Sab 27 Luglio, 2024

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Tropico 6: libero dittatore in libero stato – Recensione

Sono passati cinque anni da quando abbiamo indossato per l’ultima volta i panni di El Presidente, il dittatore digitale più simpatico di sempre.

Tropico 5 ci ha fatto compagnia a lungo con vari DLC, ma il ritorno sulla scena politica tropicale necessitava di una nuova versione. Ed eccoci quindi ad affrontare Tropico 6, disponibile su Steam.

Tropico 6 ci riporta alla guida di una dittatura tropicale, tra piantagioni e ribelli da controllare!

La curiosità per questa nuova iterazione del popolare gestionale era legata anche al cambio di software house, dato che Haemimont Games ha passato il testimone alla tedesca Limbic Entertainment (Might & Magic).

Nonostante questo cambio di casacca, i giocatori appassionati della serie si aspettano che Tropico 5 mantenga lo spirito della saga, in cui il ruolo di dittatore viene costruito facendo sempre attenzione alla profonda costruzione della dinamica economico-sociale.

Ridurre a semplice impianto da city builder (sul modello di Surviving Mars o Frostpunk) il gameplay di Tropico 6, sarebbe scorretto. Giocando il nuovo titolo di Limbic Entertainment è stato subito chiaro che il punto critico del gioco non è tanto l’espansione edilizia scriteriata, ma la difficoltà nell’impostare una politica sociale che sia in costante equilibrio tra le diverse spinte che il nostro alter ego dovrà gestire.

Tutto sta nello scegliere che tipo di leader vorremo essere: sosterremo i più poveri o diventeremmo l’uomo dei poteri forti dell’isola? E come gestiremo le ingerenze straniere?

Tropico 6 fa di questa scelta uno dei suoi punti essenziali, spingendosi oltre quanto fatto di buono finora dalla saga.

Al giocatore viene chiesto di essere rapido nel prendere una propria posizione e capire quali siano le aspettative del proprio elettorato. All’inizio mi son lasciato prendere dall’amor patrio, cercando di accontentare la fascia più bisognosa della mia popolazione. Ecco quindi che aumentavano le richieste in materia di educazione, con una serie di incarichi che, se conclusi, comunque mi avrebbero messe in difficoltà con la parte ricca dell’elettorato.

E qui, scatta il consiglio: fate attenzione a cosa vogliono i vostri cittadini. La gestione capillare della popolazione o dei singoli edifici è essenziale, dato che la microgestione dei diversi aspetti di Tropico 6 è possibile grazie ad un’interfaccia intuitiva e completa

Che si tratti delle sensazioni di un cittadino o delle spedizioni delle merci, le schermate sono sempre chiare e dettagliate, con tutte le specifiche necessarie per poterci muovere con sicurezza e fare le opportune valutazioni.

In realtà è grazie a questa precisione che emerge uno dei problemi di Tropico 6. Mi è sembrato poco realistico che gli introiti maggiori arrivassero dal commercio esterno, lasciando che i servizi economici dell’isola fossero in realtà in perdita. In diverse occasioni, ho dovuto adempiere missioni in cui mi veniva richiesto dalla popolazione di edificare nuovi cinema o luoghi di intrattenimento, nonostante quelli già presenti siano in perdita non diano i risultati sperati.

tropico 6

Gestire tutto questo, in realtà, rappresenta una sfida interessante, considerando che non sempre i nostri cittadini si comportano in maniera logica. Costruiamo una conceria e immaginando servano nuovi alloggi, piazziamo lì accanto un condominio, eppure i nostri lavoratori preferiscono le baracche altrove. Sicuramente complice la mia smania di edificare quanto prima un’isola moderna e ricca di fonti di guadagno, costruire troppo rapidamente è una tentazione da tenere a freno.

In questo veniamo aiutati anche dall’intelligente gestione dei nuovi edifici che potremmo costruire. Potendo iniziare da diverse periodi della storia, man mano verranno presentati nuovi edifici che siano specchio dei tempi che cambiano.  Particolarmente avvincente, specialmente nella modalità sandbox.

La novità più interessante di Tropico 6 è però l’espansione della mappa di gioco. Non avremo a disposizione solamente un’isola ma un intero arcipelago, che potremo pian piano conquistare e controllare. IL passaggio tra le varie isole sarà consentito da ponti che verranno edificati automaticamente, dimostrando come Limbic abbia migliorato non poco le infrastrutture di comunicazione nel gioco.

Limbic è riuscita nel compito di mantenere inalterate le caratteristiche principali della serie, dando però a Tropico 6 nuovi dettagli che sono un’aggiunta essenziale per trasmettere un senso di veridicità al nostro dominio. Dai tunnel ad una migliorata infrastruttura dei trasporti, Tropico 6 ha la solidità dei precedenti capitoli e l’inventiva di alcuni nuovi spunti, riuscendo a conciliare tradizione e novità.

Se a questo aggiungiamo una grafica curata e colorata, abbiamo un altro buon motivo per apprezzare il lavoro di Limbic Entertainment. Pur non creando un passo evolutivo marcato rispetto ai predecessori,  il motore grafico di Tropico 6 consente di creare scenari caraibici colorati e ben definiti

Tropico 6 è non solo indicato agli amanti della serie gestionale caraibica, ma è un videogioco perfetto per tutti coloro che cerchino un titolo gestione impegnativo e divertente, che mantiene la sua solidità anche zoomando al massimo per apprezzare il livello di dettaglio della nostra isola.

In mezzo a tutti questi pregi, Tropico 6  lascia una sensazione di soddisfazione, che però non nasconde il fatto che Limbic avrebbe potuto osare qualche innovazione in più per dare un rinnovo alla saga. La possibilità di ulteriori integrazioni nei prossimi mesi potrebbe supplire a questa mancanza. Nel frattempo, godiamoci la nostra irriverente dittatura!

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