Sab 5 Ottobre, 2024

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Captain Marvel: a hero is born – La recensione senza spoiler

L’attesa per Captain Marvel è stata lunga, estenuante e, soprattutto dopo gli eventi di Avengers: Infinity War, maledettamente debilitante anche a livello fisico, in particolar modo per chi, come me, attendeva con ansia il debutto di Brie Larson e la sua Carol Danvers nell’Universo Cinematografico Marvel.

La recensione di Captain Marvel, film sulle origini del supereroe che tutti stavamo aspettando

Portare indietro le lancette dell’orologio di una continuity ormai solida e che sta per giungere al suo apogeo non era cosa facile, ma Captain Marvel riesce a farlo cercando di non lasciare per strada troppi dettagli legati a ormai 20 pellicole che si sono ben sedimentate nei ricordi dei fan, diventando una sorta di bagaglio culturale.

Con Captain Marvel Disney e gli Studios confezionano una origin story molto convincente che cerca di far luce sul passato del personaggio, sul perché sia così straordinariamente potente, sulla sua venuta sulla Terra, sul rapporto con Nick Fury (ma chiamatelo solo Fury) e lo SHIELD, e tanto altro ancora.

Quello che ne viene fuori, oltre alla trama già risaputa del film, con lo scontro intergalattico tra Kree e Skrull che approda anche sul nostro pianeta, è il sorgere di un supereroe, con tutto ciò che canonicamente decenni di letture di fumetti ci hanno insegnato e che lo stesso Stan Lee, emozionalmente omaggiato all’inizio del film, ha sempre tenuto a ricordarci: le persone amano, adorano e venerano il lato umano di ogni supereroe.

Vers, questo il nome Kree di Captain Marvel, si ritroverà ad affrontare in primis la consapevolezza di sé stessa, del suo enorme potere che sa già di avere ma che deve imparare ad usare meglio, senza farsi trasportare/tradire troppo dalle emozioni e, soprattutto, riuscire a comprendere come utilizzarlo al meglio e per il raggiungimento di quale obiettivo, nobile scopo che il film tiene sapientemente celato, per poi rivelarlo in uno dei gradevoli e azzeccati (anche se non sconvolgenti) plot twist presenti nella pellicola.

Captain Marvel e la sua ricerca delle proprie origini diventa quindi, fin da subito, il fulcro su cui si regge l’equilibrio del film che cattura lo spettatore fin dall’inizio e lo catapulta immediatamente in una realtà sospesa tra passato e futuro prossimo che, in un certo senso, convergono nel bel mezzo degli anni ’90, epoca che abbraccia nostalgicamente il film senza essere invadente.

L’emozione di ritrovare situazioni, ricordi, suoni e oggetti di quel periodo storico, sarà un bel tuffo al cuore per tutti coloro che hanno vissuto consapevolmente quel decennio, ma contemporaneamente non risulta così distante e forzatamente nostalgica da indispettire le nuove generazioni, le quali sono cresciute con i cinecomic e hanno un’innata familiarità con questo genere cinematografico.

Un film di transizione che ci lancia verso Endagame con una Brie Larson sugli scudi

Brie Larson riesce con la sua impeccabile interpretazione, sicuramente meno epica di quella di Chris Evans sulle origini di Captain America e meno spettacolare dell’Iron Man di Robert Downey Jr. che ha dato origine all’MCU, a regalarci l’eroe che tutti attendevamo, quello di cui abbiamo bisogno in questo momento e che dovrà vedersela con il pazzo e imbattibile Thanos.

Captain Marvel è infatti un film che ci lancia tutti verso Avengers: Endgame, miscelando la narrazione di una necessaria visione d’insieme che traguarda l’Universo Cinematografico Marvel, anticipandolo di una decina di anni, con una giusta dose di azione e combattimenti che raggiungono un’esaltazione (seppur composta) nelle scene in cui Carol comincia a padroneggiare alla perfezione i suoi poteri.

È un momento in cui Carol Danvers esplode in tutta la sua sfavillante potenza, impressionando e impressionandosi, in sequenze spettacolari!

