Aliens: Fire and Stone, la morte non lascia scampo

Aliens Fire and Stone

Aliens: Fire and Stone ci narra la sorte degli scampati al massacro di Hadley’s Hope, tra inganni, morte e pericolosi esperimenti

Dall’uscita di Prometheus si cerca di dare un senso di completezza al confuso universo di Alien, la realtà fantascientifica creata da Ridley Scott. In concomitanza dell’uscita di Alien: Covenant, saldaPress ha dato il via alla pubblicazione di comics ambientati nell’universo di Alien (originariamente pubblicati da Dark Horse), che dovrebbero aiutare l’appassionato a mettere assieme il complesso puzzle che compone lo sfaccettato mondo degli Xenomorfi.

Al’interno di questo sforzo titanico è centrale la serie di Fire and Stone, che raccoglie storie che ad oggi ci hanno aiutato a collegare due punti chiave del mito di Alien, Prometheus e Aliens; il primo numero della collana edita da saldaPress si intitola per l’appunto Prometheus (il nostro Salvatore Miccoli ne ha parlato in una precisa recensione) e sembra giusto che la seconda uscita si intitoli Aliens, un preciso richiamo alla seconda avventura sul grande schermo di Ellen Ripley, Aliens: Scontro Finale.

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Aliens: Fire and Stone è il tassello mancante che incrocia i fili narrativi di Prometheus ed Aliens, con una sorta di corposo flashback degli eventi narrati in Prometheus: Fire and Stone. Salvatore ci aveva accompagnato nella tragica avventura dell’equipaggio del’astronave Helios, inviato su LV-223 (il pianeta di Prometheus), salvo scoprire che nei 125 anni trascorsi da quegli eventi la luna dove è morto Peter Weyland è profondamente cambiata. Ma come?

La risposta è contenuta proprio in questo secondo volume della serie di Fire and Stone, che prende il proprio via da un evento conosciuto dagli appassionati di Alien ma che non si è mai visto del tutto: la caduta di Hadley’s Hope, la colonia in cui abbiamo visto all’opera Ripley, Hicks e Hudson. Durante l’assalto degli xenomorfi, un gruppo di sopravvissuti riesce a lasciare il pianeta con un’astronave a corto raggio, trovando rifugio sulla luna di Acheron, LV-223; è la stessa astronave che in Prometheus: Fire and Stone compariva, ormai relitto, e che era uno dei tanti enigmi che l’equipaggio della Helios fronteggiava.

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Con Aliens: Fire and Stone iniziano ad arrivare delle risposte, si comincia a vedere non solo la comparsa dei tasselli che rendono più facile comprendere la cronologia degli eventi dell’Alien Universe, ma anche una storia decisamente intrigante. Se nello scorso albo eravamo incuriositi dalle misteriose scritte viste nelle grotte, con questo secondo numero ne scopriamo le origini, le motivazioni, ma soprattutto la mano che ha cercato di sondare l’enigma del componente mutagene degli Ingegneri.

Aliens: Fire and Stone è una lettura appassionante sotto diversi aspetti, in particolare per la costruzione della psicologia dei personaggi, che pur presentando delle situazioni non originalissime (dai sopravvissuti alla sfida del mondo selvaggio) riesce a creare una tensione psicologica che si intreccia alla perfezione con il contesto tipico della saga. La difficoltà di trovare un vero cattivo in Aliens: Fire and Stone è uno dei punti forti del fumetto; la scelta di Nolan Cole, per quanto egoista, è diversa da quella che avremmo fatto noi? Il confine morale tra giusto e sbagliato si affievolisce fino a svanire nell’istinto di sopravvivenza, forse l’unico tratto che da sempre unisce umani e alieni in questo spietato futuro.

Particolarmente riuscito il progressivo crollo psicologico di Russel, che da sopravvissuto diventa studioso e ammiratore delle creature aliene e della misteriosa sostanza nera; il suo distaccarsi dalla vita dei suoi compagni, la continua tendenza a isolarsi sono elementi appassionanti, in particolare se uniti al rapporto di disperata amicizia che Russel instaura con una sonda sopravvissuta da Prometheus, in una relazione che ricorda molto Cast Away e il signor Wilson di Tom Hanks.

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Se la storia di Chris Robertson si inserisce molto bene nel contesto tipico di Alien, la stessa sensazione si ha nel vedere il lavoro di Patric Reynolds e di Dave Stewart, rispettivamente disegni e colori. Ricreare il lussureggiante e infernale ambiente di LV-223, le creature e alcune aberrazioni, il tutto condito da scene di spietata violenza non era facile, sapendo che il lettore ha già una chiara idea di cosa attendersi; si tratta di offrire un qualcosa di conosciuto e atteso rivestendolo di una patina di novità, aggiungendo un qualcosa che stimoli la curiosità, rispettando il canone. Passare dalla morte di Hadley’sHope al pericolo di LV-223 sembra facile, ma il duo Reynolds-Stewart riesce in un lavoro non facile, creando anche scene cariche di una tensione decisamente cinematografica. Nota a margine, in chiusura di capitolo 1 fate compagnia agli autori nel dedicare un pensiero a Giger, il creatore dell’aspetto degli xenomorfi.

Questo volume di Fire and Stone, come il predecessore, contiene un extra sulla realizzazione dell’albo, un contenuto interessante che mostra la cura nel realizzare una visione tecnologica che si concili con quanto ci si attende dalla visione di Aliens: Scontro finale, in modo da mantenere una certa aderenza cronologica. L’intenzione di creare un universo espanso che dia spessore all’Alien Universe è evidente, si tratta di una stretta aderenza alla nuova infornata di pellicole che dovrebbe approfondire l’universo di Alien, e questi fumetti editi da saldaPress sono un tassello importate per ogni appassionato.

Potrete trovare Aliens: Fire and Stone (pagg. 104, euro 12.90) in fumetteria e libreria dal 12 maggio, o in alternativa sullo store on line di saldaPress e su Amazon.

Per essere sicuri di non perdere nemmeno un’uscita dell’Alien Universe di saldaPress (tra cui lo splendido volume Aliens: 30° anniversario), date un’occhiata allo specchietto riassuntivo delle uscite qui di seguito!