Verónica: l’horror controcorrente che spaventa e ammalia – Recensione

Verónica – recensione

È giunto da poco su Netflix Verónica, l’horror spagnolo che ha affascinato gli spettatori al 2017 Toronto International Film Festival.

La pellicola è stata diretta da Paco Plaza, regista della trilogia REC (2007), che ha preso spunto da un fatto realmente accaduto.

Ovviamente non è il primo horror che si basa su una storia vera o che mostra, alla fine, le foto originali scattate dalla polizia o le interviste dei protagonisti (come L’Evocazione, per intenderci), ma il fatto che abbia un minimo di verità nel profondo motiva una certa curiosità nei suoi confronti.

Sinossi

Madrid, giugno 1991.

Verónica (Sandra Escacena) è una ragazza quindicenne orfana di padre che si occupa dei tre fratellini a tempo pieno, dato che la madre è sempre al lavoro per mantenere la famiglia.

La ragazza non ha ancora digerito la morte del padre e, ossessionata dai rituali pagani, decide di utilizzare una tavola ouija con delle amiche per entrare in contatto con lo spirito del defunto.

Il rituale, però, avviene durante l’eclissi di sole che, secondo le più antiche leggende, è il momento in cui le forze maligne riescono a prevalere sulla luce.

Ben presto Verónica si ritrova a combattere contro incubi, allucinazioni ed eventi inspiegabili e non le sarà facile proteggere la sua famiglia dal demone che la tormenta…

Il filone degli horror incentrati su giovani possedute e rituali satanici sembra essersi ormai esaurito da tempo, come tante altre idee principali sfruttate nel genere horror. Insomma, di ragazzine innocenti che si salvano (e neanche sempre) grazie all’intervento degli esorcisti ne abbiamo viste parecchie e, molto probabilmente, già riuscite ad immaginare come sarà questo film, come finirà e cosa (non) avrà di diverso dai suoi precedenti.

Eppure Verónica vi sorprenderà dall’inizio alla fine, credetemi!

Sicuramente il motivo dell’eclissi non è nuovo (Alla Trentanovesima Eclissi risale al 1979, e di certo non è stato l’unico film a sfruttare questa idea). Nonostante questo, la pellicola nasconde in sé diversi elementi insoliti, che vi lasceranno piacevolmente sorpresi.

Un horror controcorrente

Verónica è un horror di vecchio stampo, che riprende la stessa tecnica utilizzata da Il Sesto Senso, ovvero evita di far prendere degli infarti agli spettatori, prediligendo al contrario una costante sensazione d’inquietudine e nervosismo che perdura anche dopo i titoli di coda.

Tale stato ansioso è dovuto principalmente alla tecnica del “vedo non vedo”, ovvero al ritrovamento di indizi sempre più numerosi che ci fanno capire cosa sta succedendo, ma che non rivelano come trovare una soluzione per sopravvivere. Per farla breve, è come quando si percorre un labirinto talmente a lungo che si riesce a mapparlo completamente e, quando riesci finalmente ad averne una visione completa, di rendi conto che nessuna strada porta all’uscita.

Quest’inquietudine viene però sapientemente mitigata dalla costante presenza dell’elemento infantile-comico.

Come abbiamo scritto prima, Verónica si occupa 24 ore su 24 dei fratellini più piccoli che, con la loro immaginazione e la costante voglia di giocare, rendono la pellicola più leggera e molto meno monotona. Inoltre, vi farà sorridere quasi fino all’ultimo, rendendo quest’horror meno scontato e decisamente godibile.

Anche il personaggio della suora cieca, chiamata da tutti Sorella Morte, vi sorprenderà perché del tutto diversa dalle suore presenti negli altri film dell’orrore.

Dal punto di vista della tecnica, invece, sono due gli elementi che più mi hanno colpito: la colonna sonora e la fotografia.

Innanzitutto, dimenticatevi delle musiche lente e soffocanti alla Dario Argento perché qui non le troverete; la colonna sonora è formata quasi esclusivamente da canzoni rock spagnole degli anni ‘90, che accompagnano la protagonista per strada e che l’aiutano a dormire un po’ durante i fenomeni paranormali notturni.

Per quanto riguarda la fotografia, invece, mi sento di dire che dona una certa soddisfazione visiva fin dalle prime immagini. Essa si basa sull’uso sapiente degli specchi e su un elaborato gioco di riflessi e punti ciechi.

Se a questo aggiungiamo la recitazione molto buona da parte di tutti i componenti del cast (e in particolar modo di Sandra Escacena e dei tre bambini), ci troviamo senza dubbio davanti a uno degli horror più curati degli ultimi anni.

Conclusione

In conclusione, Verónica è la prova che Netflix non si limita ad importare solo horror noiosi o di bassa qualità, né solo pellicole di stampo americano.

Questo film ha il potere di conquistarvi e contemporaneamente di lasciarvi con l’amaro in bocca. Le foto originali del caso del 1991, a cui il film s’ispira, vi inquieteranno più di quanto immaginate.

Da vedere.