Sab 27 Luglio, 2024

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La Torre Nera, quando si dimentica il volto del proprio padre – Recensione

La Torre Nera cinematografica è una totale delusione per tutti gli amanti di King

La Torre Nera è caduta.

Non c’è altro modo per definire il film che ieri è uscito nelle sale italiane, primo appuntamento cinematografico con Stephen King di quest’anno, visto che per settembre è prevista l’uscita della prima parte di It.

Mettersi in gioco su un libro di King non è un’impresa facile, come hanno scoperto maestri del calibro di Kubrick, ma addirittura affrontare La serie per eccellenza dello scrittore americano è stato un azzardo troppo grande.

La Torre Nera, come sanno gli appassionati di King, è il fondamento del corpus del geniale scrittore, una serie di otto libri in cui sono presenti richiami a tutta la sua produzione letteraria, al punto che spesso si consiglia di leggere La Torre Nera inserendo tra un volume e l’altro gli altri libri di King. Questo per dare un’idea di quanto fosse importante dare una buona rappresentazione del Medio-Mondo al cinema, una missione che Nikolaj Arcel ha clamorosamente mancato.

La Torre Nera

I presupposti per una delusione erano già evidenti.

Il regista aveva detto in passato che avrebbe presentato una nuova iterazione della Torre (sfruttando la ciclicità degli eventi, uno dei punti fermi della saga ed mostrando fin dall’inizio il Corno di Eld), ma la sensazione era che si trattasse di un classico escamotage per non ammettere che in realtà avrebbe fatto come riteneva giusto, senza curarsi della fedeltà.

Il casting dei due personaggi chiave de La Torre Nera, Roland e Walter, aveva fatto storcere il naso per la scelta di un attore di colore per interpretare il Pistolero, da sempre descritto come un sosia di Clint Eastwood. Ebbene, Idris Elba ha saputo valorizzare questa scelta, con una recitazione carismatica e che non ha privato il personaggio del suo fascino. Stesso plauso va Matthew McCounaghey, che ha infuso nel suo Walter/Re Rosso una carica emotiva pazzesca (complice anche il doppiaggio strepitoso di Francesco Prando). E qui finiscono i pregi.

La Torre Nera

Se consideriamo questo film come dedicato ai Fedeli Lettori di King, La Torre Nera è un colossale fallimento.

Uno degli elementi chiave di quella saga è la costruzione della lotta tra bene e male, che nella pellicola viene solo accennata e mai realmente valorizzata; nel mito di Roland questa battaglia si accompagna alla perdita, agli amici uccisi e alla fine del proprio mondo. Manca l’essenza de La Torre Nera in questo film e la pellicola è priva di anima. Per dirla come i protagonisti del libro, il regista ha dimenticato il volto di suo padre.

Condensare in una pellicola il mito costruito da King in sette libri è impossibile, rasenta la follia. Vengono a mancare tutte, dico tutte, le caratteristiche della saga letteraria, dal Ka-tet ai riferimenti che legano in un unico universo tutta la produzione di King. Non serve inserire dei riferimenti messi a caso per creare una striminzita empatia tra mondo kinghiano e spettatore, dei richiami inseriti in modo frettoloso e che solo i più attenti spettatori possono cogliere (da Shining a IT, da Christine a Le notti di Salem). Questi dettagli sono indice che il film è stato pensato, ironicamente, proprio per i lettori di King, per coloro che La Torre Nera la conoscono bene. In pratica, per quegli spettatori che non possono che deridere questo film, che si presenta come un’americanata in cui tutta la profondità narrativa di King si riduce a una specie di fantasy adolescenziale, focalizzandosi su Jake Chambers e i suoi problemi, relegando la difesa della Torre in secondo piano per metà del film.

La Torre Nera

Sotto questo punto di vista, La Torre Nera di Arcel è l’ennesima dimostrazione di come sia difficile (e forse anche sbagliato) portare al cinema storie nate su altri media, senza prima una pianificazione che tenga conto della fedeltà dell’opera originale.

King ha sempre avuto difficoltà nel trovare incarnazioni cinematografiche decenti, con La Torre Nera siamo di fronte alla peggiore trasposizione cinematografica di un libro mai vista. Non basta inserire il mantra del Pistolero, sono solo parole vuote che perdono la loro epicità se dette in un contesto in cui l’anima di Roland non ha spessore. Unica nota positiva, è che non abbiamo quel ridicolo bagliore delle pistole visto nel trailer, un effetto che era totalmente fuori luogo nel mito de La Torre Nera.

Ipotizzando che La Torre Nera sia rivolta ad un pubblico generico, la situazione è ancora peggiore.

La trama, senza le nozioni da lettore di King, diventa frastagliata, poco chiara e così abbozzata da apparire inesistente. Non viene approfondito nulla, in 95 miseri minuti accade di tutto, si privilegia l’aspetto action alla narrazione, si punta alla spettacolarità (poca) a discapito della chiarezza narrativa, ottenendo una gran confusione.

a recitazione di Elba e McCounaghey, per quanto precisa e sentita, non basta a sostenere un impianto narrativo sterile, lacunoso. Si cerca in tutti modi di coinvolgere lo spettatore, ma non con la trama o la profondità psicologica, ma bombardandolo con sparatorie, scene forzate e una ricerca dello stupore talmente forzata da risultare stucchevole. In tutta sincerità, se avete visto il trailer, avete già visto il meglio de La Torre Nera.

Ieri sera in sala ero seduto tra due amici, da una parte un vecchio Fedele Lettore di King, dall’altra un totale neofita. Entrambi sono usciti delusi, curiosamente muovendo le stesse critiche a storia e ritmo della pellicola. La Torre Nera era uno degli adattamenti cinematografici più attesi da anni, fin da quando sembrava al timone del progetto dovessero esserci Abrams e Lindelof, ma forse la difficile gestazione di questo ambizioso progetto si è riversata in questo scadente film, un’esperienza da dimenticare.

Ora pare che il mito della Torre Nera abbia una seconda possibilità grazie ad un serial, che potrebbe rappresentare la giusta dimensione per un mondo così complesso, dove possono trovare posto anche il Ka-tet e personaggi fondamentali che nel film non vengono nemmeno nominati.

Il vero timore ora è che anche il secondo film kinghiano dell’anno, IT, si riveli una delusione, visto le recenti dichiarazioni di Muschietti sui cambiamenti che vorrebbe fare alla trama originale di King. Per ora, posso limitarmi a sperare che IT si riveli meglio de La Torre Nera, pellicola che dimenticherei volentieri, come se il mondo fosse andato avanti.

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