Pandemic: La Caduta di Roma, esistono invasioni barbariche divertenti? – Recensione

Pandemic La Caduta di Roma

Dopo aver salvato l’Olanda dell’innalzamento dei mari è arrivato il momento di salvare anche Roma dalle invasioni barbariche, nel nuovo spin-off della saga di giochi da tavolo di Matt Leacock, Pandemic: La Caduta di Roma.

Ad affiancare Leacock nel debellare il nuovo virus che minaccia i confini dell’Impero Romano, però, questa volta troviamo il “nostro” Paolo Mori (Ethnos, Libertalia), mentre Asmodee si è occupata ancora una volta di portare in Italia il gioco edito da Z-Man Games.

Pandemic: La Caduta di Roma – Recensione

Pandemic: La Caduta di Roma, come i suoi predecessori, è un titolo collaborativo per 1-5 giocatori, in cui saremo chiamati a difendere la capitale dell’Impero Romano durante gli anni che hanno visto il declino della sua società.

Potranno servire l’Impero giocatori dagli 8 anni in su, in partite della durata di circa 45/60 minuti (ma si tratta in realtà di due bugie stampate sulla scatola, e più sotto scoprirete il perché).

 

Nella scatola di Pandemic: La Caduta di Roma

All’interno della scatola di Pandemic: La Caduta di Roma troveremo ad attenderci:

  • 7 Miniature in plastica con basi di supporto
  • 7 Carte Ruolo/Carte di Consultazione
  • 1 Carta di Consultazione
  • 59 Carte Giocatore
  • 48 Carte Contaminazione
  • 4 Vetrini
  • 96 Cubi Malattia in legno
  • 6 Stazioni di Ricerca in legno
  • 4 Segnalini Cura
  • 1 Segnalino Livello di Contaminazione
  • 1 Segnalino Focolaio
  • 1 Tabellone
  • 1 Regolamento

Tutto il materiale è di ottima qualità, partendo dal dettagliato tabellone e passando dalle carte, le pedine in legno e le utilissime carte riepilogative che includono praticamente tutto quello che dovete conoscere per distinguere questo nuovo pandemic dai tanti altri che si trovano sul mercato (e probabilmente nella vostra libreria).

Come ormai saprete, solitamente cerco di trovare qualche difetto sul materiale ma qui, a parte i cubo-barbari che, siamo onesti, non potevano essere realizzati diversamente, è tutto curato a regola d’arte.

Potete dargli un’occhiata più da vicino direttamente qui sotto, nel nostro unboxing:

L’ambientazione è resa ottimamente dagli artwork e dalle grafiche di Atha Kanaani, Olly Lawson e Antonio Maínez, che contribuiscono non poco al tuffo nel passato cui saranno chiamati i giocatori che dovranno difendere l’Impero.

Un’impresa non semplice, che tenterò di riassumervi velocemente nelle meccaniche di gioco.

Pandemic La Caduta di Roma

Riscrivere la storia, un cubo alla volta

Cercherò di non dilungarmi troppo nella spiegazione delle meccaniche. D’altronde stiamo parlando di un titolo della storica saga di Pandemic, in cui il core game è rimasto invariato negli anni ed è ancora oggi sinonimo di garanzia.

Brevemente, per chi non sapesse di cosa stiamo parlando: in Pandemic i giocatori devono fare fronte comune contro una minaccia rappresentata da virus, innalzamento dei mari, incubi antichi e, nel caso di Pandemic: La Caduta di Roma, orde barbariche.

Per farlo avremo a disposizione diversi personaggi con abilità e caratteristiche uniche, controllati dai singoli giocatori, che viaggeranno all’interno dell’Impero spostandosi sul tabellone da una città all’altra. Queste saranno prese d’assalto dai barbari provenienti dai confini, seguendo dei percorsi prestabiliti da un mazzo di carte (e qui abbiamo già alcune differenze dai precedenti Pandemic).

 

I giocatori, nel tentativo di arginare i flussi migratori dei barbari, dovranno raccogliere un numero sufficiente di carte per allearsi con il popolo invasore di turno combinando un certo numero di carte dello stesso colore; evitando al contempo che troppe città vengano saccheggiate (quando dovremo mettere un quarto cubo-barbaro sulla stessa città); evitando che Roma venga conquistata; che finiscano le carte da pescare; o che non rimangano più barbari nel loro pool di partenza.

Pandemic La Caduta di Roma

La coordinazione tra i giocatori sarà fondamentale. Dovremo infatti parlare (tanto) con i nostri compagni di gioco, individuare una strategia a lungo termine e far fronte alle rivolte improvvise che scoppieranno di tanto in tanto durante la partita.

Ad aiutarci avremo le legioni romane che, dopo esser state reclutate in uno dei forti collocabili sulle nostre città, potremo portarci a spasso per l’Impero e inviare in battaglia contro i cubo-barbari presenti nella stessa città. Ridurre il numero di barbari presenti sul tabellone sarà infatti l’unico modo per ritardare il più possibile la caduta di Roma.

Se riusciremo a pacificare tutte le tribù barbare, o pacificarne solamente alcune ma rimuovendo tutti i cubi dal tabellone di quelle “più ostili”, allora avremo salvato l’Impero e vinto la partita.

Pandemic La Caduta di Roma

Conclusioni

I più esperti della saga di Pandemic si saranno accorti subito di alcune differenze fondamentali con i suoi predecessori. A partire dalla presenza dei dadi necessari per combattere i barbari che, lasciatemelo dire, non è solamente storicamente accurato (ci vuole sempre anche un po’ di fortuna sul campo di battaglia no?), ma implica la necessità di una riflessione più profonda a livello strategico.

Sarà davvero necessario spostare tutte quelle truppe dai confini? Dovremo attaccare con tutte le nostre forze rischiando di perdere legioni preziose che, con il proseguire del gioco, saranno sempre di meno? (Anche se potremo arruolare i barbari delle tribù alleate). Queste sono solamente alcune delle domande che continuerete a porvi quando si tratta di gestire le nostre forze in Pandemic: La Caduta di Roma.

 

Ed è giusto che sia così perché in Pandemic si deve parlare, tanto. Serve mettere giù una strategia comune, rivedere costantemente i propri piani per adattarsi all’intensificazione del barbari… motivo per cui potrebbe risultare complicato giocare con un bambino di 8 anni o, difficilmente, riuscirete a restare nei 45 / 60 minuti di gioco indicati sulla scatola.

Fidatevi se vi dico che passerete più tempo a discutere della giusta strategia da adottare, piuttosto che effettuare il vostro breve turno di gioco. E tutto questo diverte, probabilmente più dei suoi cugini della stessa saga che già avevano una forte interazione tra i giocatori attorno al tavolo.

La rigiocabilità è pressoché infinita e, quando diventerete dei veterani al comando delle vostre legioni, le tre differenti modalità di difficoltà metteranno alla prova il centurione che è in voi.

Certo, stiamo pur sempre parlando di Pandemia, con tutti i difetti che il sistema si porta dietro da tempo (la possibilità che emerga un leader nel gruppo e l’intera sessione venga pilotata è sempre dietro l’angolo). Ma, nonostante vi ritroverete a perdere più partite di quante vorreste, poco dopo sarete ancora una volta lì, ad intavolare Pandemic: La Caduta di Roma nel tentativo di cambiare la storia.