Primo contatto alieno? Ecco cosa dovremmo fare secondo un professore di Harvard

C’è chi pensa che nel prossimo secolo avremo un primo contatto alieno e chi, invece, crede che gli alieni abbiano già fatto visita alla Terra (tra loro c’è anche il regista di Alien, Ridley Scott). Persone come il professore di Harvard Avi Loeb, fisico teorico pluri-decorato e diventato noto qualche tempo fa perché convinto che gli alieni possano aver visitato il nostro pianeta nel 2017.

Ed è proprio Loeb, diventato virale per i suoi commenti precedenti, che ha scritto un saggio pubblicato da Scientific American, in cui spiega quello che noi, come umanità, dovremmo fare se mai gli alieni facessero la loro comparsa sulla Terra.

Ecco cosa dovremmo fare in caso di Primo Contatto Alieno

Probabilmente con un po’ di delusione da parte dei fan di Independence Day, il nostro primo passo in caso di una visita di E.T. sarebbe “determinare esattamente cosa vogliamo fare”. Il che, in effetti, ha piuttosto senso leggendo le dichiarazioni di Loeb.

“Chiaramente, gli affari interstellari non sono una preoccupazione politica imminente per nessuna nazione in questo preciso momento, quindi non esiste un protocollo internazionale emesso dalle Nazioni Unite su cosa dovremmo fare”, scrive Loeb. “Dovremmo tenere presente che entro un milione di anni, gli esseri umani potrebbero risiedere sulla Luna, Marte o piattaforme spaziali fluttuanti, e ogni comunità potrebbe scegliere di rispondere in modo diverso. È prematuro contemplare una politica globale molto prima che sia richiesta.”

Ma ammesso che, in un prossimo futuro, la razza umana riesca in qualche modo ad entrare in contatto con gli alieni, magari con una Federazione Galattica simile a quella del film di Luc Besson, Valerian e la città dei mille pianeti, quale sarebbe la prima mossa da fare?

“Sarebbe più appropriato stanziare i fondi dei contribuenti per la ricerca dei nostri vicini cosmici, dato il grande impatto che una tale scoperta avrebbe sulla società, superando di gran lunga le implicazioni della scoperta delle onde gravitazionali”, ha aggiunto il fisico.

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Ok, quindi più fondi per la ricerca, ma a quale scopo? Probabilmente mettere le mani su un pezzo di tecnologia aliena, anche se potrebbe essere troppo scioccante per la maggior parte da comprendere.

“Mettere le mani su un pezzo di tecnologia aliena cambierebbe il modo in cui percepiamo il nostro posto nell’universo, le nostre aspirazioni per lo spazio e le nostre convinzioni filosofiche e teologiche”, ha continuato Loeb. “Il nostro shock psicologico sarebbe simile a quello avuto dalle mie figlie quando hanno incontrato bambini più intelligenti di quanto non fossero loro il primo giorno all’asilo”.

E se non dovessimo aumentare i finanziamenti in vista del primo contatto alieno? Allora saranno loro a trovarci per primi.

“La possibile esistenza di ET non scomparirà se li ignoriamo, proprio come la Terra ha continuato a muoversi intorno al sole dopo che le autorità religiose si sono rifiutate di guardare attraverso il telescopio di Galileo”, ha concluso Loeb. “I dinosauri hanno dominato il pianeta per molti milioni di anni, ma il loro regno è stato bruscamente interrotto 66 milioni di anni fa, quando la gigantesca roccia Chicxulub si è presentata in cielo, in rotta di collisione con la Terra”.