Lun 28 Aprile, 2025

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I Peccatori, vampiri a ritmo di Blues – recensione

I Peccatori, il nuovo film di Ryan Coogler, regista dei due Balck Panther e di Creed, non è un film tratto da un fumetto, un romanzo o un videogioco. Questo lungometraggio parte infatti da un’idea originale dello stesso Coogler e, con i tempi che corrono, è già di per sé una notizia, resta da capire se buona o cattiva.

Peccatori dal viso pallido

Siamo nel Mississippi degli anni ’30, Smoke e Stack Moore sono due fratelli gemelli che hanno intrapreso la carriera criminale a Chicago al soldo nientemeno di Al Capone. Tornati nella terra natia i due decidono di comprare una segheria abbandonata per farne un jukebar, locale dove  si suona il Blues e si tracanna alcool illegalmente. Per far funzionare il tutto i gemelli si affidano al vecchio suonatore d’armonica Delta Slim, al cugino Sammie prodigio delle chitarra, e ad altre vecchie conoscenze della zona. Sembra tutto perfetto, fino a che arriva l’uomo bianco a rovinare la festa.

I Peccatori è un film e una metafora, nel senso che quello che vuole fare Coogler è raccontare come gli afroamericani vengano vessati nel sud degli Stati Uniti negli anni ’30 e come purtroppo succede ancora ora. La metafora però è tutta in superficie e non bisogna certo leggere tra le righe quando i vampiri, perché sì, questo è un film di vampiri, sono dei bianchi che rovinano la festa a degli uomini di colore. Va detto che in un film che vuole essere un blockbuster, anche un metaforone così sparato in faccia funziona, nonostante il collega di Coogler, Jordan Peele, ha dimostrato con 3 film, che si può parlare di razzismo in un film horror, in maniera meno grossolana.

Per essere un Blues Man, bisogna essere un peccatore

Altro riferimento piuttosto palese è legato al classico musicista che vende l’anima la diavolo per diventare grande. Nella storia della musica Blues e Rock americana è una diceria piuttosto comune, e la maggior parte dei musicisti di successo vengono “accusati” di essere scesi a patto con il demonio per ottenere il loro inspiegabile talento. Coogler si collega a questa leggenda metropolitana per il personaggio del cugino Sammie, prodigio della chitarra Blues, che con il suo talento risveglierà qualcosa di demoniaco.

I vampiri de I Peccatori vengono richiamati proprio del talento di Sam, e questi non morti sembrano avere un rapporto strettissimo con la musica, mostrato in una bellissima scena di canto e ballo. Senza spoilerare il finale, nelle scena post credit del film il concetto del musicista peccatore che ha venduto l’anima al diavolo viene sottolinea in maniera ancora più netta.

Il momento del giudizio

Non è esattamente il giorno del giudizio quello che si vede ne I Peccatori, ma ci si va abbastanza vicino, almeno per le persone segregate nella ex segheria. Per spiegare il concetto corre obbligo spoiler, se non avete visto il film, potere saltare direttamente al paragrafo successivo. L’unico a salvarsi dai vampiri è proprio Sammie, questo perché, fra tutti i personaggi presentati è l’unico a non avere un passato da peccatore, e quindi l’unico a sopravvivere a questo giorno del giudizio. Anche questo metafora di come i peccati del passato tornano a farsi sentire e di come alla fine della storia diventiamo tutti peccatori, anche il puro Sammie.

I Peccatori

Chi sono i peccatori?

Il punto di forza de I Peccatori è sicuramente la colonna sonora ad opera di Ludwing Goransson, compositore svedese premio Oscar per Oppenheimer. Tutto il fim è accompagnato dalle note ovviamente blues di Goransson, mentre il tema musicale dedicato ai vampiri sembra uscito da un film horror di serie b anni 80 o 90.

I Peccatori non è un film perfetto neanche lontanamente, ma lo sarebbe ancora meno  senza il tocco musicale di Goransson, che figura anche fra i produttori del film, proprio come l’attore principale Michael B. Jordan.

I due gemelli Smoke e Stak sono doppiamente interpretati dal quasi omonimo giocatore di basket dei Chicago Bulls, nonché compagno dei Looney Tunes. Jordan forse non è un attore cosi carismatico come dovrebbe, ma è comunque in grado di reggere il doppio ruolo, anche se, non fosse per il dress code diverso dei due gemelli, sarebbe difficile distinguere uno dall’altro. Per due gemelli è naturale avere due femme fatale, interpretate da Hailee Stanfield e Wunmi Mosaku.

Il giovane Miles Canton è invece il volto e la voce del cugino Sammie, mentre l’altra componente musicale del film è affidata al sempreverde, nonostante l’età, Delroy Lindo, il migliore della combriccola. A Jack O’Conell è affidato il ruolo di Remmick, capo dei vampiri e villain principale del film.

Conclusioni

Scritto e diretta da Ryan Coogler, I Peccatori è un film riuscito, con alcune inquadrature difficili da dimenticare e con un colonna sonora da ascoltare in loop, se amanti del Blues. Al di là della metafora facilona tra vampiri e razzismo, che poi viene comunque rappresentato nel film da alcuni membri del Ku Kux Klan, il film intrattiene soprattutto per la seconda parte, dove il paragone con Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez è d’obbligo. Meno splatter, e anche meno divertente, del film scritto ed interpretato da Quentin Tarantino, I Peccatori usa la prima mezz’ora di film per caratterizzare i personaggi che dovranno vedersela poi con i vampiri.

Consigliato per passare due ore abbastanza leggere e senza troppe pretese, con (purtroppo) una lunga scena post credit che non fa presagire nulla di buono.