Sab 27 Luglio, 2024

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Love Death and Robots – La recensione (di 5 episodi)

Quando Netflix ci ha invitati all’anteprima milanese della sua nuova serie animata Love, Death and Robots, non mi sono lasciato scappare l’opportunità di parteciparvi.

Adoro tutto ciò che riguarda un certo tipo di sci-fi e non vedevo l’ora di saperne di più, inoltre il mio amico fraterno Giorgio Baroni ha partecipato al progetto in qualità di concept artist, quindi è diventata anche una questione di famiglia.

Love, Death & Robots

La recensione di Love, Death and Robots; la nuova serie animata adult oriented di Netflix prodotta da David Fincher

Progetto nato dalla collaborazione fra David Fincher e il regista Tim Miller (Deadpool), la serie animata si propone come un’indagine senza freni e senza censure sull’esperienza umana, vista attraverso gli occhi dei robot.

Questa la sinossi presentata da Netflix:

Latticini senzienti, soldati licantropi, robot impazziti, mostri della spazzatura, cacciatori di taglie cyborg, ragni alieni e demoni infernali assetati di sangue: li troverai tutti nelle diciotto storie animate NSFW

Questo invece uno dei folli trailer promozionali diffusi dal colosso dello streaming di Los Gatos:

E quindi? Com’è questo trip folle, violento ed ultra sexy?

Durante la proiezione esclusiva tenutasi presso il glorioso Cinemino di Milano abbiamo potuto assistere a una manciata di episodi in ordine abbastanza sparso che vanno a comporre parte dell’arazzo della serie antologica, giusto per farci un’idea di quello che ci (vi) attende.

Uno slittamento di paradigma nel mondo dell’animazione per adulti che arriva come una ventata d’aria fresca

Yogurt senzienti ed ultra intelligenti, vittime di orrendi crimini a sfondo sessuale che trovano il modo di riprendersi a suon di cazzotti un’umanità rubata, linee temporali alternative (ed esilaranti), incubi nello spazio profondo ed onnipresenti gattini-post-apocalittici.

Love, Death and Robots gioca con la prospettiva dello spettatore coinvolgendolo in un viaggio allucinato ed allucinante nei meandri dell’esperienza umana senza, quasi, mettere in scena umani in carne ed ossa.
Le tematiche, come detto, sguazzano in 100 e passa anni di narrativa sci-fi, dal topos del loop temporale all’horror vacui che ci attende al di là delle stelle, passando anche per un già citato e molto “terra terra” Revenge Porn, declinato però in una salsa quasi videoludica.

Nulla di eccessivamente originale, sia chiaro; molte (anzi, quasi tutte) le storie messe in fila una dopo l’altra sono già state affrontate con successo decenni fa da titoli come “The Twilight Zone” (Ai Confini Della Realtà) che sono diventate vere e proprie pietre miliari del genere weird sci fi.

La vera forza di Love, Death and Robots è l’andare oltre gli stereotipi dell’animazione occidentale per adulti, sconfinando in territori fino ad ora ad esclusivo appannaggio del Sol Levante

Love, Death and Robots sfrutta il concetto stesso dell’animazione, stravolgendola e asservendola ad una narrativa estremamente adulta (ragazzi, quando parlo di roba “per adulti” lo faccio sul serio: sangue, sesso esplicito e linguaggio sono totalmente NSFW), cosa che fino ad ora era rimasta confinata saldamente nelle mani di chi si occupa di questo tipo di progetti in chiave nipponica.

Il linguaggio visivo della serie pesca a piene mani dal mondo videoludico e dalle suggestioni cyberpunk di titoli come Akira o Ghost In The Shell, con quelle che sembrano anche delle vere e proprie citazioni visive, almeno a giudicare dai trailer che esplorano anche episodi non mostrati durante l’evento di oggi.

Si cavalca il media dell’animazione andando oltre gli stereotipi, restituendo al coraggioso spettatore un intrattenimento non in live action che fa finalmente a meno dell’abusatissimo topos della comedy, cosa che finora è sembrata irrinunciabile a chi ha voluto avventurarsi nel suo territorio senza preoccuparsi dei minori di 18 anni.

Titoli come Rick And Morty, Futurama, Bojack Horseman hanno per anni spianato la strada ad una nuova consapevolezza di ciò che significa fare animazione per adulti in Occidente, ma non hanno mai rinunciato, per scelta o per “destino”, alla componente comica, sia essa manifesta o semplicemente implicita nelle dinamiche di vita dei protagonisti.

Ecco che quindi, LDandR (scusate l’abbreviazione) arriva come una ventata d’aria fresca, ancorché pregna di fluidi corporei poco educati, in un panorama televisivo che ringrazia sentitamente.

Love, Death & Robots

Il versante tecnico della serie, poi, è quanto di più assurdo il sottoscritto abbia mai visto in tv senza accendere una console di ultima generazione o un PC ultra potente

Un esempio su tutti: Beyond The Aquila Rift (Oltre Aquila in italiano) è realizzata con una tecnica CGI talmente avanzata e colossale sia negli intenti che nei risultati, che vi costringerà a porvi delle domande (prima ancora che su voi stessi, sul vostro presunto Libero Arbitrio e su cosa sia davvero la Realtà che percepiamo) riguardanti semplicemente ciò che i vostri occhi stanno vedendo.

Sono attori in carne ed ossa quelli che ho davanti? O sono prodotti della CGI più avanzata mai messa a disposizione di una serie tv?
Greta è una donna reale che interagisce con dei costrutti digitali? Oppure il contrario?
Le domande sui visual dell’episodio (il numero 7, per la precisione) accompagneranno le domande che, inevitabilmente, affolleranno la vostra povera testa una volta finito di vederlo.

Cos’è reale? Perché è “reale”, soprattutto?
In un magistrale gioco di specchi, l’estetica della serie segue a passo sospinto la sua etica, in un caso di “form follows function” destinato a fare scuola per il tempo a venire.

In chiusura, permettetemi una battuta su “The Witness” (La Testimone), episodio numero 3 della serie antologica che attinge a piene mani dal mirabolante esempio dato da quel capolavoro assoluto di Spider-Man: into the Spider-Verse.
Con un piccolo cambiamento: vi sembrerà di vedere la stessa pasta visiva del film dedicato agli Arrampicamuri, ma cucinata da Satana in persona.

Personalmente, non vedo l’ora di misurarmi coi restanti 13 episodi di quello che, senza dubbio, è un esperimento destinato a smuovere parecchio le acque dell’animazione occidentale.

E voi? Avete già fatto tutta la maratona in binge Watching? Fatecelo sapere con un commento!

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