La vita di Capitan Marvel: Carol Danvers in cerca di se stessa – Recensione

Di Manuel Enrico 8 Min di lettura

Nel mondo dei fumetti, specialmente quello d’oltreoceano, due momenti della vita di un eroe sono sempre sotto la spada di Damocle del cambiamento: la morte e le origini. Alcuni di loro sono ormai periodicamente uccisi e resuscitati (Stan Lee sosteneva che le porte dell’Aldilà marvelliano fossero girevoli), ma sono le storie sulle origini quelle che offrono gli punti più interessanti sulla vita di un personaggio. Come La vita di Capitan Marvel, volume Panini che racconta le origini di Carol Danvers.

La vita di Capitan Marvel ci mostra una Carole Davers incredibilmente affascinante nella sua fragilità umanità

Piccola precisazione. Di morti gli eroi Marvel ne hanno avuto una gran quantità, spesso tornando indietro in modi svariati. Uno dei simboli dell’era gloriosa della Marvel era Mar-Vell, il primo Capitan Marvel, che proprio con la sua morte raccontata da Jim Starlin scrisse una delle pagine più emozionanti dei fumetti della Casa delle Idee. Ancora oggi, La morte di Capitan Marvel è uno dei migliori fumetti Marvel di sempre.

Mar-vell non venne mai resuscitato, ma il suo ruolo venne ereditato da altri, a cominciare dalla prima Capitan Marvel terrestre, Monica Rambeau. Vita editoriale complessa quella di Monica, che non ebbe mai il successo sperato e finì presto nel dimenticatoio. Si tentò la via dell’erede di sangue creato in laboratorio, ma anche Genis-Vell non ebbe successo come Capitan Marvel. Ma son tutte cose che avevamo già scoperto con il nostro speciale sulla storia di Capitan Marvel.

Alla fine, il ruolo venne affidato ad un’eroina che apparsa nella prima volta nel 1968, stava avendo proprio in quegli anni un percorso di crescita personale tale da diventare una beniamina del pubblico: Carol Danvers, alias Ms. Marvel.

Personaggio complicato, la signorina Danvers. Inizialmente comparsa come capo della sicurezza nella base militare in cui il dottor Lawson (l’identità umana di Mar-Vell) svolgeva i suoi esperimenti, la Danvers rimane coinvolta in uno scontro tra il Kree ed un suo nemico, investita da un’esplosione che la lascia dotata di nuovi poteri.

Da questo momento, Carol Danvers inizia una crescita personale che la rende una delle figure chiave dell’universo Marvel. Tanti i nomi di battaglia (Ms. Warvel, Warbird, Binary), tante le sfide, tra cui l’alcolismo e la depressione, ma le sue origini non sono mai state approfondite. Almeno fino a quanto non è stata affidata alla cura di Margareth Stohl.

La Stohl decide di descrivere un aspetto dell’eroina che, a mio avviso, è l’essenza stessa dei supereroi: la loro incredibilmente fragile umanità. Come per molti suoi colleghi metaumani, anche Carol Danvers deve far i conti con la sua vita umana, fatta di delusioni e difficoltà comuni.

Ho sempre adorato il modo in cui gli autori possono decidere di riscrivere parti del passato di un personaggi, accettando la sfida di adeguare la loro idea a quanto noi già sappiamo dell’eroe. E più l’eroe è potente, maggiore è la difficoltà nel dargli una connotazione umana, quel contrappunto che renda emozionante la storia e ci faccia empatizzare con il protagonista.

In La vita di Capitan Marvel, ritroviamo una Carol Danvers in cerca di sé, dopo uno scontro violento con dei nemici degli Avengers, in cui la donna sembra perdere il controllo accanendosi contro un’avversaria inerme. È un segnale d’allarme che la spinge a tornare nella sua Hapswell, cittadina costiera in cui vivono ancora la madre ed il fratello.

 

Tornare a casa dovrebbe essere un viaggio verso un porto sicuro, ma per la Danvers si rivela un banco di prova per mettere ai ferri corti i suoi avversari più temibili: sensi di colpa e rimpianti.

Stohl costruisce una serie di blocchi interiori per Carol impressionanti. Dal complicato rapporto con un padre apparentemente violento ad improvvisi attacchi di panico che rendono Capitan Marvel così fragilmente umana da renderla incredibilmente reale. La fatica con cui Carol cerca di affrontare la sua famiglia ed il passato è palpabile, è una battaglia incredibilmente complessa in cui nessun eroe può vincere. Può farlo solo un essere umano, accettando che certe colpe si devono superare, far proprie, compiendo il passo più arduo: imparare a perdonarsi.

Margareth Stohl ha trovato una chiave di lettura di Capitan Marvel sublime. Il suo vederla anzitutto come una giovane donna costretta ad affrontare i propri demoni, è il punto di partenza ideale per una storia in cui viene presentato l’eroismo quotidiano, quello familiare. I rapporti con i genitori, le mezze verità mai dette che scavano solchi profondi tra famigliari, le incomprensioni mai sanate diventano gli elementi fondanti di una storia che trascende l’eroismo e diventa umana. Ed è giusto così, visto che si tratta di una storia delle origini, che non sorprende solo il lettore ma anche la stessa protagonista.

La vita di Capitan Marvel è la storia di una famiglia, costretta ad affrontare i propri segreti in un’avventura catartica in cui l’azione tipica dell’immaginario supereroistico lascia spazio all’umanità dei suoi protagonisti. Margaret Stohl ha creato un’empatia perfetta tra personaggi e lettori, anche grazie all’ottima interpretazione grafica di Carlos Pacheco e Marguerite Savage.

Pacheco disegna il presente di Carol, con sensibilità nel ritrarre le sue traversie interiori nel raffigurarle con atteggiamenti vicini al vissuto del lettore, utilizzando al meglio il linguaggio non verbale, ma quello sincero e autentico del corpo. Salvo poi tirare fuori una grinta fenomenale nelle scene di azione.

Alla Savage è toccato il ruolo di ritrarre le scene dei ricordi, in cui emergono le situazioni che hanno portato alla caratterizzazione dell’animo di Carol. La vita di Capitan Marvel poggia solidamente su questa pagine, in cui siamo portati a scoprire quali sono le radici emotive più intime di Carole Danver.

Panini Comics ha raccolto La vita di Capitan Marvel in un volume di ottima fattura. I diversi blocchi narrativi che compongono questa storia sono divisi dalle stupende copertine di Julian Totino Tedesco, ma il valore aggiunto è l’interessante dietro le quinte che completa il volume.

Se avete visto Captain Marvel al cinema, interpretata da Brie Larson, e state cercando un volume che vi mostri il vero carattere di Carol Danvers, La vita di Capitan Marvel è il punto migliore per iniziare questo approfondimento.

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