Dom 13 Ottobre, 2024

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Space Hulk: Deathwing, gli Space Marines a caccia di xenos! – Recensione

Sono poche le ambientazioni futuristiche che hanno saputo far breccia all’interno del cuore di un gran numero di appassionati. Sicuramente una di queste grandi realtà è Warhammer 40k, universo futuro dal piglio belligerante e gotico, che negli ultimi anni si è ritagliato una bella fetta di appassionati all’interno del panorama videoludico. Una delle ultime incarnazioni di questo cupo futuro è Space Hulk: Deathwing.

Quando si nominano gli Space Hulk, parliamo di relitti abbandonati da secoli nello spazio, agglomerati di navi di diverse razze che col passare del tempo sono divenute isole fluttuanti che entrano ed escono dal Warp, con il loro carico di ambite reliquie e di indicibili minacce. L’apparizione di uno space hulk è sempre accolta con un misto di cupidigia per le conoscenze perdute che può contenere e il timore di cosa possa uscirne.

Space Hulk: Deathwing, un manipolo di Space Marine contro un’orda di xenos!

In Warhammer 40k, è compito di compagini di Space Marine avventurarsi all’interno di questi relitti vaganti, bonificarli, recuperare il tesoro che custodiscono e poi distruggerli. Ed è esattamente ciò che dovremo fare in Space Hulk Deathwing, il videogioco in cui impersoneremo un membro della squadra d’elite Deathwing, del capitolo degli Angeli Oscuri.

Uno dei punti forti di questo titolo è la storia. La Deathwing non è solo una squadra d’elite, ma è anche una delle poche compagnie degli Angeli Oscuri a conoscere la verità sul passato del capitolo, eventi che affondano le radici nell’Eresia di Horus, uno dei periodi più oscuri della storia dell’Imperium. Da sempre, all’interno del mondo di Warhammer 40k, la figura degli Angeli Oscuri è stata piagata da una sorta di inquietante dubbio sulla lealtà all’Impero, e con questo titolo si sceglie di dare una parziale risposta a questo interrogativo.

space hulk deathwing 1

Incaricati come Bibliotecario (un Astartes dotato di poteri psionici) di guidare una ricognizione all’interno di uno Space Hulk, la nostra missione prenderà via via una valenza ancora più centrale per il nostro capitolo, visto che all’interno dell’immenso relitto troveremo i resti di una nave degli Angeli Oscuri risalente all’epoca dell’Eresia, al cui interno sono contenute preziose reliquie del capitolo e la risposte a domande da lungo tempo cercate.

Streum on studio ha puntato molto sulla caratterizzazione della storia. Il contesto narrativo di Warhammer 40k è uno dei più ricchi e stimolanti attualmente disponibili, e offrire al giocatore un’esperienza unica passa inevitabilmente nel fornire al giocatore, spesso un appassionato dell’universo di Games Workshop, una fedele riproduzione di quanto conosciuto sul boardgame o all’interno dei numerosi libri. L’ideale è affrontare Space Hulk: Deathwing prendendosi il tempo di leggere ogni piccola informazione, seguendo i dialoghi e cercando i riferimenti alla storia passata del capitolo degli Angeli Sanguinari. Vista la cura con cui l’ambientazione è stata ricreata, non farlo sarebbe un delitto!

Anche per i neofiti di Warhammer 40k, Space Hulk: Deathwing rappresenta un’intrigante e coinvolgente storia, visto che ogni aspetto è stato spiegato in modo accurato. La trama della missione della Deathwing segue un percorso prestabilito, come da copione per questo tipo di incarico, ma l’equilibrio tra lo svolgimento della storia e la ricostruzione dell’ambiente, gotico e claustrofobico, è un ulteriore elemento che rende il titolo un’esperienza intensa.

