Pulsar 2849: alla conquista dell’energia nell’iperspazio – Recensione

Di Alberto Regonini 10 Min di lettura

È già in circolo da un po’ ma è finito sotto le mie grinfie da pochissimo Pulsar 2849, un gioco da tavolo inventato da un professore di scienze, Vladimir Suchy (Last Will), edito da Czech Games Edition e distribuito in Italia da Cranio Creations.

Pulsar 2849, la recensione

Corre l’anno 2849, i terrestri hanno scoperto come muoversi a velocità iperluce e a sfruttare le stelle pulsar come fonte di energia. I giocatori, da 2 a 4, dai 14 anni in su, saranno a capo di una delle compagnie e si contenderanno il dominio dello spazio, scoprendo galassie, costruendo stazioni su nuovi pianeti e imbrigliando l’energia delle pulsar non ancora rivendicate dagli avversari.

Chi sarà il leader incontrastato dell’energia spaziale? Sta a voi scoprirlo in circa un’ora e mezza (la durata target del gioco è infatti di 60-100 minuti).

Pulsar 2849 L’Universo nella scatola

  • 1 plancia ammasso stellare a doppio lato
  • 1 plancia dadi a doppio lato
  • 1 plancia giroscopi
  • 6 plance tecnologia a doppio lato
  • 1 plancia modificatori dado
  • 4 plance QG a doppio lato
  • 17 tessere sistema planetario
  • 6 tessere obiettivo a doppio lato
  • 1 segnalino tempo/round
  • 24 tessere trasmettitore
  • 24 anelli rivendicazione pulsar (6 per colore)
  • 30 tessere giroscopio (10 per ciascun tipo di giroscopio)
  • 3 tessere premio di costruzione da 7 punti
  • 3 tessere premio di costruzione da 4 punti
  • 12 tessere bonus di esplorazione
  • 4 tessere 100 punti (1 per colore)
  • 12 segnalini modificatore dado “+1/-1”
  • 9 segnalini modificatore dado “+2”
  • 12 miniature razzo in plastica (3 per colore)
  • 120 pedine in plastica (30 per colore)
  • 25 cubi ingegneria in plastica bianca trasparente
  • 12 segnalini da 4 cubi
  • 9 dadi argento
  • 1 dado bonus rosso
  • 1 segnalino mediana in plastica gialla
  • regolamento di gioco
  • 4 riassunti dei round
  • manuale delle tecnologie

Armatevi di pazienza prima di aprire la scatola di Pulsar 2849, perché se escludete le poche parti in plastica e le plance “ammasso stellare” e “dadi”, tutti gli altri pezzi sono in cartone e da staccare dai rispettivi blister.

La prima volta ci vuole un bel po’ per riordinare il tutto e iniziare il setup (credo di averci messo almeno mezz’ora). Per fortuna vengono in soccorso numerosissime ziplock, fondamentali per sistemare tutto a fine partita visto che la scatola non ha scompartimenti né divisorie e la gestione dello spazio (stavolta non quello interplanetario) è affar solo nostro.

Nel complesso la qualità dei materiali è buona e il regolamento e il manuale tecnologie sono esaustivi. Curatissime anche le illustrazioni e la grafica (di Soren Meding): sia quelle su plance e tessere che quelle che accompagnano il giocatore nella lettura del regolamento.

Il setup di Pulsar 2849 necessita di un tavolo abbastanza grande. Si piazzano la plancia ammasso stellare, 16 tessere sistema planetario a faccia in giù scelte casualmente e i dadi nel buco nero al centro del tabellone. Si scelgono poi 3 obiettivi e 3 pack tecnologie e si contorna il nostro universo di cartone con questi, tutte le altre plance, i cubi ingegneria e le varie tessere che vanno distribuite sopra o accanto ciascuna plancia.

Ai confini dello spazio conosciuto

Finalmente si gioca a Pulsar 2849!

Ogni giocatore avrà a disposizione 2 razzi (3 in caso di gara a due) e tutto l’equipaggiamento del suo colore, nelle partite avanzate sceglierà anche un QG.

Il gioco si svolge su 8 round, ciascuno suddiviso in 3 fasi, vince chi a fine partita ha ottenuto più punti energia.

Durante la fase dadi il primo giocatore lancia i d6 argento, li dispone nel relativo spazio sulla plancia dadi, si identifica il dado mediano, e ogni giocatore a turno ne sceglie due muovendo una delle sue pedine su uno dei due tracciati della plancia dedicata. Il tracciato ingegneria regalerà cubi bonus a fine turno. Il tracciato iniziativa, invece, può modificare l’ordine di gioco nel turno successivo.

