Creepy Past: Nascosto nel buio – Recensione

creepy past copertina

Pochi elementi riescono a stuzzicare la curiosità della gente come le leggende urbane. Qualche anno fa, tutti eravamo abituati a credere che le fogne di New York erano popolate da alligatori (ma sappiamo tutti che al massimo ci vive Curtis ‘Lizard’ Connors). L’evoluzione dei mezzi di comunicazione, social in primis, ha consentito alla leggende urbane di diffondersi ancora più rapidamente, tanto da diventare una sorta di sottogenere letterario, a cui si è ispirata anche la nuova serie young Bonelli: Creepy Past.

Pensata per un pubblico di giovani lettori, al pari di Dragonero Adventures e 4Hoods, Creepy Past è votato maggiormente ad una narrazione dai toni più horror e suggestionati dalle leggende urbane moderne.

Prende il via Creepy Past, la nuova serie young targata Sergio Bonelli Editore

Questa volontà del cast autoriale (Bruno Enna, Giovanni Rigano e Giovanni di Gregorio) è evidente già dal titolo dato alla serie. Creepy Past richiama al termine creepypasta, ovvero quel fenomeno nato su internet in cui le leggende metropolitane sono divenute una fonte di racconti condivisi all’interno di forum, venedno diffusi tramite il tam tam digitale.

La trama pensata da Enna e di Gregorio fa tesoro di questi caratteri tipici del creepypasta, trasformandoli nella base della propria seria. Facendo leva su una narrazione che attinge all’idea dell’esperimento poco chiaro (alla Stranger Things per intendersi) presentato sotto un’ottica apparentemente legittima e nobile.

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La Fondazione REM è un istituto che si occupa di curare i disturbi del sonno, specialmente quando affliggono giovani adolescenti. Qiro è uno di questi pazienti, contrario alla sua permanenza nella clinica, costretto a sottoporsi alla terapia dai genitori preoccupati per la sua condizione. Come lui, sono presenti anche altri giovani, ognuno con la propria patologia da affrontare.

La voglia di creare una rapida empatia con i lettori adolescenti è ovvia, diventando uno di punti forti di questo primo numero di Creepy Past, Nascosto nel buio. Dovendo far leva sulla curiosità per spingere i lettori a restare in compagnia dei giovani protagonisti, Enna e di Gregorio con maestria giocano principalmente sulla costruzione di una dinamica sociale tra i personaggi che sia uno specchio quanto più possibile fedele al mondo adolescenziale.

Caratteri scontrosi si contrappongono a quelli più eclettici e rumorosi, senza lesinare sulla presenza degli antipatici bulletti di turno. Ma a dar un’identità creepy a Nascosto nel buio è un lento crescendo emotivo che si dipana con un buon tempismo, sia nel ritmo della narrazione che nella sua valorizzazione grafica.

Dosare il senso di horror in una pubblicazione pensata per un target young non è facile. Facendo un esempio sulla mia generazione, ai tempi della mia adolescenza Dylan Dog veniva considerato un fumetto horror, senza considerare poi la collana dei Racconti della Cripta, con Zio Tibia che incarnava il massimo dell’horror a cui noi ragazzini potevamo ambire.

Creepy Past ha saputo incarnare una percezione del mistero e dello ‘spavento‘ moderna, pensata per una generazione attuale, abituata ad una diversa percezione della paura. Per raggiungere questo scopo, gli autori hanno giocato molto bene su aspetti reali e ormai noti, come il creepy internettiano, inserendoli nella storia in modo chirurgico, dando alla propia narrazione un tono quasi reale. Personaggi come lo Slasherman sono i nuovi spauracchi, le paure moderne che hanno sostituito babau e uomo nero, divenendo anche protagonisti di nuove saghe cinematografiche horror.

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In Creepy Past questa evoluzione della narrativa horror adolescenziale prende una nuova forma, dando agli autori la possibilità di cercare nuove strade con cui attirare nuove leve di lettori.

Scegliendo questo approccio, Creepy Past riesce a miscelare al meglio immedesimazione dei giovani lettori, stuzzicati da richiami alla loro quotidianità, con quel tocco di fascino dell’horror che viene diluito con abilità nella narrazione, giusto quella goccia che consente di far percepire quanto, nei prossimi numeri, cambierà la vita di Qiro e dei suoi amici.

Fedele alla sua natura di prodotto young adult, Creepy Past ha un tono grafico più leggero rispetto alla tradizione bonelliana. Come per Dragonero Adventures e 4Hoods, anche Nascosto nel buio apre il percorso di questa collana con una visione più morbida del tratto, molto vicina al cartoonesco, ma che non si tira indietro quando si tratta di dare una bella scossa emotiva.

Il tratto di Giovanni Rigano rende giustizia alla natura di Creepy Past. Il suo disegno mirato ad attirare l’attenzione del pubblico giovanile non perde in lucidità, grazie ad una scelta delle inquadrature e alla presenza di tavole particolarmente suggestive, che mantengono un’aria di tensione che attira la curiosità dei giovani lettori.

Impeccabile Alessandra Dottori, che colora l’albo. Le atmosfere diurne alla REM e i più cupi ambienti della storia sono resi al meglio, ma è nei secondi che la colorazione della Dottori sembra esplodere. Sfumature, giochi di contrasti ed una visione cromatica particolarmente accesa sono punti di forza per questa tipologia di pubblicazione.

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Creepy Past si avvale della mano esperta di Marina Sanfelice al lettering, mentre la copertina porta nuovamente la firma di Giovanni Rigano.

Creepy Past si aggiunge alla serie di produzioni Bonelli dedicate ad un pubblico giovane, che viene attirato alla lettura con diverse proposte narrative, dal fantasy all’horror all’umorismo. Bonelli sta attraversando una fase sperimentale, cercando di trovare un equilibrio tra vecchi lettori e nuovi appassionati, conscia del fatto che gli appassionati di domani devono esser, anzitutto, guidati nel modo del fumetto gradatamente, avvicinandoli con prodotti che siano pensati espressamente per loro.

Creepy Past ha appena iniziato la sua avventura, una sfida che segna la sua seconda tappa con Falene, in edicola il 5 giugno.