Vivo o Morto vol. 1: saldaPress porta Robocop in fumetteria! – Recensione

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Sarà un discorso di parte ma il periodo che va dai primi anni ’80 sino a fine anni ’90 è stato caratterizzato da una ricchezza di personaggi cinematografici incredibile.

Se guardiamo il settore della fantascienza, ad esempio, sono comparsi personaggi come gli xenomorfi, i Predator, Terminator e Robocop. Inevitabile che in questo lasso temporale anche il mondo delle nuvole parlanti accogliesse questi personaggi, ed è grazie a questo slancio che oggi saldaPress ha potuto portare in libreria Vivo o Morto: vol. 1, dedicato al poliziotto robotico di Detroit.

Robocop arriva in libreria con il primo volume di Vivo o Morto!

saldaPress, in questi anni, ha dimostrato di avere a cuore il fumetto ispirato ai grandi capisaldi del cinema fantascientifico. Dopo avere iniziato con la pubblicazione di Alien 30° Anniversario, la casa editrice ha portato in Italia i grandi fumetti dell’Alien Universe, pubblicando spillati e volumi di grande valore, come l’edizione celebrativa della prima serie a fumetti dedicata a Predator.

L’arrivo di Robocop: Vivo o Morto vol. 1 è un passo inevitabile all’interno di una simile offerta. Le vicende dello sbirro robot della Detroit futura sono uno dei simboli più immediati e riconoscibili del cinema di fantascienza, a partire dal primo film, datato 1987, in cui Peter Weller indossava la pesante armatura di Robocop.

Per i pochi che non conoscono la trama di Robocop, ecco un piccolo riassunto.

In un futuro non troppo remoto, la città di Detroit è una zona di guerriglia urbana. Il tasso di criminalità è alle stelle, la polizia è incapace di arginare questa ondata di violenza. In soccorso arriva la megacorporazione OCP (Omni Consumer Product), che intende distruggere la Vecchia Detroit per creare l’utopistica Delta City. Per farlo, la OCP compra letteralmente il Dipartimento di polizia, dopo che la presentazione del suo droide poliziotto, ED-209, ha sterminato metà consiglio di amministrazione durante una dimostrazione.

Astro in ascesa del dipartimento è il giovane agente Alex Murphy, intraprendente ed onesto, che durante un’azione viene brutalmente torturato, lasciato in fin di vita. L’occasione è troppo ghiotta per la OCP, che trasforma quel che resta del corpo (e del cervello) di Murphy nel primo poliziotto cyborg di Detroit: Robocop.

Complice una trama fantascientifica che introduce Robocop tra i migliori film cyberpunk di sempre, il poliziotto robot fa breccia nel cuore degli spettatori con il suo motto ‘Vivo o morto, tu verrai con me’, decretando un successo che condurrà ad altre due pellicole, una serie tv per bambini ed un telefilm.

Già all’epoca il mondo dei comics aveva compreso le potenzialità del personaggio, tanto che tale Frank Miller (si, quel Frank Miller) aveva ideato una sceneggiatura per il secondo capitolo. Del progetto non se ne fece nulla, ma il buon Miller decise di portare l’agente Murphy nel suo mondo, quello del fumetto, e con l’aiuto ai testi di Steven Grant e i disegni di Juan Jose Ryp ecco che arriva il fumetto di Robocop. Recuperatelo, che vale la pena.

È anche merito dei quel fumetto se, dopo anni, il nome di Robocop, tralasciando il recente remake, ancora influenza la cultura pop, al punto che Boom Studio ha realizzato una miniserie in dodici numeri, affidandola a Joshua Williamson (Birthright, per restare in casa saldaPress) e Carlos Magno ai disegni.

Vivo o morto: vol. 1 si colloca cronologicamente tra le prime due pellicole. Robocop è diventato una simbolo per Detroit, e la sua presenza è ormai una figura familiare. A sconvolgere l’equilibrio arriva la proposta della OCP di promulgare una legge che vieti le armi tra i civili, con una campagna di sensibilizzazione guidata dall’ex detenuto John Killian, apparentemente un fautore di una nuova, pacifica Detroit.

