Ecco la storia della dipendenza da Kickstarter di un giocatore che, in meno di tre anni, ha speso più di 16,000 $ in giochi da tavolo (a cui non gioca)
Negli ultimi giorni non ho avuto molto tempo di scrivere articoli riguardanti il mondo dei giochi da tavolo, ma questo semplicemente perché ho passato più tempo del solito a giocarli (presto arriverà la recensione della nuova edizione di Citadels e de Il Padrino: L’impero dei Corleone).
Di recente mi sono però imbattuto nella curiosa storia di Ranker2, un utente di Reddit che afferma di aver speso più di 16,000 $ finanziando progetti di board game su Kickstarter per poi pentirsene amaramente. Una storia di dipendenza da Kickstarter, una strada che numerosi editori scelgono di percorrere sempre più spesso (a volte, non avendone in realtà davvero la necessità) e che i molti utenti sembrano preferire rispetto all’acquisto in negozio.
Qui sotto potete trovare la lista di giochi finanziati dall’utente in poco meno di 3 anni, con i relativi importi spesi; una lista di giochi che, per la maggior parte, Ranker2 non gioca mai perché “poco divertenti”.
Premettendo che uno i propri soldi li dovrebbe spendere come meglio crede, che sia un iPhone X o tre copie dell’Isola di Fuoco in perfetto stato, e che i gusti sono ovviamente personali e il divertimento non è incluso nella scatola, sono state le parole di Ranker2 a colpirmi (un caso limite, questo è chiaro):
Quando finanziavo un gioco su Kickstarter mi sentivo come parte di un club esclusivo dei giochi da tavolo, in cui potevo dare uno sguardo per primo ai giochi che gli altri non conoscevano nemmeno. Man mano che la cosa andava avanti, ho iniziato a controllare Kickstarter costantemente per la paura di perdermi qualcosa e finanziavo i progetti semplicemente perché vedevo che erano presenti un largo numero di backers e quindi mi dicevo che ovviamente il gioco doveva essere bellissimo, o non ci sarebbero stati così tanti utenti a finanziarlo, giusto?
L’utente ha poi continuato il suo lungo post spiegando che la possibilità di perdersi un titolo per cui la community dei giochi da tavolo era emozionata, è diventata una vera e propria ossessione; arrivando a paragonare il mondo dei Kickstarter a quello del gioco d’azzardo (secondo lui crea la stessa “dipendenza”), dove si scommettono soldi su un progetto non ancora terminato nella speranza che si riveli un buon prodotto.
Facendo un po’ di matematica, sono giunto alla conclusione che la mossa vincente sia quella di lasciare i Kickstarter ai più “coraggiosi”, e pagare le tasse di eBay quando un buon gioco si rivela tale. Sarei più ricco di quanto non lo sono ora… e avrei anche più spazio in casa.
Voi cosa ne pensate? Come vi approcciate al mondo dei KS? Condividete il suo pensiero (o la sua ex-ossessione)? Fatecelo sapere tramite un commento qui sotto!