Durante la fase azioni ogni giocatore può usare i dadi scelti per muovere sul tabellone alla ricerca di nuovi sistemi stellari o alla conquista di una pulsar, oppure può usarli per pagare la ricerca di una tecnologia o l’acquisto di giroscopi, trasmettitori o modificatori dadi; il tutto al fine di trovare la miglior combinazione di azioni che ci permetta di accumulare il maggior numero di punti energia possibili (alcune azioni infatti danno punti immediati, altre punti ricorrenti alla fine di ciascun turno). Inoltre, pagando 4 cubi ingegneria, si può utilizzare il dado rosso e copiare il valore del dado rimasto sulla plancia per acquistare una terza azione bonus. Ogni giocatore ha diritto ad utilizzare un dado bonus per turno.

Durante la fase produzione si determina il nuovo ordine di gioco, si assegnano i punti e le penalità e si prepara il round successivo spostando il segnalino tempo.

Al termine degli 8 round si calcolano i bonus relativi ai brevetti viola (che garantiscono bonus interessanti a fine partita), agli obiettivi raggiunti fra quelli scelti nel setup (non dimenticateli!), alla posizione finale nel tracciato iniziativa, alle risorse residue non utilizzate e al numero di pianeti visitati. Fatto ciò si calcola il punteggio finale che, a sorpresa, potrebbe anche ribaltare clamorosamente la classifica provvisoria.

Conclusioni

Difficile dire cosa esattamente aspettarsi da un gioco cosi strutturato. Ai neofiti, Pulsar 2849 apparirà sicuramente complicato e complesso a partire già dal setup ma, di fatto, le meccaniche non sono complicatissime. Quello che può disorientare è sicuramente l’immensità di scelte che si possono effettuare a seconda dei vari scenari.

Partiamo proprio da questo: la plancia principale di Pulsar 2849 ha 2 lati su cui è possibile giocare. Un lato “semplice” senza vicoli ciechi, ed uno “difficile” con vicoli ciechi (che però garantisce bonus maggiori a chi vi si addentra per conquistare pianeti o pulsar).

Inoltre vi sono 12 diversi obiettivi e 12 diversi pack tecnologie combinabili in svariati modi fra loro. Se poi giochiamo una partita avanzata con i QG, le difficoltà di scelta della miglior strategia di vittoria si ampliano ancora. Nonostante tutto, però, questa enorme varietà di possibilità fa piacere ancora di più il gioco, perché ogni partita difficilmente risulterà uguale alla precedente.

Tornando alle meccaniche, probabilmente la più confusa è proprio nella fase dadi dove per lo spostamento delle pedine sui tracciati energia e iniziativa non si usa il punteggio del dado scelto ma la distanza dal segnalino dado mediano.

Faccio un esempio estremo: se su 9 dadi avremo tirato un 2, un 6 e sette 5, il dado mediano (e quindi il segnalino del dado mediano) sarà nello spazio dedicato ai dadi con valore 5. Il giocatore che sceglierà il 6 sposterà la propria pedina di una casella a destra, quello che sceglierà il 2 la sposterà di 3 caselle a sinistra. Nella fase azioni i dadi torneranno poi ad essere usati per il loro effettivo valore. Tranquilli, al secondo turno della prima partita avrete già digerito l’utilizzo di questi dadi pazzerelli.

Anche l’immensa vastità di azioni disponibili (forse addirittura troppe) è motivo di disorientamento. Per fortuna ci viene in aiuto un regolamento di 20 pagine molto bello anche esteticamente e l’indispensabile quanto esaustivo manuale delle tecnologie (non abbiate paura sono solo 4 pagine ma contengono tutto ciò che dovete sapere).

Unica pecca di rilievo è la pochissima, se non addirittura nulla, interazione fra giocatori. Gli unici modi per mettere le banane nelle marmitte dei razzi avversari sono infatti quelli di rubargli la possibilità di sviluppare le tecnologie, che intuiremo interessargli (infatti le tecnologie più ghiotte possono essere sviluppate in esclusiva da un solo giocatore a partita), oppure di superarli nel tracciato iniziativa per scegliere prima i dadi migliori.

In ultimo non possiamo non fare un cenno alla qualità dei materiali: cartone spesso, plastiche di qualità ed artwork di buon livello ci accompagneranno nel nostro viaggio spaziale, insomma la componentistica è sicuramente promossa!

Nel complesso quindi Pulsar 2849 è un gioco interessante, divertente e di media difficoltà, dove la strategia conta quanto la fortuna di un buon tiro di dadi.

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