La saga di Undaunted, la serie di giochi da tavolo per due giocatori ambientati durante la seconda guerra mondiale si è allungata ancora grazie a Undaunted Stalingrad, l’ultimo monumentale titolo uscito nel corso dello scorso anno sotto l’etichetta di Osprey Games e di cui oggi vi proponiamo la nostra recensione.
Più volte vi abbiamo parlato di questa serie, che personalmente amiamo molto in redazione, e vi abbiamo già proposto sia la recensione che il let’s play del primissimo titolo della saga, Undaunted Normandy. Migliorare un gioco quasi perfetto sembrava un’impresa davvero epica, ma Osprey è sempre riuscita a stupirci, versione dopo versione, aggiungendo sempre qualcosa di nuovo al gameplay, implementandolo e rendendolo sempre più variegato, divertente e sfidante.
E come capirete proseguendo nella lettura di questa recensione di Undaunted Stalingrad ci è riuscita anche stavolta!
Undaunted Stalingrad: la recensione completa dell’ultimo gioco della fortunata serie di Osprey Games
Undaunted Stalingrad è il terzo titolo stand-alone della saga ideata da David Thompson e Trevor Benjamin e segue i precedenti Normandy, North Africa, anch’essi per 2 giocatori dai 14 anni in su, e l’espansione Reinforcements, che amplia il player counter introducendo la possibilità di giocarlo in solitario o a squadre 2 contro 2.
A differenza di Normandy e North Africa però Undaunted Stalingrad non è ancora disponibile in italiano. Nonostante ciò il titolo ha meccaniche di base molto simili a quelle dei suoi predecessori. Certo però per godere al massimo dell’esperienza è necessario conoscere piuttosto bene l’inglese, non tanto per il gameplay quanto per la lettura delle storie che accompagnano la campagna.
Con il prosieguo di questa recensione di Undaunted Stalingrad capiremo meglio di cosa stiamo parlando.
- Scopriamo il teatro di guerra
- A Stalingrado la battaglia ha inizio
- La campagna di Russia è finita: le nostre conclusioni alla recensione di Undaunted Stalingrad
Scopriamo il teatro di guerra
Aperta la nostra enorme scatola di Undaunted Stalingrad, che potete trovare A QUESTO INDIRIZZO, noteremo subito che la quantità di materiale inclusa è monumentale, ce n’è decisamente molto più di quanto ci avevano abituato i precedenti titoli della saga.
All’interno della scatola troveremo infatti:
- 129 tessere mappa;
- 375 carte;
- 204 token vari;
- 4 dadi;
- 2 libri campagna (1 per i Sovietici e 1 per i Tedeschi);
- il libro degli scenari ed il regolamento.
Ciascuna fazione ha diversi mazzi di carte a disposizione ma per la nostra prima partita dovremo aprire solo il pacchetto contenente la base line. Gli altri mazzi contenenti riserve, upgrade e nuove truppe serviranno a partire dalla seconda patita.
Trattandosi di un deckbuilding game in cui si mescola spessissimo l’utilizzo di bustine protettive è di fatto un obbligo. Vi serviranno quelle di misura Standard Card Game, noi vi consigliamo di scegliere le PYN Perfect Fit che potete trovare A QUESTO INDIRIZZO.
A Stalingrado la battaglia ha inizio
Una volta letto il regolamento e dato un’occhiata (senza leggerli) ai libri della campagna ci rendiamo subito contro che, a differenza degli altri titoli, gran parte del divertimento e dell’esperienza di gioco sta propio nel fatto di giocare l’intera campagna di Russia.
Leggendo di volta in volta i trafiletti che fanno da preludio a ciascuno scenario ci troveremo catapultati immediatamente nell’azione. Inoltre la campagna è, a differenza di ciò che accade in altri giochi più o meno simili, anche rigiocabile perché, a seconda dell’esito di ciascuna battaglia, dovremo leggere un capitolo del libro piuttosto che l’altro, esattamente come succede in un libro-game. Ed ogni giocatore leggerà e guadagnerà carte diverse e asimmetriche a seconda proprio di quello che succede sul campo di battaglia.
Innanzitutto, esattamente come accade con gli altri, il gioco va setuppato seguendo le regole definite dallo scenario che andremo a giocare. Lo scenario indica anche quali sono le modalità di vittoria specifiche per questa partita, oltre alle due  sempre disponibili, ossia: mettere in rotta tutte le unità di Fucilieri o dichiarare la Resa, opzione non contemplata nelle precedenti versioni.
Il round di gioco è molto rapido e si svolge, esattamente come negli altri titoli della saga, seguendo le seguenti tre fasi:
- Pesca: ciascun giocatore pesca 4 carte;
- Determinazione dell’iniziativa: i giocatori giocano e rivelano contemporaneamente una carta, chi ha scelto quella col valore più alto ha l’iniziativa per questo turno (in caso di pareggio parte il giocatore che aveva l’iniziativa nel turno precedente);
- Turno del giocatore: il giocatore attivo gioca le sue tre carte residue dalla mano compiendo un’azione per ciascuna di esse oppure rimettendo la carta giocata nella riserva per ridurre il proprio mazzo (questa seconda scelta non è disponibile per la carta Nebbia di Guerra, che di fatto rappresenta solo un intralcio alle nostre strategie di gioco). L’iniziativa passa poi al secondo giocatore, dopodiché il round termina.
