Kamen Rider: i supereroi motociclisti giapponesi

Sei un fan dei Tokusatsu, i live action nipponici con effetti speciali oltre ogni limite pieni di eroi in tutine spandex super attillate e mecha? Allora avrai sicuramente sentito parlare si uno tra i franchise supereoristici più iconici del Giappone: Kamen Rider.

Scopriamo il franchise Kamen Rider, la serie cult giapponese icona del genere Tokusatsu, che arriva in Occidente

La Toei Company, la casa di distribuzione di questo particolare franchise, ha recentemente rivelato di aver raggiunto un importante accordo di licenza con Shout Factory per portare la saga dei Kamen Rider in America.

Un passo avanti per gli show nipponici che getta le basi per un’espansione di un franchise inedito in occidente grazie a un nuovo canale tematico chiamato TokuSHOUTsu, che porterà per la prima volta nel mondo dello streaming online le popolari serie giapponesi tokusatsu come appunto Kamen Rider e Ultraman.

Origine e storia di Kamen Rider

“Kamen Rider” significa semplicemente “Motociclista Mascherato“, con il supereroe dall’aspetto di una cavalletta (il cui casco ricorda il muso dell’insetto) che guida una moto e che combatte contro mostri umanoidi definiti Kaijin. La maschera da insetto è un simbolo della natura che si ribella contro gli abusi dell’uomo e lo strapotere della tecnologia.

La prima serie live action, formata da 98 episodi, è stata creata dal mangaka Shotaro Ishinomori (Cyborg 009, Hela Supergirl, Ryu il ragazzo delle caverne, Chobin il principe stellare) e dal produttore Toru Hirayama nel 1971, adattando il design del protagonista del manga Skull Man ai personaggi di Kamen Rider.

Il protagonista del live action è Takeshi Hongo (interpretato da Hiroshi Fujioka), che è stato rapito dall’organizazione terroristica “Shocker” per essere trasformato in un cyborg. Grazie all’aiuto del professor Midorikawa, riesce a guadagnare la libertà e ad assumere l’identità dell’eroe che combatte contro la Shocker in sella alla sua moto, Cyclone. La trasformazione in Kamen Rider si attiva tramite un pulsante posto sulla cintura e al grido della parola giapponese “HENSHIN” (che significa “trasformazione”), che è presto diventata iconica per tutto il franchise e non solo.

Come tutti sappiano, questo tipo di show si basa anche su effetti speciali e mosse straordinarie. Il calcio volante, o meglio detto Rider Kick, è la mossa finale che il protagonista usa per dare il colpo di grazie ai nemici. Il franchise, e tutte le produzioni Tokusatsu, avevano in attori atletici e che padroneggiavano le arti marziali, il loro punto di forza. Gli attori però, come sappiamo, non hanno super poteri e non sono indistruttibili come i protagonisti tant’è vero che durante le riprese del decimo episodio della prima stagione dello show, Fujioka si ruppe entrambe le gambe dopo essere caduto dalla moto.

Per non interrompere la produzione, fu inserito un secondo Rider, chiamato semplicemente Kamen Rider 2, Hayato Ichimonji, interpretato da Takeshi Sasaki. Con lo stesso background del primo protagonista, Kamen Rider 2 è infatti diventato l’eroe principale per gran parte della prima stagione, per intenderci dalla 14esima alla 52esima puntata.

Il Kamen Rider “titolare” di Hongo ritornò solamente nella 53esima puntata, ma come co-protagonista: infatti non sostituì Sasaki, ma entrambi combatterono fianco a fianco facendo pensare che più persone potessero avere gli stessi superpoteri.

Il successo di Kamen Rider portò a svariate produzioni successive. Nel corso degli anni ’70 furno prodotte e trasmesse quattro nuove serie: Kamen Rider V3, Kamen Rider X, Kamen Rider Amazon e Kamen Rider Stronger che introdussero nuovi eroi e nuovi nemici senza tralasciare elementi ricorrenti della serie, come il mentore Tobei Tachibana.

Verso la fine degli anni ’70 le serie TV dei Rider divennero meno regolari e si interruppero per ben quattro anni dopo Kamen Rider Stronger. Successivamente, ad arricchire il franchise, arrivano infatti due nuove serie: The New Kamen Rider e Kamen Rider Super-1, con la saga che poi sparì dagli schermi.

