Black Gospel: Un vangelo western – Recensione

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Black Gospel, opera prima di Vinci Cardona, tra western e spiritualità

Il fumetto italiano, nonostante alcuni corvi del malaugurio, è più in forma che mai. Ultimamente stanno comparendo nuovi autori che lasciano intendere come il futuro delle nuvole parlanti italiane abbia un avvenire roseo, grazie anche alla volontà di alcune case editrici di mettersi in gioco offrendo a queste nuove proposte l’occasione di emergere. Negli scorsi giorni abbiamo visto come sia toccato al Baffo con il suo La notte dell’oliva per ManFont, mentre oggi mi son perso nel primo fumetto di Vinci Cardona, Black Gospel.

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Esordire per un autore non deve esser un’esperienza facile, se poi si aggiunge che la propria è stata premiata come Fumetto vincitore del Lucca Project Contest 2016 si aggiunge un’altra tacca al termometro della tensione. Sicuramente c’è una forte emozione, un delicato equilibrio tra voglia di raccontare il proprio mondo e il timore di confrontarsi con un pubblico già ben rodato e piuttosto esigente. Cardona sembra avere controllato molto bene questo delicato balletto dell’anima, riuscendo a coadiuvare l’intento narrativo con la realizzazione grafica. Un one man show, visto che Vinci si occupa non solo della storia ma anche del disegno.

Black Gospel racchiude nel suo titolo una delle essenze tematiche dell’opera, ovvero una profonda connotazione spirituale. Nonostante Vinci abbia inserito componenti cristiane nel suo lavoro, non si può parlare di una narrazione religiosa, perché sarebbe limitante. In Black Gospel, infatti, si confrontano la religione cristiana, rivista secondo una visione distorta da ‘vecchio west’, con la spiritualità più empatica e pura delle popolazioni indiane.

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A dare vita all’affascinante trama di Black Gospel sono due personaggi, che conosciamo come Barabba e Maddalena, intenti a prendersi a pugni in pieno deserto. Caduti da un treno in corsa, che entrambi stavano assaltando con le rispettive bande, dopo un’iniziale diffidenza si vedono costretti a collaborare per sopravvivere. Nel loro percorso verso la salvezza incroceranno un giovane indiano, Wovoka, che è riuscito a riunire le tribù indiane per resistere alla crudeltà dell’uomo bianco. Naturalmente, in pieno rispetto alla tradizione western, non manca l’uomo di legge che cerca i due fuorilegge, specialmente Barabba, con cui ha un conto in sospeso che lo affligge in modo maniacale.

Il delicato intreccio tra l’ambientazione western ed il sottotesto spirituale è convincente e appassionante, grazie anche ad una struttura della gabbia che, con una certa libertà, consente a Cardona di mostrare al meglio la sua idea, rendendo Black Gospel un racconto più profondo di quanto inizialmente traspare. Ci sono numerosi segnali di stile, come il rappresentare gli indiani senza volto in una determinata tavola per dare ancora più enfasi alle parole dello spirito guida di Wovoka. Mettere a disposizione del lettore una storia così raffinata e complessa, tenendo fede alla tradizione western ma arricchendola di un senso di sovrannaturale non era semplice, ma Vinci Cardona ha trovato la chiave per rendere tutto questa potenza narrativa reale e godibile, magnetica.

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Il suo stile di disegno particolare punta più all’espressività e al dinamismo della tavola che non al realismo, ed è una bella trasposizione dello spirito di Black Gospel. Ogni vignetta, ogni pagina sono pensati per trasmettere al lettore la sensazione di far patre della storia, con una colorazione opera dello stesso autore che enfatizza l’opera di Cardona. Non si mira al realismo, ma all’emotività, a presentare una storia che colpisce al cuore, drammatica e anche carica di speranza, crudele ma delicata in alcuni passaggi.

Edizioni BD ha voluto dare fiducia a Vinci Cardona, una scommessa rischiosa ma che ha sicuramente pagato in termini di qualità e vis narrativa. Black Gospel è sicuramente un’opera prima che lascia sperare un futuro promettente per Cardona.