Star Wars Battlefront 2: microtransazioni sotto accusa anche in America!

star wars battlefront 2 cover

Star Wars Battlefront 2 inizia a riscontare lamentele sulle microtransazioni e i loot boxes anche in America

Seguire l’andamento della dilagante polemica sulle microtransazioni e i loot boxes di Star Wars Battlefront 2 sta diventando incredibilmente impegnativo. Se finora la polemica aveva colpito solo in Europa, con particolare attenzione di Olanda e Belgio, ora il contenzioso sembra presentarsi anche in patria.

EA , infatti, ha incassato la prima lamentela su territorio americano, con un’accusa di “atteggiamento predatorio” mosso al colosso dell’intrattenimento da due politici statunitensi, sempre in riferimento ai loot boxes del titolo di Star Wars.

Due rappresentati dello stato delle Hawaii, Chris Lee e Sean Quinlan, entrambi appartenenti ai Democratici, hanno tenuto una conferenza stampa due giorni fa (20 novembre), in cui descrivono Star Wars Battlefront 2 come “un casinò online a tema Star Wars, ideato per attirare i ragazzini per spedere denaro”. Citando la celebre battuta dell’Ammiraglio Ackbar, Lee commenta “É una trappola!”

star wars battlefront 2 loot

Il rappresentante hawaiiano continua sostenendo che per proteggere coloro che “non sono psicologicamente ed emotivamente sufficientemente maturi per scommettere“, con ovvio riferimento agli adolescenti, sarà suo impegno “controllare che quest’anno emerga una legislazione che proibisca l’accesso , o che impedisca la vendita di tali videogiochi, a persone sotto una certa fascia di età, per poterne tutelare le famiglie, oltre a proibire diverse meccaniche di questa tipologia in altri titoli”

La conferenza stampa è stata pubblicata anche su Reddit, e Lee ha anche intavolato un confronto nel post.  Il politico americano sostiene che lui ed il suo gruppo sono stati in contatto con colleghi “in un buon numero di altri stati che stanno considerando in questo momento come approcciarsi a tale problematica“. Condannando i loot boxes di Star Wars Battlefront 2 come “espressamente ideati per cacciare e sfruttare la psicologia umana alla stessa maniera dei casinò“, Lee sprona i cittadini americani a prendere contatto con i propri legislatori e spingerli a prendere una posizione, in modo da sapere come affrontare questa battaglia contro tali sistemi di gioco.

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Finora, i loot boxes di Star Wars Battlefront 2 non hanno infranto alcune legge americana sulle scommesse, visto che per ogni acquisto è contemplata una ricompensa, a prescindere dal valore dell’item ottenuto. Questa distinzione ha impedito a PEGI ed ESRB di porre un limite all’età per l’acquisto di Star Wars Battlefront 2, non potendo addurre l’accusa di gioco d’azzardo, e per poter muovere questo sospestto sono comunque necessari di nuovi interventi normativi.

Ora che il dibattito su Star Wars Battlefront 2 si è spostato anche sul suolo americano, non ci resta che seguire con maggior attenzione cosa accasdrà, ma tutto dipende anche dalla forma che prenderà la manovra politica di Lee e Quinlan e da quanti stati dell’Unione si uniranno a questa campagna. Potremmo essere in presenza del punto nodale del futuro dei loot boxes e delle microtransazioni nel mondo del gaming?

In attesa di questa risposta vi mostriamo il video (in lingua originale) della conferenza stampa dei due politici americani.