Mantenendo inalterato le tematiche classiche del canone cinematografico, Williamson sviluppa magnificamente la narrazione di Vivo o morto, andando a ricostruire quell’intricato sistema di menzogne e interessi corporativi che avevano fatto la fortuna di Robocop al cinema.

La Detroit futura campa sulla disperazione della folla, ne alimenta la folle violenza per lucro. La OCP è una multinazionale spietata che non manca certo di stringere sotto banco la mano alla criminalità. Questa tensione sociale è un ingranaggio essenziale nell’ambientazione di Robocop, e Williamson la utilizza al meglio, dando alla sua Detroit un’anima cinica e meschina, in cui i poliziotti, Murphy in primis, si stagliano come vittime sacrificali, baluardo di una legalità osteggiata da tutti, pronti a scendere a compromessi con le proprie idee pur di non cedere terreno alla criminalità.

Dove Williamson mostra la sua bravura è nell’unire a questo sfondo la personalità dei suoi protagonisti. Introdurre un elemento come il tentativo di Lewis di fare l’esame da detective, una scelta che potrebbe separarla da Murphy. Williamson sviluppa questo tema trasformandolo in un senso di colpa della Lewis verso il collega, dando nel frattempo a Murphy l’occasione di mostrare un suo lato umano, facendo emergere rimpianto ed amarezza per la vita perduta.

La solidità narrativa di Robocop: Vivo o morto vol. 1 è la capacità dell’autore di prendere i punti focali del mito di Robocop adattandoli alla contemporaneità, quasi a voler mostrare che dal concept dell’87 ad oggi la società americana non è cambiata poi molto. E per farlo usa lo spirito più autentico della fantascienza, quella critica ai costumi contemporanei proiettandoli nel futuro.

Nel caso di Robocop, è una proiezione cinica e cupa, in cui non si vede la soluzione ai problemi attuali, bensì la loro piena forza se non vengono fermati prima. Williamson ci guida, tramite Robocop, in una storia fantascientifica che sembra un campanello d’allarme, destreggiandosi tra la costruzione di un’ambientazione fedele all’originale cinematografica e ad una caratterizzazione particolarmente riuscita dei protagonisti.

Ottima l’interpretazione grafica di Carlos Magno. Robocop: Vivo o morto vol. 1 ha la fortuna di godere dell’ampia esperienza del disegnatore, che ha lavorato anche con l’inglese 2000 AD, il cui stile realistico spicca nelle tavole del volume di saldaPress.

Magno riesce a rispettare sempre al meglio l’anatomia dei personaggi, anche nelle tavole più dinamiche. L’utilizzo della gabbia è sempre ordinato, ma con una padronanza tale del media che consente al disegnatore di sfondare i limiti delle singole vignette, trasmettendo quel senso di caotica distruzione che imperversa a Detroit, senza però perdere il senso della misura.

Anche l’utilizzo della violenza, inevitabile in un fumetto di questa natura, è sempre misurata, al limite dello splatter, ma non supera mai quel limite che renderebbe Robocop: Vivo o Morto vol. 1 fastidioso.

SaldaPress continua questo suo viaggio nella fantascienza a fumetti di livello, portando i simboli stessi del cinema sci-fi d’annata nelle nostre librerie. Come per i volumi dell’Alien Universe, anche Robocop: Vivo o morto vol. 1 gode di una confezione solida e ben realizzata, che deve fare bella mostra di sé nella nostra collezione di fumetti.

Ovviamente, l’unica richiesta che si può fare alla casa editrice è di non farci attendere per il secondo volume di questa saga dedicata al poliziotto metallico.

Potete reperire Robocop: Vivo o Morto Vol. 1 A QUESTO INDIRIZZO.