Moonshine: alcolici e mostri al tempo del Probizionismo – Recensione

Di Manuel Enrico 7 Min di lettura

L’America meno nota, quella più recondita e nascosta, sta diventando una delle ambientazioni più interessanti per esplorare gli States meno conosciuti. Cates con il suo Redneck sta raccontando il sud rurale, sfruttando la deriva vampirica, mentre Azzarello un anno fa arrivava in libreria con American Monster grazie a saldaPress. Tocca ora a Oscar Ink, la linea di graphic novel di pregio di casa Mondadori, riportare una nuova analisi dell’America firmata Azzarello: Moonshine.

Moonshine, la visione di Azzarello dell’America del Proibizionismo, con un tocco di sovrannaturale perfetto

Con Moonshine, Azzarello sceglie di unire alla sua voglia di analizzare il tessuto sociale americano altre due avvincenti tematiche: la storia e il sovrannaturale. Per dare coesione a questo intreccio, Azzarello sin dal titolo interseca al meglio i due spunti.

Si torna ai tempi del Proibizionismo, in cui il consumo di alcol era una piaga che veniva osteggiato con una dura politica di repressione (avete presente Gli intoccabili?). Inevitabilmente, la malavita vede nella fornitura di liquori ed affini un ottimo business, e la ricerca dei distillati migliori diventa una vera impresa.

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Ed è il motivo per cui Lou Pirlo, gangster newyorkese di bell’aspetto ma dalla discutibile fortuna, viene inviato dal boss Masseria nelle sperdute foreste degli Appalacchi del West virginia, in cerca di una famiglia locale in grado di produrre un distillato particolarmente valido. Scopo della missione, convincere la famiglia Holt a vendere il proprio prodotto, il proprio moonshine, al cartello criminale della Grande Mela.

Ma può tutto esser così semplice? Ovviamente, no!

La famiglia Holt nasconde un segreto che rischia di complicare la vita di Pirlo, già abbastanza complessa. La bravura di Azzarello consiste nell’accompagnare il lettore, specialmente in prima battuta, in quello che sembra un ottimo racconto noir, ben inserito all’interno di un contesto sociale in cui aspetti come segregazione e profondi divari sociali sono ottimi spunti su cui costruire una grande trama.

La caratterizzazione dei personaggi è uno dei punti forti del lavoro di Azzarello. Lou Pirlo appare come un uomo disperato, un reietto sia nel sottobosco criminale della grande città che nel contesto rurale degli Appalachi. LA difficoltà con cui fatica a comprendere il proprio ruolo e il vedersi sopraffatto dalla complessa dinamica famigliare degli Holt. Cercare di comprendere quali siano le correnti che animano questo clan di ‘bifolchi’, come appaiono agli occhi dell’urbano Pirlo, è una bella sfida. La visione dell’astuzia femminile contrapposta al ruolo predominante dell’uomo è ben studiata, sia nei confronti del clan degli Holt che all’interno dell’enclave nera che vive nei sobborghi della cittadina.

Ed è stato interessante vedere come queste due realtà slegate rispetto al resto della comunità siano la fonte dell’elemento soprannaturale della storia di Azzarello. Moonshine identifica nello slang la produzione di alcolici alcoli illegali, ma si può anche associare allo ‘scintillio della luna’, che ben si sposa con la tematica della licantropia.

Azzarello sceglie questo particolare legame al sovrannaturale utilizzandolo come sfogo di pura violenza, dosandolo con parsimonia e rendendolo palese dopo avere creato una suggestione nel lettore. Ad esser convincente è la struttura da romanzo noir classico, in cui la violenza viene presentata come innaturale in alcune situazioni, facendo trapelare una sensazione quasi di racconto pulp. Non si arriva mai ad una estremizzazione della violenza, ma questa viene commisurata alla situazione feroce del periodo e si sposa bene con la narrazione degli eventi.

Il depistaggio iniziale imbastito da Azzarello è ben confezionato, una gestione della trama grazie alla quale Moonshine riesce a tenere sulle spine il lettore, con una perfetta integrazione delle tematiche. Ad avermi appassionato è la scelta di prendere come protagonista un uomo disperato, privo di una direzione e spinto dagli eventi, cercando di bilanciare la sua vita in bilico con quella che si presenta come l’ultima speranza di una possibile rivalsa. Ironicamente, a cercare questo miracoloso moonshine viene mandato questo uomo prossimo al fallimento, bevitore incallito e su cui nessuno scommetterebbe. Veder questo personaggio evolversi in questo primo volume di Moonshine, con l’intrecciarsi delle diverse spinte narrative che si animano in modo da trasportare Pirlo (e con lui il lettore) in una nuova dimensione, in cui la natura ferale della storia emerge prepotente e promette di esser sempre più interessante.

Azzarello, con Moonshine, ha giocato al meglio con il concetto di moonshine, legando doppiamente intorno alla vita di Pirlo. Che sia la ricerca di un nuovo liquore con cui ritagliarsi finalmente un posto nella comunità criminale della Grande Mela, o il riferimento alla natura licantropa con cui invece trovare una propria identità finalmente libera da schemi e obblighi. La capacità di un autore di conciliare queste dinamiche è il segreto di una buona storia, in cui tutti gli elementi concorrono a comporre un mosaico promettente di anime in gioco ed in cerca di una proprio posto nel mondo.

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A contribuire alla bellezza di Moonshine è anche l’ottimo lavoro di un vecchio sodale di Azzarello, quell’Eduardo Risso con cui è nato quel piccolo gioiellino di 100 Bullet. Risso comprende al meglio la dinamica narrativa di Azzarello, sviluppando un impianto grafico che ricrea al meglio l’atmosfera del periodo, bilanciando tutto con un’ottima caratterizzazione grafica dei personaggi. L’occhio e la mano di Risso sono in grado di offrire al lettore la giusta rappresentazione, andando a creare uno spaccato dell’America del periodo in cui Pirlo, gli Holt e la piccola comunità degli Appalachi vengono ritratti alla perfezione.

Ancora una volta, Oscar Ink seleziona con sagacia una produzione di livello con cui arricchire una già promettente selezione di graphic novel che annovera tesori come Shangri-La o March. Dopo un racconto sovrannaturale come Black Monday, Moonshine è una piacevole riconferma di come Mondadori sappia offrire storie per ogni gusto.

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