X-Files 11: L’uomo che Fuma domina il primo episodio! – Recensione

The X-Files

Da quando sono uscite la notizie relative alla nuova stagione di X-Files, l’undicesima per l’esattezza, sono passato dalla depressione all’esaltazione. Scully che vuole mollare mi ha causato uno scompenso cardiaco, che già nella seconda stagione di American Gods perdo quel mio primo amore adolescenziale che era Gillian Anderson, invecchiata bene come nemmeno il miglior vino d’annata. Però poi mi promettono una puntata che fa luce sul grande manipolatore della serie, l’Uomo che fuma, personaggio che per quanto vorresti prenderlo a sberle da quanto è odioso, non si può negare che una parte di noi lo adori. Il fascino del potere, la tentazione del dominio, o più semplicemente William B. Davis ci ha regalato sempre un’interpretazione perfetta. Insomma, l’arrivo del primo episodio di X-Files 11, Memorie dal futuro, era un punto di partenza che attendevo con ansia.

Ieri sera ho occupato aggressivamente il divano, all’urlo di ‘I want to believe…again‘ e sono tornato al fianco di Mulder e Scully. Già l’inizio è stato devastante. Prima la sigla che ogni volta mi cattura , così unica e inconfondibile, ma poi la voce de l’Uomo che Fuma, C.G.B. Spender, che per me resta sempre l’Uomo che Fuma. Come ogni vero cattivo, voce rotta dal fumo, eccolo che ci fa un bel riassunto della sua vita, giusto per metterci a nostro agio. Carter sceglie di dare finalmente a Spender il ruolo che gli compete, quello di ragno che tesse da decenni la sua tela , invischiandolo in ogni losco affare della storia moderna americana, dall’assassinio di Kennedy al falso allunaggio.

Memorie dal futuro, il primo episodio di X-Files 11, ha un solo, vero protagonista: l’Uomo che Fuma!

Come inizio non c’è male, questa sua libera confessione non è per alleggerirsi la coscienza, ma per mostrare che comunque la mettiamo, lui decide, ha in mano il destino del mondo. William B. Davis è il volto di questo primo episodio di X-Files 11, è su di lui che si sviluppa l’intera narrazione. La funzione del personaggio di Davis all’interno della serie è da sempre una delle più complesse, dovendo interpretare il burattinaio, bravo ad intervenire all’occorrenza e consapevole di dover apparire il meno possibile. In Memorie dal futuro, l’Uomo che Fuma si definisce ‘un uomo pratico’, sa cosa va fatto, ha in mente il suo grande disegno e agisce di conseguenza. Il suo discorsetto iniziale è una sorta di spiegazione per gli spettatori, una chiave di lettura che ci accompagnerà per tutto X-Files 11: la verità è la fuori, ma non ve la farò scoprire, avrete la mia verità. Ed ecco i riferimenti a fake news, ai recenti disordini razziali in America, alle grandi cospirazioni ed ai complotti che tanto hanno fatto in termini di carisma per la serie stessa.

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L’uomo che fuma è il perfetto simulacro di una mentalità complottista che recentemente aleggia su tutto, il suo sorrisetto sornione e il suo sguardo gelido sono la maschera ideale per chi in questa caotica società del complotto ad ogni costo ci sguazza, la fa sua, se ne nutre famelico alimentandola a sua volta con il proprio machiavellico progetto. Ma come puoi non amare un personaggio come questo, eh? William B. Davis si mangia in un boccone l’intero cast, Memore dal futuro, e forse tutto X-Files 11, si poggia interamente sulla sua magistrale interpretazione.

Anche perché onestamente Mulder e Scully in questo primo episodio di X-files 11 non è che siano particolarmente in forma. Scully, che nel finale della scorsa stagione ci aveva salutati con un’astronave aliena nei cieli riflessa nel suo occhio, ora è ricoverata in ospedale, in un reparto collegato a certe agenzie governative in cui si sa che esistono ‘cose oltre l’umana comprensione‘. E dopo due anni di attesa, Carter ci svela che la rossa collega di Mulder riceve le visioni dal figlio William. Ecco qui, si torna a quella dimensione intricata tipica di X-Files, in cui i colpi di scena si portano sempre su quel confine di assurdo che viene sempre gestito con una certa scaltrezza. Dai, che Carter ha ancora il polso della sua creatura, si respira lo spirito di X-Files, quella sorprendente storia che quasi trent’anni fa mi ha fatto smascellare con alieni, mutanti e black science.

Sembra che in questo primo episodio di X-Files 11 Carter ci voglia portare nella testa dei suoi personaggi. Il monologo iniziale de l’Uomo che Fuma trova un parallelo nel modo in cui seguiamo i pensieri di Mulder, voce narrante di un inseguimento automobilistico adrenalinico. L’impostazione narrativa sembra spingerci ad immedesimarci con Mulder, a seguirne i pensieri. E per me ha funzionato, grazie ad un buon lavoro di equilibrio tra interpretazione di Duchovny e inquadrature, uno studio mirato al coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Ma ancora una volta, il picco emotivo ha un sapore di nicotina intenso. In questo episodio è contenuta la bomba che sconvolge gli spettatori di X-Files 11. Se pensavamo che l’Uomo che Fuma avesse due figli era una delle poche certezze, ecco che ci viene tolta, con conseguente dislocamento della mandibola. Nell’assistere alla chiacchierata tra l’incallito fumatore e Skinner il crescendo emotivo è dirompente, fino alla rivelazione che rimette tutto in gioco. Il meccanismo dei plot twist è ingannevole, se non lo azzecchi rischi la catastrofe, è impietoso. Carter invece si gioca un bel flashback con cui ammiccando sembra dirci ‘E questa? Te la aspettavi questa?‘. No, miseriaccia, non me la aspettavo.

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Memorie dal futuro non è certo privi di difetti, in larga parte legati ad una poco incisiva partecipazione dei due storici protagonisti. I veri mattatori sono da un lato l’Uomo che Fuma, mai così monumentale e tentacolare, e Skinner, personaggio che mi ha sempre colpito per il suo cercare una rotta sicura in mezzo a queste gigantesche macchinazioni. Mitch Pileggi torna nel suo ruolo più noto, sempre granitico e intenso, capace di farsi carico di accuse ingiuste pur di proteggere i suoi agenti. X-files 11 parte, quindi, con un episodio oltremodo suggestivo, sicuramente migliorabile, ma portatore di grandi aspettative per i futuri episodi. Sono decisamente molti gli interrogativi che mi rimangono dopo questa visione, ma continuo a pensare a quanto sai dannatamente monumentale l’Uomo che Fuma, capace di attraversare indenne metà del ‘900, mettendo il suo zampino ovunque, riuscendo anche a scardinare il Consorzio. La verità è là fuori, ma potrebbe non piacerci!