Un manga di Ishinomori, Kamen Rider ZX, fece seguito a uno speciale televisivo nel 1984 che riuniva il protagonista ai nove precedenti Riders. Sfortunatamente i telespettatori dovettero aspettare ancora 3 anni per una nuova serie, Kamen Rider Black e il suo sequel Kamen Rider Black RX. Tuttavia queste produzioni rappresentarono delle serie a sé in quanto non avevano nessun riferimento con le serie precedenti.

Sebbene si tentò in vari modi di riportare in auge il franchise Tokusatsu con i film Shin Kamen Rider, Kamen Rider ZO e Kamen Rider J, per quasi gli anni ’90 tutto rimase fermo.

Solo all’inizio del 2000 il fuoco si riaccese con KR Kuuga che divenne una serie annuale su TV Asahi, come la sua controparte Super Sentai, portando ogni anno un nuovo Rider al debutto e, soprattutto, nuovi stratagemmi per aumentare le vendite di giocattoli del franchise, come le riproduzioni delle cinture e delle armi del protagonista.

Quali solo le differenze tra le serie Rider e il genere Super Sentai?

Beh partiamo dalle due più ovvie: le due tipologie di franchise (create entrambe da Shotaro Ishinomori e che hanno condiviso quasi due decenni la programmazione televisiva in Giappone) sono caratterizzate da approcci ed elementi narrativi diversi. Mentre Kamen Rider si concentra su un eroe e i suoi alleati, le serie Super Sentai (letteralmente “Super squadre da combattimento”) sono un sottogenere delle serie Tokusatsu che vedono protagoniste squadre multicolori (come i Power Ranger), solitamente formate da 5 eroi ,che lottano contro forze extraterrestri o demoniache.

Si deve fare un’ulteriore distinzione tra le serie pre-2000 e post-2000. Infatti, le serie Rider moderne (post-2000) puntano su un pubblico pre-adolescenziale, mentre gli show Super Sentai hanno come target bambini più piccoli. Le serie Kamen precedenti al 2000 si rivolgevano, invece, a un audience più ampio che coinvolgeva gli adolescenti e le loro famiglie, trattando temi più maturi.

Le serie Super Sentai hanno una struttura a puntate molto rigida che consiste nel solito “mostro della settimana”, nell’evoluzione dei personaggi e negli intrecci di linee narrative intervallati dai combattimenti dei protagonisti contro i mostri. Il lavoro di squadra e l’unità di intenti fra i protagonisti tipiche del genere Super Sentai, non hanno riscontro nel franchise con i Rider, in quanto le ideologie e i propositi dei diversi Rider possono concordare o essere in conflitto tra loro da uno show all’altro.

Questo discorso vale anche per gli antagonisti, i quali possono attingere i loro poteri oscuri dalla stessa fonte (o qualcosa di simile) che li elargisce agli eroi. Ciò ha una valenza significativa e molto più profonda (tipicamente asiatica) rispetto alla distinzione netta tra bene e male che ritroviamo nel genere Super Sentai.

Tuttavia, comunque, entrambi i franchise rientrano nella categoria degli show per bambini e ragazzi per cui, nonostante i temi trattati siano alcune volte maturi, non aspettatevi storie crude alla “The Boys“.

Come guardare la serie

A differenza delle serie Super Sentai, che ispirarono Haim Saban nella creazione dei Power Ranger (facendo conoscere questo genere in occidente), le serie TV dei vari Rider non sono mai arrivate in italia, se si esclude Masked Rider – Il cavaliere mascherato (1995). Prodotta sempre dalla Saban Entertainment e basata sull’originale giapponese Kamen Rider Black RX (di cui condivide alcune sequenze) è stata presentata come spin-off di Power Rangers, con il personaggio di Masked Rider che compare per la prima volta nella terza stagione dello show Super Sentai.

Purtroppo al momento, soprattutto per noi italiani, è difficile riuscire a recuperare la serie di questo particolare franchise, ed è praticamente impossibile riuscire a vederla nella nostra lingua. Online si possono trovare varie serie del franchise tokusatsu, anche se proprio ultimamente Toei ha annunciato che, nel mese di aprile, i supereroi protagonisti delle su produzioni di genere Tokusatsu sbarcheranno ad aprile su YouTube con un canale ufficiale intitolato Toei Tokusatsu World Official.