In questo passaggio il pubblico viene rapito e tenuto incollato alla poltrona dalla consapevolezza che il vero potere è ciò che ognuno ha dentro di sé, quello che gli permette di non arrendersi di fronte alle difficoltà, di non abbattersi mai, di cercare sempre di fare la cosa giusta, finanche ad accettare il sacrificio personale.

Nonostante il film comunque segua dinamiche non propriamente originali, la convincente sceneggiatura e una regia accorta fanno sì che la narrazione, che pian piano assume le caratteristiche di storia di transizione, risulti fluida e con poche incertezze, restando su ottimi livelli anche nei momenti (qualcuno anche abbastanza dilatato) di calma tra le varie scene di azione.

Diversi intermezzi comici mai esagerati, a volte purtroppo edulcorati dal “casto” doppiaggio italiano, regalano qualche risata al pubblico in sala che si diverte, si immedesima e si fa coinvolgere, con il gatto Goose che in alcuni passaggi ruba sorprendentemente e in maniera fantastica la scena a tutti, mettendo in secondo piano gli altri protagonisti.

Protagonisti che offrono una buona prova corale accanto alle evidenti doti interpretative da Oscar di Brie Larson, doti che si esaltano grazie ai sempre splendidi Jude Law (Yon-Rogg) e Ben Mendelsohn (Talos), capaci di innescare una gara di recitazione incastonata nello scontro scenico che li vede contrapposti.

Ovviamente non bisogna dimenticare un Samuel L. Jackson (ringiovanito digitalmente e con tutte e due gli occhi) che fa da spalla perfetta alla Larson mettendo in scena un duo niente male con un affiatamento inaspettato.

Pellicola godibile e divertente che prepara il passaggio di consegne all’interno dell’MCU

Captain Marvel è un film davvero godibile, divertente e con un ritmo sempre alto nonostante, ripeto, non raggiunga la solenne magnificenza di altri cinecomic Marvel, cosa che pare comunque ovvia per un vero film sulle origini, senza dubbio uno dei migliori degli Studios.

Sembra quasi che Marvel si sia intenzionalmente limitata frenando un po’ il suo nuovo pezzo da novanta, dato che non si può certo spiattellare al mondo l’incommensurabile potenza di un personaggio che dovrà sostituire sia il Cap che Iron Man, il duopolio supereroistico che ha caratterizzato questi primi 10 anni di MCU.

Carol Danvers è infatti un po’ Steve Rogers e un po’ Tony Stark: donna dedita al sacrificio e alla difesa dei più deboli, nonché eroe sfavillante ed efficiente che ostenta i suoi poteri senza mai dimenticare la propria umanità.

In tutto ciò, come ben notate, non ho fatto mai riferimento al fatto che stiamo parlando del primo film Marvel interamente dedicato a un supereroe donna perché, nonostante si sia cercato di rinchiudere Captain Marvel in determinate “visioni”, a noi fan non interessa che si tratti di un uomo o una donna, non interessa il genere di coloro che si sacrificano per il prossimo e per la difesa dell’umanità, perché l’eroe e il suo coraggio oltrepassano distinzioni, diversità e differenti punti di vista.

A hero is born, ed è solo questo che a noi importa!

Captain Marvel ci ricorda quanto amiamo la parte umana di ogni suopereroe

L’eroe, anche padroneggiando i superpoteri più incredibili, vincerà sempre grazie alla sua umanità, al suo essere fallace, al suo essere schiavo di emozioni e sentimenti, al suo essere comunque umano e altruista, vicino a ognuno di noi più di quanto possiamo mai pensare.

Se c’è una lezione che questo film vuole ricordarci è proprio quello che c’è sempre un eroe in ognuno di noi e, ricordando il mai abbastanza compianto Stan Lee: «Credo che anche solo una persona possa fare la differenza».

Andate al cinema a vedere Captain Marvel, portate i vostri figli, regalatevi due ore di divertimento e sognante speranza perché un nuovo eroe è nato e Thanos dovrà adesso vedersela anche con lei! (e non dimenticate il fumetto che vi verrà regalato all’entrata)

P.S. Personalmente, oltre agli ovvi riferimenti alla cultura pop degli anni 80/90, ho notato  qualche divertente strizzatina d’occhio a pellicole come Top Gun, Spider-Man e altre ancora, fatemi sapere se sono solo frutto della mia fervida immaginazione oppure no con un commento qui sotto!

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