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Andando sul piano tecnico, Space Hulk: Deathwing è un titolo interessante. Il comparto grafico ha il difficile compito di trasmettere in pieno il tipico stile gotico e oscuro di un universo amato e conosciuto, una sfida che Streum on Studio ha vinto in toto. L’architettura delle mappa, per quanto non particolarmente varia, gioca molto bene sul senso di familiarità del giocatore mostrando imponente colonne e statue titaniche, alternando immense cattedrali gotiche ad angusti passaggi e nidi di letali alieni. La parte più coinvolgente di Space Hulk: Deatwing è la possibilità di interagire in modo attivo con l’ambientazione, potendo crearci passaggi laddove apparentemente siamo bloccati o abbattere colonne e causare crolli per dirottare le orde nemiche. Si tratta apparentemente di piccole cose, ma in un ambiente in cui il terreno di scontro è parte integrante del gioco questa feature rende Space Hulk: Deathwing veramente coinvolgente.

Muoversi in Space Hulk Deathwing è uno degli aspetti fondamentali. Pensare di fermarsi e affrontare staticamente le orde nemiche è una tattica che impareremo presto ad evitare. La potenza delle nostre armature Terminator è funzionale ad un’avanzata continua, resa spesso difficoltosa dalla dimensione ridotta dei passaggi in cui dovremo infilarci. Si tratta di una scelta che non solo rispetta al meglio il contesto narrativo di Warhammer 40k, ma che dona al gioco un ulteriore impedimento che potremo aggirare solo giocando in modo attento e tattico.

Per trasmettere maggiormente il senso di aderenza alla lore del mito degli Space Marines, anche il comparto audio è stato sviluppato di conseguenza. Dal riverbero dei suoni al tono delle tante conversazioni presenti nella campagna, Space Hulk: Deathwing cerca di coinvolgere (con successo) il giocatore nel suo ruolo di Space Marine.

Dal punto di vista del gameplay, Deathwing si presenta come un first person shooter con una base minima di elementi tattici, tramite i quali riusciamo a dare rudimentali ordini ai due fratelli Astartes con cui condivideremo questa avventura. Fin dall’inizio potremo personalizzare la tipologia di armi con cui affrontare i nostri avversari, sia per noi che per i nostri fratelli; avendo a che fare spesso con combattimenti corpo a corpo, potremo scegliere tra una vasta gamma di strumenti per dispensare pace eterna, tutti con una serie di punti di forza e di debolezza. La nostra bravura consisterà nel creare uno schieramento vario e in grado di affrontare ogni missione al meglio, con una varietà di armi che possano assisterci in qualunque situazione.

space hulk deathwing 3

A questo si aggiungono i poteri psionici del nostro personaggio. In Space Hulk: Deathwing il nostro arsenale non sarà composto solo da bolter e crozium, ma anche da poteri evocati direttamente dal warp, che vanno dalle tempeste di fulmini ai turbini infuocati. Avanzando nelle missioni, oltre a sbloccare nuove armi avremo la possibilità di apprendere nuovi incantesimi, rendendo il nostro Bibliotecario sempre più letale.

Con una dinamica presa dagli rpg, il nostro Bibliotecario otterrà dei punti esperienza da spendere, in determinati attimi del gioco, solitamente tra uno schieramento e l’altro. Data la scarsità con cui vengono elargiti questi fondamentali punti in Space Hulk: Deathwing, diventa essenziale investire in modo oculato questa risorsa, scegliendo se potenziare i poteri del Bibliotecario, sbloccare una maggior resistenza per i nostri fratelli o migliore le nostre competenze tecniche (sbloccare porte o prendere il controllo delle torrette).

A dare ancora più spessore a Space Hulk: Deathwing subentra una componente multiplayer, nella forma di cooperativa ambientata all’interna della campagna stessa. La reperibilità di partite non è la più agevole che ci sia, ma quando l’Imperatore ci assiste e ci consente di trovare altri due Space Marines pronti a combattere nel suo nome l’esperienza è davvero esaltante, sempre che al nostro fianco ci sia due esaltati come noi e non due imbranati.

Space Hulk: Deathwing riesce a mostrare un’ottima esperienza dell’ambiente di Warhammer 40k, anche se non mancano alcuni accorgimenti da prendere, data la presenza ancora di alcuni piccoli bug. Nulla che renda impossibile il gioco, ma si tratta di aspetti che andrebbero risolti per potere dare al giocatore un’esperienza totale e avvincente. Sicuramente già in questa sua forma attuale, disponibile su SteamSpace Hulk: Deathwing può essere più che appassionante, non solo per i fanatici dell’ambientazione ma anche per coloro che muovono i primi passi nel 41 esimo millennio.

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