Lun 14 Ottobre, 2024

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The Surge, il futuro dei soul-like? – Recensione

The Surge, il nuovo action-RPG di Deck 13, ambientato in futuro decadente e in salsa robotica

Facciamocene una ragione, accettiamolo: la Terra del futuro sarà uno schifo. Che sia cinema, fumetto o videogioco il nostro pianeta nei prossimi anni ha un’ottima possibilità di diventare un vero e proprio inferno. Su questa scia si muove anche The Surge (disponibile da settimana scorsa su Steam), il nuovo titolo di Deck 13, già creatori di Lords of the Fallen; volendo staccarsi dall’ormai classica impostazione fantasy, anzi dark fantasy, dei soul-like, Deck 13 ha preferito portarci in un mondo dalle tinte fantascientifiche. In The Surge, la Terra futura è ridotta al collasso (e ti pareva…), con un ecosistema oramai orrendamente compromesso. Una corporazione, la CREO, ha deciso di tentare di ripristinare la natura sulla Terra, tramite una bonifica a livello planetario; per farlo serve però manodopera, e quindi vengono assunti operai che, tramite esoscheletri potenziati, affianchino i robot occupati nelle fasi più pesati dell’operazione. Noi siamo uno di questi operai.

All’inizio, nei panni Warren arriviamo in uno dei centri di arruolamento della CREO, e ci arriviamo sulla nostra sedia a rotelle. La sensazione di menomazione del personaggio si unisce a quella di degrado, di minaccia incombente che viene trasmessa dalla presenza di guardie armate; giunti alla stazione, ci dirigiamo lungo la struttura verso la nostra prima scelta: il ruolo che avremo nel gioco. Warren può scegliere due diversi RIG, ovvero moduli base dell’esoscheletro su cui poi verranno applicate le migliorie: leggero e multiuso (per un gameplay dinamico e da colpo rapido) o da fatica e che si basa sulla forza (il picchiatore di turno, per intendersi). Si tratta di una scelta che decide il nostro futuro approccio a The Surge, quindi considerate bene quale stile vi sia più congeniale; una volta fatta la scena, Deck 13 ha deciso di mostrarci come non sarà una passeggiata quella che ci attende, con una scena bella tosta dedicata all’innesto del RIG. Stomaci deboli, astenersi.

Al nostro risveglio scopriamo che qualcosa, là fuori, è andato decisamente storto! I robot si ribellano, e anche gli operai innestati non sono molto amichevoli, trasformando il nostro primo giorno di lavoro nell’anticamera dell’inferno. The Surge punta molto al coinvolgimento del giocatore nell’ambiente di gioco. Messaggi da altoparlanti, schermi che rimandano comunicati della CREO e un comparto audio ricco di suoni tipicamente da industria pesante sono punti essenziali nella caratterizzazione del terreno di gioco; l’ambiente industriale fatiscente è reso molto bene, specie all’inizio, in modo da dare la giocatore la piena padronanza di The Surge.

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In The Surge è possibile selezionare dove colpire i nostri avversari

Se l’impatto visivo è notevole (anche se non privo di qualche difettuccio), il discorso si complica un po’ quando ci si addentra nel gameplay. Warren, a prescindere dal RIG scelto, dovrà affrontare diversi nemici, dal semplice operaio al drone volante, senza dimenticare macchinari di una certa imponenza e i boss classici; nel farlo, tramite il puntamento sarà poi possibile mirare a parti specifiche del nemico, con quelle più deboli segnati in azzurro. Dopo aver causato sufficienti danni all’avversario, consumando stamina ma caricando la barra dell’energia, è possibile dare il via ad una mossa finale,con una buona possibilità di ottenere parti meccaniche da riutilizzare per potenziarci direttamente strappandole al corpo del malcapitato avversario.

Vivendo in una società che fa del riciclaggio e recupero un motivo di vita, poteva mancare questo aspetto? Ovviamente no! Tornando nelle apposite MedBay, potremo sia potenziare il nostro RIG che creare e upgradare armi e corazze. Il RIG merita una certa cura, visto che aumentando il suo output energetico potremo avere sia un maggior numero di innesti (che ci permettono di curarci, tra le altre cose) che di disporre di una maggior quantità di energia da utilizzare per aprire porte o attivare meccanismi. Per non renderci facile la vita, ogni volta che moriremo (e lo faremo!), perderemo tutti i nostri preziosi rottami, che ci attenderanno al nostro cadavere per esser recuperati per qualche tempo.

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In The Surge avremo la possibilità di sfruttare diversi innesti

The Surge fa del combattimento il suo cuore. In questa fase è fondamentale tenere sotto controllo le tra barre in alto, vita, stamina e energia. Per compiere le azioni attingeremo alla barra della stamina, che determina la nostra possibilità di colpire, schivare o il tipo di attacco (rapido o potente) a nostra disposizione; questo aspetto deve esser rapportato anche al tipo di arma che usiamo, se leggera o pesante. Le armi leggere sono rapide, consentono un discreto di numeri di colpi a scapito dei danni, mentre le armi pesanti sono più lente al primo attacco ma acquisiscono rapidità con il susseguirsi degli attacchi; ogni arma ha una propria gamma di movimenti, combo, e l’utilizzo prolungato rende Warren esperto, il che si traduce in un maggior danno e un ridotto tempo per effettuare combo.

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La schermata di controllo del nostro Warren in The Surge

Apparentemente il combat system sembra vario ed appassionante, ma alla lunga si traduce in un semplice attacco-schiva, che unito alla possibilità di trovare scorciatoie nelle mappe (di per sé già abbastanza compatte) non è esattamente il punto forte di The Surge; unendo a questo alcuni casi in cui il puntamento fa a cazzotti con la telecamera complicando la vita e a certi ingombri ambientali (ho visto nemici saltare per delle scale in modo assurdo, ma tant’è), quello che dovrebbe essere il valore massimo di The Surge risulta un po’ deludente, con una certa propensione alla ripetitività. La curva di apprendimento e la relativa crescita di difficoltà dei nemici (Boss in particolare) è una piccola consolazione, ma lascia comunque una sensazione di incompletezza.

The Surge, nonostante questa pecca, rimane comunque un titolo interessante, una variazione sul tema dei soul-like, che mostra un buon impegno da parte di Deck 13, ma che ha ancora qualche piccola miglioria da studiare per essere un titolo completo a tutti gli effetti.

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