Star Trek Discovery: Scegli il tuo dolore – Recensione

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Scegli il tuo dolore, il nuovo episodio di Star Trek Discovery, ci mostra un Lorca strepitoso

Anche questo lunedì Netflix ci riporta nel futuro di Star Trek Discovery con un nuovo episodio, Scegli il tuo dolore. Reduci dalla deludente spiegazione del motore a spore della scorsa puntata, Il coltello del macellaio non si cura del pianto dell’agnello, il nuovo episodio ha il difficile compito di rialzare il carisma altalenante di questo nuova rappresentazione del mito di Star Trek.

Il vero protagonista di questa puntata è Gabriel Lorca, il capitano della Discovery, interpretato da Jason Isaac. Prima di Lorca, i capitano protagonisti delle serie di Star Trek erano sempre rappresentati come personaggi positivi, costretti a volte a dover compiere scelte difficili ma che, per assurdo, esaltavano il loro aspetto sempre positivo. Lorca riesce a presentare una differente visione di questa tipologia di personaggio. Dopo averlo visto in maniera diametralmente opposta ai suoi predecessori sullo schermo, con Scegli il tuo dolore possiamo finalmente iniziare a capire da dove prenda origine questo differente comportamento.

Choose Your Pain

Partecipando ad un summit con il vertice della Flotta Stellare, Lorca mostra come la sua nave si stia dimostrando il punto forte della guerra contro i Klingon, grazie al suo (ridicolo) motore a spore. La veemenza con cui il capitano difende il suo operato si contrappone alla decisione degli ammiragli di mettere la Discovery a riposo, evitando l’uso del suo motore, evitando di mettere i Klingon sulle tracce dell’arma segreta della Federazione. Al contempo, viene richiesto di condividere tutti gli schemi tecnici dell’invenzione di Stamets, oltre agli studi sul tardigrado, che sembra essere il vero punto di svolta nell’utilizzo di questo motore.

Deluso dall’andamento dell’incontro, Lorca fa ritorno alla sua nave, ma viene intercettato da un vascello Klingon che lo rapisce, per ottenere informazioni sull’arma segreta della Discovery.

Lorca finisce in cella con altri prigionieri, tra cui Harry Mudd. Il personaggio è una vecchia conoscenza degli appassionati, visto che compariva nella serie classica nel ruolo dello scaltro contrabbandiere, interpretato da Roger Carmel in storici episodi come Il filtro di Venere. In questa nuova veste, tocca a Rainn Wilson dare vita al contrabbandiere, dovendosi cimentare con un confronto decisamente scomodo.

Il Mudd ‘classico’ è un personaggio non positivo ma guascone, simpatico. Inadatto al nuovo contesto in cui Star Trek Discovery si colloca, il che ha richiesto un nuovo carattere del personaggio, un nuovo Harcourt Fenton Mudd. E Wilson riesce nell’intento. Il suo Mudd è più cupo, cinico e spietato, meno simpatico e piacione, ma più determinato a sopravvivere, ad ogni costo. Rimane un maestro dell’inganno, anche in Scegli il tuo dolore, in cui inizialmente sembra essere la via di salvezza di Lorca.

Questa parte dell’episodio è stata bene scandita, sia nei ritmi che nei colpi di scena. Merito di Isaac e Wilson, che danno ai propri personaggi la giusta dimensione per coinvolgere lo spettatore. Lorca, in particolare, viene approfondito con una rivelazione del suo passato che può essere la chiave per comprendere il suo carattere e la sua durezza.

La prigionia sulla nave prigione Klingon è l’occasione per stuzzicare gli spettatori, non solo mostrando quanto sia dannatamente tosto Lorca (che per ora è il personaggio più interessante di Star Trek Discovery), ma creando una dinamica a tre tra i prigionieri in cui veniamo confusi e raggirati con furbizia, fino alla rivelazione finale. E personalmente non sono ancora del tutto convinto che ci abbiano svelato esattamente tutta la verità, su quella nave…

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Scegli il tuo dolore è un buon episodio perché sa come suddividere in modo equilibrato i due scenari presentati, Lorca incarcerato e la Discovery in cerca del capitano.

Saru assume il comando, ed il suo rapporto con la Burnham non può essere più teso. Tra i due si instaura una relazione fatta di recriminazione, rabbia e rimpianti, che porta l’alieno a vedere la donna come un pericolo, salvo poi portarlo ad aprirsi con lei e chiarire la loro posizione. Al centro delle tensioni, in questo episodio c’è il tardigrado, il vero motore della tecnologia a spore.

Burnham vorrebbe smettere di usare l’animale, vedendo come il suo sfruttamento comporti sofferenza per la creatura, ma Saru, troppo preso dalla ricerca del suo capitano, non esita ad imporre alla sezione scientifica l’uso del tardigrado, anche di fronte ad un’alternativa, che però richiederebbe un intervento genetico, per quanto temporaneo, su un essere umano, per usarlo come sostituto.

Star Trek Discovery, con Scegli il tuo dolore, mostra come sia possibile anche per questo serial presentare delle complessità di trama e relazione tra i personaggi piuttosto profonde e ben costruite.

La difficoltà di Saru nel sentirsi capitano è evidente, lo porta a cercare ispirazione nei grandi capitani della Flotta, occasione in cui vengono omaggiati i primi tre capitani a comandare una Enterprise (Jonathan Archer, Robert April e Christopher Pike), ma soprattutto momento perfetto in cui il personaggio di Doug Jones mostra tutto il suo fascino.

La dinamica tra Saru e Burnham viene resa in modo appassionato, credibile, con il tocco di onestà finale dell’alieno che potrebbe aprire ad un nuovo equilibrio tra i due. Saru è stato fin dal terzo episodio abbastanza complicato da leggere, se rapportato alla Burnham, ma con Scegli il tuo dolore finalmente lascia emergere le sue vere sensazioni sulla donna. Scegli il tuo dolore, tra tutti questi interessanti spunti, ha anche quello di dare maggior spazio a Stamets, arricchendo la sfera emotiva del personaggio, al punto da rischiare la propria vita pur di non deludere il suo compagno, il medico Culbert, sottoponendosi ad un pericoloso esperimento! Il finale dedicato ai due personaggio riserva un colpo di scena che potrebbe essere l’origine di future sorprese!

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Star Trek Discovery, dopo qualche scivolone, sembra voler cercare di rimettersi in rotta. Nonostante i Klingon continuino ad esser quanto di più lontano possibile dal loro canone, non si può ignorare che ci sia una certa cura dietro al realizzazione della loro civiltà e caratterizzazione, che sarebbe stata perfetta per un’altra razza.