Martedì scorso il tribunale distrettuale di Osaka si è espresso in merito a una causa intentata nel 2017 da una studentessa costretta ad abbandonare il liceo perché gli insegnanti continuavano a imporle di tingere di nero i suoi capelli castani.
Il tribunale di Osaka si è espresso sulla querelle che vedeva contrapposte una ragazza castana e la sua scuola che le ordinava di tingersi i capelli di nero
Le chiome chiare (solitamente castano scuso e comunque diverse dal colore nero) sono una rarità tra la popolazione giapponese, tanto che tra le giovani generazioni la moda di tingersi i capelli per schiarirli, o colorarli di tinte sgargianti non è una novità. Anime e manga, per decenni, hanno “sopperito” alla monocromaticità delle capigliature nipponiche co capigliature dei colori più disparati proprio per “superare”, almeno con l’immaginazione, questa particolarità genetica.
Le scuole giapponesi, soprattutto le medie e le superiori, hanno dei precisi regolamenti riguardanti l’abbigliamento scolastico, in primis con l’obbligo a gli studenti di indossare le famose divise scolastiche (che a tanti appassionati di anime e manga non dispiacerebbe fossero utilizzate anche da noi). Accanto a questo “dress code” esiste, a quanto pare, il divieto di tingersi i capelli, almeno fino a quando si seguono le lezioni.
Questo divieto si è trasformato in disputa legale quando una ragazza, iscrittasi nel 2015 alla scuola superiore Kaifukan (Prefettura di Osaka), ha più volte ignorato le “raccomandazioni” di insegnanti e dirigenti scolastici che le suggerivano di tingere di nero i suoi capelli castani, chioma che sembrava naturale e che infrangeva il regolamento scolastico.
Il tira e molla è andato avanti fino al secondo anno delle superiori, con addirittura alcuni docenti che hanno esaminato i capelli della ragazza per controllare se fossero davvero di un castano naturale. Secondo gli insegnanti la ricrescita dei capelli era la prova che la ragazza facesse uso di una tinta, tanto che (stando alle parole della giovane) le è stato comunicato che: “Se non tingi i tuoi capelli di nero e non torni al tuo colore naturale, allora non c’è più bisogno che tu venga a scuola.”.
Angosciata, delusa e sentendosi un po’ perseguitata, nel 2016 la ragazza ha abbandonato gli studi intentando successivamente una causa alla scuola per circa e chiedendo 2,2 milioni di yen di danni.
in Giappone una vittoria “a metà” per la studentessa dai capelli castani
Come riportato dal Japantimes la recente sentenza del giudice Noriko Yokota ha però dato “torto” alla ragazza, dichiarando che il regolamento scolastico non ha nulla di illegale e va rispettato, con Yokota che ha anche respinto le affermazioni della studentessa secondo la quale il castano è il suo colore naturale:
I regolamenti scolastici sono ragionevoli e le raccomandazioni sul colore dei capelli si basano su uno scopo educativo legittimo ai sensi della legge sull’istruzione scolastica, con la disciplina da seguire che è a discrezione degli istituti. Non ci sono prove che l’istituto abbia costretto con la forza la ragazza a tingersi i capelli. Le radici della ragazza erano nere, gli insegnanti le chiedevano solo di tornare ai suoi capelli naturali.
Tuttavia il tribunale di Osaka ha condannato la scuola a un risarcimento di 330.000 yen (circa 2600 euro) perché, dopo l’abbandono degli studi da parte della studentessa “ribelle”, l’istituto aveva rimosso il nome della ragazza dall’elenco dei frequentati ed eliminato il suo banco dall’aula. Secondo il giudice le decisioni dell’istituto dopo l’abbandono degli studi da parte della ragazza sono state estremamente inappropriate con la scuola che ha abusato del suo potere discrezionale.
L’avvocato della studentessa ha dichiarato in una conferenza stampa che la sentenza è deplorevole, aggiungendo che la decisione del tribunale di Osaka secondo cui il colore naturale dei capelli della sua cliente è nero è un errore di fatto ingiustificabile.
Chissà cosa sarebbe accaduto se la cosa fosse successa a Taiga Aisaka di Toradora, con gli insegnanti a imporre alla “Tigre palmare” di rinunciare ai suoi capelli castani.
Chissà, magari come succede a volte in Giappone, la storia della studentessa dai capelli castani potrebbe diventare lo spunto per un manga o un anime.