La NASA ha condiviso il suono di un buco nero

Di Matteo Rossini 3 Min di lettura

Nello spazio nessuno può sentirti urlare“, la celebre tag line di Alien di Ridley Scott (1979) era già stata citata dalla NASA quando aveva tentato di rispondere alla domanda se effettivamente le onde sonore si propagano o meno, nel vuoto dello spazio.

Ultimamente, l’agenzia spaziale americana è impegnata nel raccogliere i dati che il telescopio spaziale James Webb sta fornendo costantemente e, nell’ultimo periodo, è diventato virale su Twitter un post pubblicato dal team NASA Exoplanets, dove veniva riprodotto il suono di un buco nero.

Che suono ha un buco nero? Ecco la risposata della NASA

Il post, apparso nella giornata di domenica, è stato ottenuto mescolando tutti i dati raccolti fino ad ora. “L’idea sbagliata che non ci sia suono nello spazio ha origine perché la maggior parte dello spazio è un vuoto che impedisce alle onde sonore di viaggiare, ma un ammasso di galassie è composta da così tanto gas che abbiamo captato un suono. Mescolandolo con altri dati abbiamo la riproduzione del suono di un buco nero”.

Il suono è stato “alterato” dai ricercatori della NASA, considerato che il buco nero emetteva suoni 57 ottave sotto la nota Do centrale. “In questa nuova sonificazione di Perseo, le onde sonore precedentemente identificate dagli astronomi sono state estratte e rese udibili per la prima volta. Le onde sonore sono state estratte in direzioni radiali, cioè verso l’esterno, dal centro” hanno scritto i ricercatori. “I segnali sono quindi sintetizzati nuovamente nella gamma dell’udito umano, scalandoli di 57 e 58 ottave sopra la loro vera altezza. Un altro modo per spiegarlo è che vengono ascoltati 144 quadrilioni e 288 quadrilioni di volte più in alto della loro originale frequenza (un quadrilione è 1 seguito da 15 zeri). La scansione, simile ad un radar, intorno all’immagine, permette di sentire le onde emesse in direzioni diverse. Nell’immagine visiva di questi dati, il blu e il viola mostrano entrambi i dati dei raggi x catturati da Chandra”. Le onde sonore sono state scoperte per la prima volta dall’osservatorio a raggi X, Chandra.

Chissà se questa notizia, una volta arrivata alle orecchie di Christopher Nolan, potrà dare il via ad un sequel di Interstellar.

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