Le azioni sono parecchie ma molto semplici, autoesplicative e praticamente identiche a quelle che gli amanti della saga già conoscono. Vi basti sapere che in generale servono per muovere un segnalino, attaccarne uno avversario o un edificio, piazzare mine sui lati delle tessere, inserire nel mazzo dell’avversario le carte Nebbia di Guerra o eliminarle dalla nostra mano e reclutare altre truppe. Undaunted Stalingrad comprende praticamente tutte le azioni presenti in tutti gli altri giochi e le implementa alla perferzione nel gameplay.
Le maggiori novità che influiscono sul gameplay della singola partita sono date dai segnalini con la bandiera bianca, che vanno messi sulle unità in rotta prima di spostarle di una tessera (in generale ha senso allontanarle dalle nostre), dalla presenza dei nuovi segnalini tunnel, che collegano tessere lontane fra loro se non vengono distrutti, e dalla nuova azione Smoke, che permette agli ingegneri di aggiungere un segnalino fumo che aumenta la difesa base della tessera per la fazione che l’ha piazzato.
Al termine della singola partita dovremo segnare sul nostro personale foglio di report della campagna: il vincitore, i codici che indicheranno il numero del trafiletto da leggere per iniziare la partita successiva e l’eventuale conquista di una zona strategica da parte di uno dei contendenti. Dopodiché dovremo eliminare per sempre uno o più dei soldati uccisi dal nostro avversario in battaglia (se è un soldato della baseline andrà sostituito con una riserva) ed infine potenziarne due fra tutti quelli che hanno partecipato alla battaglia.
Durante la campagna, inoltre, alcune tessere terreno potrebbero venire sostituite. Si tratta in generale delle tessere che includono gli edifici che possono essere danneggiati o addirittura distrutti da attacchi anticarro o demolizioni. Se un edificio viene danneggiato, o distrutto, la tessera viene immediatamente sostituita da un altra tessera che riporterà un grado di copertura minore. Ogni danneggiamento è permanente e le tessere terreno rimosse dalla campagna non potranno più essere utilizzate.
La campagna termina dopo 12-15 scenari e può concludersi con una vittoria maggiore o minore per una delle due fazioni, cosa che dipende dell’andamento delle diverse battaglie e dal numero di zone strategiche conquistate.
A questo punto si può già ripristinare l’ordine del materiale nei diversi contenitori ed iniziarne un’altra!
La campagna di Russia è finita: le nostre conclusioni alla recensione di Undaunted Stalingrad
Cominciamo le nostre conclusioni alla recensione di Undaunted Stalingrad con un fatto: migliorare una saga già quasi perfetta era un’impresa davvero difficile ma Osprey Games ce l’ha messa davvero tutta e, per quanto ci riguarda, ci è riuscita. Un’altra volta l’esperienza con i giochi della serie Undaunted si è rivelata magnifica e originale.
Il gameplay è ulteriormente migliorato con l’aggiunta della meccanica in stile libro-game apportata dalla campagna. L’unico peccato è che il gioco sia disponibile soltanto in inglese e quindi rischia di non essere troppo fruibile per chi non conosce bene la lingua.
La progressione dell’esercito è una delle novità principali della campagna e rende il gioco ancora più interessante, variabile e rigiocabile. L’altra novità è proprio quella legata al fatto che alcune tessere possono essere sostituite durante la campagna a seconda del fatto che gli edifici vengano distrutti o fortificati.
I materiali sono curati e gli artwork sono come al solito belli ed evocativi, tutte le parti in cartone sono molto resistenti. La quantità di materiale è molto più abbondante rispetto agli altri titoli dalla saga, ma questo non ha assolutamente inficiato sulla qualità .
Ovviamente, come succede in tutti i giochi in cui si lanciano molti dadi e dove si pescano carte, dovremo fare i conti con un pochino di alea. Ma questa non è fastidiosa in quanto con una buona strategia di gioco possiamo cercare di limitarne l’impatto sin dal setup, scegliendo a seconda dell’obiettivo e della nostra visione sulla difficoltà di vittoria per la nostra fazione quali carte inserire nella baseline di partenza, decidendo sin da subito se inserire le truppe standard, quelle potenziate negli scenari precedenti o le riserve di quelle morte in battaglia.
Chiudiamo questa recensione dicendovi che, rispetto agli altri giochi della serie, Undaunted Stalingrad è un titolo sicuramente più complesso e profondo e quindi un pochino meno adatto ai neofiti rispetto a quanto non lo sia, per esempio, Undaunted Normandy. Ma questo lo rende sicuramente uno dei migliori wargame da tavolo di sempre e, se il genere vi piace e masticate a sufficienza l’inglese, non potete assolutamente lasciarvelo sfuggire!
In attesa di scoprire se Ghenos Games localizzerà anche questo titolo della saga trovate la versione di Osprey Games A QUESTO INDIRIZZO.