La letteratura young adult è una realtà che, negli ultimi tempi, sta prendendo sempre più corpo.
Che si tratti di romanzi o di graphic novel, questo nuovo modo di stuzzicare la fantasia dei più giovani lettori è diventato una presenza costante e gradevole.
Senzombra, il nuovo volume pubblicato da BAO Publishing, va ad inserirsi al meglio in questo segmento dell’editoria, dove hanno già trovato una degna collocazione prodotti come l’Ya di Recchioni o la tenera Sofia di Marco Nucci e Kalina Muhova .
Ho letto Senzombra in un periodo in cui i fumetti e la graphic novel definite young adult stanno mostrando non solo la propria valenza di strumento didattico per i più giovani, ma anche una sorta di effetto nostalgia che colpisce i lettori più adulti.
Senzombra, la nuova graphic novel di BAO Publishing, ci porta in un modo magico particolarmente reale!
Se prodotti come Dragonero Adventures sono espressamente pensati per la parte young dei lettori, altri titoli come 4Hoods hanno mostrato come queste letture abbiano un fascino non da meno per gli adulti. Curiosamente, young adult, oltre che a definire un target di vendita, potrebbe anche identificare il ruolo di ponte tra differenti generazioni, che possono trovare un punto di contatto condividendo queste letture.
Michele Monteleone, autore della trama di Senzombra, ha saputo come muoversi agevolmente in questo territorio ancora inesplorato. Personalmente, ho apprezzato la vena creativa di Michele in altre pubblicazioni (come Orfani: Sam o Caput Mundi), in cui il tono più adulto era un veicolo libero per la sua inventiva. Sapendo che si sarebbe cimentato con un racconto più ‘tranquillo’, avevo la curiosità di vedere cosa ne sarebbe uscito.
Giusto per rovinarvi la sorpresa, vi dico subito che Michele ne è uscito decisamente bene. Bilanciare il tocco di azione, anche violenta, che i ragazzini cercano in un fumetto e la necessità di una storia che avesse elementi tipici di una lettura più vicina all’infanzia che non alla maturità è un esercizio non facile. Eppure, Senzombra mostra come questa strada sia percorribile, riuscendo anche a attirare la curiosità degli adulti.
Ma di cosa parla Senzombra? Bella domanda. Sarebbe facile dire che l’avventura di Tristan sia uno specchio della ricerca del sé tipica dell’adolescenza o di come, in quell’età, le sfide quotidiane dell’incombente maturità ci sembrino mostri incredibili da sconfiggere.
Si potrebbe vedere nel rapporto tra ombra e missione di Tristan un richiamo al mito di Peter Pan. Se in Lavennder di Bevilacqua avevamo una visione più oscura del mito dell’eterno ragazzino, con Senzombra questa similitudine mi è parsa inesistente, quasi più un dettaglio incidentale. La storia di Monteleone è così particolare e ben strutturata da aver fin dall’inizio una propria identità ben delineata, inconfondibile..
La narrazione di Michele scorre così fluida e rapida che, in realtà, ci sentiamo attratti in Senzombra perché in Tristan c’è quel qualcosa di impalpabile ma inconfondibile che ci fa entrare in sintonia con lui. Che sia la sua vivacità il suo spirito di avventura o, più facilmente, la sua emotività, ogni lettore troverà nel protagonista un aspetto comune, quella connessione emotiva che ti porta a leggere frenetico il volume.
Certo, io potrei vedere in Senzombra un eco dell’adolescenza trascorsa, esperienza che aiuta ad avere anche un senso di nostalgico affetto che rende il giovane protagonista subito una figura cara. Ma i giovani lettori, che sono nel pieno di questa transizione, avranno sicuramente una maggior immedesimazione con la figura di Tristan.
Il mondo in cui si muove il personaggio è avvincente, simile al nostro, ma con delle differenze che lo rendono magnetico. Questa similarità è utile per abbattere quel limite di incredulità che ci separa dai mondi inventati, una separazione ulteriormente dissipata da una convincente dinamica sociale che lega i diversi personaggi.
Tristan, Rita e Yaman sono un terzetto intrigante, grazie ad un dipanarsi della trama che rispetta delle tempistiche precise, rivelando con accortezza i dettagli che ci consentono di apprendere al meglio la storia di Senzombra.
Ma come trasportare così tante anime su carta?
Questo compito è ricaduto sulle matite di Marco Matrone. Il disegnatore si è affidato ad uno stile che punta a valorizzare un aspetto essenziale di questa storia: l’emotività. Abile nel ritrarre le scene più dinamiche, Matrone mi ha colpito in particolare nei momenti più intimi, quando i personaggi di Senzombra si aprono e lasciano entrare il lettore nel loro mondo interiore.
Se Monteleone ha scritto dei dialoghi appassionati e realistici, Matrone ha il merito di avere rappresentato Tristan e compagni con passione e sentimento. La prima scena di tenerezza tra Tristan e Rita è perfetta, nasconde quell’ingenua passione dei primi amori ed esalta una dolcezza della giovane senzombra al vedere la debolezza del suo amico.
Senzombra è stata una lettura piacevole, anche sorprendente in alcuni punti. Se a questo si aggiunge anche la geniale idea di realizzare un videogame old school per farci vestire i panni di Tristan, ecco che Senzombra diventa un’esperienza da vivere, a prescindere da cosa dica l’anagrafe.
Solo un consiglio, se vi imbattete in uno strano collezionista con qualche braccio di troppo, attenti a non farvi fregare, quelli vendono davvero di tutto…