Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald, ritorno al Wizarding World

Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald

Accontentare i fan di una saga è una delle cose più complicate che si possa immaginare, l’esperienza di Rian Johnson con i nuovi film di Star Wars ne sono una dimostrazione.

Eppure, pochi mondi come quello di Harry Potter, il Wizarding World, si prestano ad essere arricchiti da nuove avventure e visioni del variegato universo creato dalla Rowling.

Le avventure di Newt Scamander sono un tentativo coraggioso di vincere questa sfida, un percorso che arriva alla sua seconda tappa con Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald.

Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald prosegue le avventure di Newt Scamander

Dopo Animali Fantastici e dove trovarli, l’attesa per questo seguito, prequel della celebre saga del maghetto, era piuttosto alta.

Il distacco dalla familiarità degli ambienti potteriani e un nuovo orizzonte temporale sono stati sicuramente un buono spunto, anche se, personalmente, la prima pellicola di questa nuova serie non mi aveva particolarmente stupito o impressionato. Sarà per questo che sono entrato in sala con poche aspettative su Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald.

Su una cosa, però, mi son ricreduto subito: il tono della vicenda.

Per quanto anche nei film di Harry Potter si riscontrasse un progressivo avvicinarsi ad una dimensione più cupa della storia, in questo secondo capitolo delle avventure di Newt Scamander questa sensazione quasi opprimente è subito palpabile.

animali fantastici 2 : i crimini di grindelwald

La rocambolesca scena di apertura non è solo un bel colpo d’occhio (e di adrenalina), ma è quasi una dichiarazione d’intenti: qui si comincia a fare sul serio.

Ed è una concezione che si abbatte in pieno su Newt Scamander (Eddy Redmayne), personaggio affascinante nel suo esser sempre fuori luogo all’interno di una società, quella magica, che dovrebbe già ‘strana’ di per sé.

Sono proprio i due personaggi più particolari, Newt e Queenie, ad offrire i punti di vista più interessanti della vicenda.

Newt, segregato su suolo britannico dopo gli eventi del primo film, si sente quasi un animale in gabbia. Impossibilitato a viaggiare, prigioniero anche della sua cronica difficoltà relazionale (famiglia compresa, come vedremo), diventa suo malgrado l’ago della bilancia di una situazione sempre più tesa all’interno della comunità magica.

La fuga di Grindelwald scatena la paura delle alte sfere, che vedono nell’ossessione del mago ribelle per il giovane Creedence (Ezra Miller) il solo modo per colpire duramente il nemico. L’intenzione di usare Newt come cacciatore per trovare Creedence prima di Grindenwald viene vanificata dallo stesso Scamander, intenzionato a non lasciarsi coinvolgere da una tensione tra maghi che inevitabilmente porterà ad uno scontro.

Ma può Newt rimanere estraneo a questa situazione, se a coinvolgerlo è nientemeno che Albus Silente (Jude Law)? L’amato direttore di Hogwarts ci viene mostrato in una veste più giovane e intraprendente, intento a contrastare il pericolo di Grindelwald (Johnny Depp), e vede in Scamander il suo perfetto agente in questa situazione. Per tutto il film, Newt deve convivere con l’inquietudine di sentire arrivare l’attimo in cui dovrà abbandonare la sua ritrosia verso gli altri, prendendo una posizione su chi vuole essere ed in cosa credere. O per cosa combattere.

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Ad esser particolarmente riuscita è Queenie (Alison Sudol), svampita ed eclettica, ma capace di trasformarsi nel simbolo stesso di questa frattura del mondo magico. La disperazione con cui si scontra con le regole magiche ci viene presentata con iniziale delicatezza, salvo poi prendere un tono più duro fino alla sua esplosione, uno dei pochi picchi emotivi davvero suggestivi di Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald.

Da questi presupposti, Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald, deve sviluppare una struttura che sia di consolidamento a quanto visto nel precedente capitolo, lanciando anche i futuri sviluppi per i seguiti. La maledizione dei secondi capitoli è proprio questa, dovere spiegare cose già viste, arricchire e lasciare al contempo qualcosa di misterioso allo spettatore. La pellicola di Yates cerca di sopravvivere a questo delicato equilibrio, con risultati non del tutto convincenti. L’idea di mostrare come una reazione eccessiva ad un pericolo sia controproducente è interessante, sviluppata in modo non proprio convincente, ma riabilitata da una sontuosa interpretazione di Depp in una delle scene centrali della trama.

Se da un lato il ritmo lento della storia, specialmente nella prima metà, è comunque comprensibile e serve a dare solidità alla trama, dall’altro non si capisce come si possa credere che certi cambi di scena repentini e con tagli al limite del brutale possano non instillare nello spettatore dubbi sulla solidità della storia. E qui si apre un interrogativo: visto certe rivelazioni, specialmente nel finale, non saremo di fronte a un caso di ret-con?

La trama di Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald ha tutte le carte per essere centrale all’interno del mondo di Harry Potter, ma manca di mordente nei punti essenziali, fondandosi su due scene in particolare che, grazie alla recitazione sontuosa degli interpreti, si fanno carico di essere il fulcro emotivo del film ed una promessa di future spiegazioni. In tutto il film si cerca di stimolare più visivamente che non narrativamente lo spettatore, con un discreto successo, ma alla fine della proiezione il colpo di scena ad hoc risulta essere, per alcuni potterhead, più una forzatura che non una vera e propria rivelazione.

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Anche in questo caso, si gioca molto sull’ambiguità di Creedence e del suo ruolo, che viene forse svelato troppo presto, lasciando allo spettatore troppo tempo in cui farsi domande su quanto visto, in cerca di risposte per i minuti rimanenti, con la sensazione infine di aver visto un film con troppi punti di domande e scarsissime risposte.

Visivamente, Animali Fantastici 2: I crimini di Grindelwald non delude, con una buona resa anche dei colori, capaci di esaltare le emozioni coinvolte. La realizzazione delle creature e dello scontro finale sono impressionanti, ma pagano alla fine la debolezza della trama e la sua mancanza di entusiasmo.

Va riconosciuto a Animali Fantastici 2: I Crimini di Grindelwald l’alibi di esser un film di transizione, con l’ingrato compito di fare da traghettatore verso un nuovo capitolo gettando le basi di un ‘qualcosa’ che, sulla carta, dovrebbe esser travolgente. Al sottoscritto, sopra ogni cosa, ha lasciato nuovamente la sensazione che Silente non sia un personaggio particolarmente positivo, ma un fine e machiavellico stratega.

Le risposte ci attendo nel prossimo capitolo delle avventure di Newt Scamander.