Vikings 6: recensione del nono episodio “Resurrezione” [Spoiler]

Vikings 6 recensione

“Devo dirtelo, Ubbe figlio di Ragnar, quella era proprio la terra dorata” (Vikings 6 x 8)

Dopo ben nove episodi, dobbiamo essere onesti e riconoscere che la sesta stagione di Vikings ci ha riservato, almeno per ora, poche puntate degne di nota e la nona intitolata “Resurrezione”, vista in esclusiva su Tim Vision è proprio una di queste.

La recensione della nona puntata di Vikings 6 intitolata “Resurrezione”, uno dei migliori episodi visti finora della stagione conclusiva della serie TV History

Ma andiamo con ordine facciamo il punto della situazione.

Nella scorsa puntata “Il Valhalla può attendere” abbiamo visto come Ubbe, Torvi e altri di Kattegat, sono stati accolti festosamente dai coloni islandesi sotto la guida di Ketil Flatnose (che gli appassionati di wrestling avranno già riconosciuto essere il canadese Adam J. Copeland, alias Edge): tra un le risate degli astanti e tra un brindisi e l’altro, finalmente fa la sua comparsa nell’accampamento il misterioso viandante Oter, la prima sorpresa riservataci dall’episodio.

La Terra Promessa è a Ovest

La seconda, subito dopo, è che mentre per Torvi si compiono i momenti del travaglio, scopriamo che Oter, dopo aver recitato alcune preghiere in latino, in realtà è un ex religioso sassone che rispondeva un tempo al nome di Athelstan! Voi potete capire la sorpresa mia e ovviamente di Ubbe nell’udire quel nome tanto significativo per la famiglia Lothbrok.

Sulle prime Ubbe vorrebbe ucciderlo ma giustamente Torvi, che forse grazie anche alle preghiere del sassone è riuscita ad avere un parto meno complicato del previsto, lo fa desistere, ricordando al marito che solo Oter conosce il modo per arrivare nel Nuovo Mondo, la cosiddetta terra dorata (Eldorado?). La regia ci mostra il passato di Athelstan, davvero poco caritatevole, e di come invece abbia assunto l’identità di Oter.

Nemici ed alleati

Spostandoci a Kattegat invece assistiamo alla cerimonia di liberazione dalla schiavitù di Ingrid, ambiziosa serva alla corte di Bjorn la Corazza e Gunnhild. Nella stessa cerimonia Re Bjorn decide di prenderla come moglie con il benestare di Gunnhild che però non esista a mettere in guardia la nuova moglie del primogenito di Ragnar e lo stesso fa con Bjorn e le sue responsabilità da sovrano. Responsabilità che arrivano il giorno seguente a causa di una nuova incursione nel regno di Kattegat da parte di esploratori dei temibili Rus.

Per quanto l’idea gli procuri non poco fastidio, Bjorn invia il fidato Erik alla corte di Re Harald Fine Hair (Bella Chioma) nel tentativo di stringere un’alleanza per difendere le proprie terre. Giunto da Harald Erik verrà arrestato e condannato a morte, salvo scampare la condanna per l’intervento dell’ex re Olaf il Grosso, il quale convince il re di tutti i Norreni a cercare un compromesso con Bjorn per difendere la Norvegia dalle mire espansionistiche dei Rus di Kiev.

È dunque giunto il momento che i due nemici Harald e Bjorn tornino nuovamente alleati, per formare un fronte unito con la probabile invasione dei Rus?

Ma ecco la terza sorpresa della puntata: precedentemente avevamo visto come Hitzverk fosse stato bandito da Kattegat dopo aver confessato l’omicidio di Lagertha. Ebbene, nel suo reietto vagabondare nei boschi, incontrerà proprio il tanto temuto fratello Ivar Senz’Ossa, giunto al comando degli esploratori Rus in territorio scandinavo. Ivar, dopo pochi convenevoli, riporta con sé il fratello malato alla corte di Kiev presentandolo a Oleg e alla moglie Katia.

Sul finire della puntata possiamo infine assistere ad una sfilata del grande esercito che il principe Oleg ha radunato a Kiev, minacciando i vichinghi di riprendersi ciò che un tempo era suo. Questa scena a me ha ricordato le grandiose sfilate e parate militari che si possono assistere nella grande Piazza Rossa di Mosca durante la Giornata della Vittoria. Non ho potuto fare a meno di notare lo sguardo preoccupato di Ivar, sentendo il discorso onnipotente di Oleg che vorrebbe annientare una volta per tutte il paganesimo.

Forse, una volta finita la guerra, lui e il fratello potrebbero essere le vittime di un’ondata anti-pagana perpetrata proprio dal sanguinario principe Oleg.

Vikings 6 e la fine del divinità pagane

Come detto all’inizio, questa mi è sembrata una delle migliori puntate di Vikings 6 finora trasmesse: ci sono stati molti colpi di scena che possono portare nuovi e interessanti sviluppi alla trama. Fra tutti questi credo che la situazione più interessante è legata a quello che potrebbe accadere in Islanda: riuscirà Ubbe a scoprire che cosa è accaduto a Floki, oppure partirà con Oter alla volta del continente americano, seguendo la via a occidente? Oppure assisteremo a nuovi episodi di sangue, a causa del viscido Ketil?

Non resta che pazientare fino a settimana prossima, quando andrà in onda l’episodio finale della prima metà di stagione che della serie TV History che, è bene ricordarlo, si concluderà definitivamente con la season 6.