Tutto procede a gonfie vele finché, nel bel mezzo di una battaglia, Kun impazzisce, si trasforma in una creatura malvagiaa e… divora Fan Lingxiao. Cioè, letteralmente se lo mangia. Fine della storia? Macché, è solo l’inizio.

Un anno dopo, Fan si risveglia nel corpo di un altro maestro e scopre che il mondo è cambiato: la sua antica setta è in rovina, Kun è scomparso, e gli spiriti simili a lui sono stati quasi tutti sterminati.

Perché i fan di Pokémon stanno adorando The All-Devouring Whale: Homecoming?

The All-Devouring Whale: Homecoming è come Pokémon, ma con le emozioni a mille e le lacrime dietro ogni angolo. C’è la scelta dello spirito iniziale, l’evoluzione, le battaglie strategiche, ma anche tanto altro come:

  • tradimenti improvvisi;
  • reincarnazioni a sorpresa;
  • un worldbuilding maturo, tra clan, scuole spirituali e giochi di potere.

Inoltre, c’è la parte cool di un protagonista che deve ricominciare da zero, con un nuovo spirito Kun versione “baby”, in cerca di redenzione e risposte.

A tutto ciò aggiungiamoci un’animazione mozzafiato con battaglie sono fluide, colori brillanti e scene d’azione da brividi, Insomma, roba che certi episodi filler di Pokémon si sognano.

L’evoluzione narrativa di Pokémon?

Vale davvero la pena interessarsi a The All-Devouring Whale: Homecoming? Assolutamente sì, soprattutto se siete cresciuto con i Pokémon ma adesso cercate qualcosa di più intenso, più narrativo, più adulto.

Questo anime è uno di quei rari esempi in cui l’omaggio diventa qualcosa di nuovo e affascinante, capace di parlare a una generazione intera cresciuta con Game Boy in mano e ora è pronta per storie più complesse.

Non è solo un’alternativa a Pokémon: The All-Devouring Whale Homecoming è una sua evoluzione narrativa.

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Sentry è davvero più forte di tutti gli Avengers messi insieme? Forse sì, ed è un grosso problema

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Da quando Thunderbolts* (o se preferite The New Avengers) è approdato nei cinema, i fan Marvel si stanno facendo una domanda piuttosto importante (e anche un po’ inquietante): Sentry è davvero più forte di tutti gli Avengers messi insieme?

Una’affermazione del genere sembra uscita direttamente dal settore marketing del film di Jake Schreier, invece viene pronunciata da Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), una che non è proprio nota per dire sempre la verità.

Tuttavia, e qui arriva il twist da cinecomic, stavolta potrebbe essere sincera quando ha afferma che il nuovo supereroe ha la forza di “un milione di soli che esplodono”. Anzi, dopo aver visto Thunderbolts*, potremmo dire che Valentina forse ha addirittura minimizzato.

Robert Bob Reynolds sentry thunderbolts

Una bomba nucleare con crisi esistenziali

Ma chi è Sentry? Robert “Bob” Reynolds è il classico personaggio Marvel con poteri illimitato e stabilità mentale limitatissima. In Thunderbolts* viene presentato come il risultato di esperimenti governativi poco etici e molto illegali. Unico sopravvissuto tra innumerevoli “cavie”, il docile, fragile e irrequieto Bob è stato trasformato in una creatura apparentemente onnipotente.

Parliamo di uno che:

  • si prende pugni in faccia da super-soldati senza battere ciglio;
  • lancia le persone come frisbee durante una tempesta;
  • si muove così velocemente che sembra quasi teleportarsi;
  • ferma proiettili con la forza della mente e sposta oggetti enormi senza sforzo;

In aggiunta a tutto ciò, possiede un alter ego malvagio, una personalità alternativa chiamata Void che può letteralmente spedire chiunque in una dimensione dell’orrore fatta di incubi e traumi personali.

Insomma, è come se Thor, Scarlet Witch, il Professor X e il Demogorgone di Stranger Things, uniti a un’abbondante manciata di problemi esistenziali e depressione  fossero finiti in un frullatore.

Allora Sentry è davvero più forte degli Avengers? Tecnicamente sì. Praticamente… dipende

Il film ci mostra che Sentry ha un potenziale distruttivo che nessun altro eroe MCU ha mai mostrato. Nemmeno Wanda sotto stress, né Hulk in modalità “scassatutto”.

Ma qui arriva il punto: Bob è molto instabile, e l’uso dei suoi poteri rischia sempre di far emergere Void, che non è semplicemente un “cattivo interiore”, ma un’entità a sé stante, un’ombra cosmica che vuole annientare tutto.

Ecco perché, anche se Sentry potrebbe battere da solo tutti gli Avengers in un match all’ultimo sangue, non può essere davvero “usato” come un supereroe normale. È un’arma di distruzione di massa con le ansie di un millennial e l’oscurità di un film di Ari Aster. Mica pizza e fichi!

Quindi? Chi vincerebbe tra Sentry e gli Avengers?

Risposta breve: Sentry vincerebbe, ma a caro prezzo.

Risposta nerd: Sentry ha tutti i numeri per essere l’essere più potente dell’MCU. Ma come i fumetti ci insegnano da anni, il suo più grande nemico è sé stesso. È un dettaglio non di poco conto che, se da un lato rende il personaggio molto affascinante, dall’altro lo delinea come tragicamente incompatibile come “nuovo leader” o salvatore del mondo.

Per ora, Sentry resta una carta da giocare solo quando i portali si aprono sopra New York. O quando il marketing Marvel ha bisogno di una nuova mina vagante da mettere sui poster.