Black Mirror 4×01: U.S.S. Callister – Recensione

Manuel Enrico Di Manuel Enrico 8 Min di lettura

Dopo una lunga attesa, accompagnata da un’ottima campagna di marketing, è arrivata su Netflix la nuova stagione di Black Mirror, il serial dalla natura insolita. Abituati come siamo a vedere una macrotrama che lega ogni episodio interni ad una serie, Black Mirror ci ha stupiti fin dalla prima stagione con la sua natura antologica, una serie di otto film di varia natura e dai temi incredibilmente attuali.

L’episodio di apertura, U.S.S. Callister è stato l’oggetto di una campagna promozionale che ha stuzzicato molto l’ambiente nerd nei mesi scorsi. I trailer mostrati hanno portato gli appassionati di Star Trek di potersi attendere un episodio che omaggiasse la loro serie preferita, affidandosi ai ricordi della serie originale. Si è trattato, da parte di Netflix, di un’arguta programmazione, volendo far leva sulla presenza nel suo catalogo della nuova serie ambientata nell’universo di Roddenberry, Star Trek: Discovery, ma soprattutto stuzzicare la curiosità dei trekkies meno colpiti dalle avventure di Lorca e Burnham.

Il primo episodio della nuova stagione di Black Mirror, U.S.S. Callister, mescola parodia e critica sociale

L’inizio di U.S.S. Callister sembra voler mantenere questo tono di omaggio, al limite del parodistico, nei confronti dello storico serial con protagonista Kirk. Lo stile delle divise dell’equipaggio, la grana della pellicola con cui pare filmata la scena (che si rifa alla battaglia nella Mutara Nebula di Star Trek: L’ira di Khan) sembrano mantenere quella sensazione di nostalgica parodia. Dopo aver sorriso per questo approccio molto simile a Galaxy Quest, arriva però la realtà, e l’equipaggio del capitano Robert Daily, eroe della Flotta Spaziale, lascia spazio al vero plot narrativo di questo episodio.

La caratteristica di base di Black Mirror è da sempre l’introdurre in un contesto narrativo futuristico o comunque apparentemente slegato dal presente, alcune delle problematiche sociali quotidiane. Charlie Brooker, ideatore della serie, sfrutta magnificamente questa linea operativa, trovandosi a poter gestire in modo libero la sua voglia di analizzare la società tramite un racconto che può passare in modo inatteso dal piglio divertente ad atmosfere più tese e complesse.

Seguendo questo principio, ecco che il capitano Robert Daily diventa l’informatico Robert Daily, autore del codice di uno dei più venduti giochi online del mondo, Infinity. Daily è il genio che ha creato l’intera struttura del videogioco, ma il riconoscimento che avrebbe voluto per questa sua opera non è mai arrivato. La società fondata con l’amico Walton, in realtà, è una sorta di prigione per la sua anima, in cui le sbarre sono la derisione, il biasimo e una crescente sfiducia nei suoi confronti.

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L’arrivo di una nuova collaboratrice, Nanette, che si rivela fin da subito una sua ammiratrice fa precipitare la situazione. Tutto sembra andare per il meglio fino a che Daily non nota come anche la ragazza sembra adeguarsi al mood dell’azienda, divenendo scostante per via di malelingue a cui lui stesso assiste, in disparte. E a questo punto, la puntata di Black Mirror prende veramente corpo.

Il contrasto tra la figura reale di Robert Daily e quella fittizia creata dal programmatore all’interno della sua ‘copia’ di Infinity sono le due facce della stessa medaglia con cui Brooker vuole portarci a ragionare. Il tema principale di questa puntata è la fuga dalla realtà, il bisogno di trovare una valvola di sfogo in cui rifugiarsi per sopravvivere alle brutture a cui si è sottoposti nella vita quotidiana.

Daily è un nerd che ha realizzato un sogno, ma che scopre come la sua incapacità sociale sia uno scoglio tale da impedirgli di vivere relazioni reali. La disperazione con cui cerca un contatto minimo, un attestato di stima, la sua scarsa fiducia in se stesso sono elementi che gravano sullo spirito del programmatore, un peso a cui sfugge ricreando una simulazione basata sulla sua serie televisiva preferita, in cui lui è il dio onnipotente, signore e padrone di tutto. L’interpretazione di Jesse Plemmons è in perfetta linea con questa dualità. Il cambiamento di Daily è palpabile, impeccabile, divenendo ancora più appassionante man mano che il mondo virtuale e reale del programmatore entrano in contrasto.

In U.S.S. Callister subentrano anche altre tematiche di spessore, come l’alienazione fomentata da un’esistenza dietro uno schermo, l’incapacità di fronteggiare le dinamiche sociali o un filosofico dilemma su cosa sia l’anima, visto come è stato creato l’equipaggio dell’astronave del capitano Daily. Quello che più mi ha incuriosito è il dualismo di Daily, un modo intrigante di mostrare quanto sia breve il passo da vittima a carnefic, una conseguenza di quanto le pressioni esterne possano gravare sull’individuo.

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Contrapposta a Daily c’è Nanette, un’affascinante Cristin Milioti. Ironico come sia proprio la fervente ammiratrice di Daily a dare vita alla versione digitale di colei che darà filo da torcere al Capitano Daily. La Nanette digitale è molto simile al personaggio di Sigourney Weaver in Galaxy Quest, avendo il ruolo di criticare alcune caratteristiche dei telefilm cui Daily pare essersi ispirato per il suo mondo virtuale. La sua mimica e il modo in cui commenta alcune scelte delle trame di Daily sono divertenti, lucidi e dissacranti.

La regia di Toby Haynes (Doctor Who e Sherlock) è in grado di riproporre il taglio stilistico tipico delle serie sci-fi anni ’60, per poi passare all’opprimente realtà di Daily con spietata lucidità, aiutato da una fotografia che valorizza al meglio le ambientazioni. La scelta di inquadrature suggestive, il soffermarsi su dettagli apparentemente insignificanti ma che sono chiavi di lettura di questo nuovo episodio di Black Mirror sono scelte oculate. Particolarmente suggestivo l’aver creato un mondo futuro non eccessivamente avanzato, che lascia la sensazione allo spettatore di una realtà incredibilmente vicina, aiutandolo a empatizzare con la narrazione.

U.S.S Callister è un episodio composto da più anime, in cui la voglia di far leva sull’aspetto nostalgico e parodistico si sposa in modo interessante con la critica sociale. I più incalliti fan di Star Trek potrebbero ravvisare in Daily un emulo del tenente Reginald Barclay, magistralmente interpretato anni fa da Dwight Schultz. Il finale di questo episodio di Black Mirror ha però un sapore agrodolce, che viene solo mitigato dalle scene finali ottimistiche.

Questo prima puntata della nuova stagione di Black Mirror è una partenza interessante, non sostenuta da temi eccessivamente originali, ma comunque ben orchestrata, godibile. Dato il pedigree della serie, è ora però necessario alzare l’asticella della qualità in termini di tematiche e narrazione.

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