Mar 29 Aprile, 2025

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Dampyr 212: El dia de los muertos – Recensione

Dampyr viaggia in Messico durante El dia de los muertos!

Claudio Falco raddoppia la sua offerta dampyriana e nel giro di pochi giorni ci porta dall’Albania dello speciale al Messico violento del numero 212, El dias de los muertos,  della serie regolare in edicola dal 4 novembre. Ad assisterlo nella sua scorribanda americana ci sono gli intensi ed espressivi pennelli di Fabiano Ambu. Dopo averci fatto conoscere due nuovi maestri della notte (Vrona e Horvat) nella Terra delle Aquile, questa volta Falco ci introduce al ‘supplente’ (ma il virgolettato è già un’indicazione) di Nergal, mal ridotto dopo il suo ultimo scontro con il Dampyr ne I misteri di Cagliari (Dampyr 193): si tratta del Duca Abigor, momentaneamente a capo della Polizia Infernale al posto appunto di Nergal (e Nergal stesso è presente, pur dietro ad una struttura a tendaggi in un paio di intensi dialoghi con Abigor). Abigor è un personaggio dalla spiccata ambizione e più che un servile lacchè di Nergal appare come un suo concorrente nelle gerarchie infernali.

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Per ottenere più potere progetta una complessa trappola per potersi fregiare del titolo di uccisore del Dampyr. Dichiarate le motivazioni di Abigor, accenno qualche elemento della trama senza troppi spoiler. Partiamo dalla Colombia perché l’esca di Abigor è Bobby Quintana che nella cattura di un narcotrafficante (e l’esclamazione cabron ci butta tutti nella serie TV Narcos) sente parlare di un gruppo di criminali messicani gli Hijos de Ixtlàn e immediatamente, memore della lotta al temibile Maestro della Notte (ucciso poi da Harlan nel lontano Dampyr 58 I segreti di Dreamland), avvisa Harlan e soci e dà loro appuntamento a Città del Messico insieme al poliziotto messicano Ruiz.

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La trappola di Abigor è ben congegnata e Harlan seguendo la pista dei non-morti di Ixtlàn finisce trasportato da solo in un mondo da incubo dove affronterà fatiche e supplizi decisamente provanti. Abigor sembra davvero portare Harlan al limite delle sue forze e raggiungere l’obbiettivo sfuggito a tanti e soprattutto a Nergal. La seconda parte dell’albo è davvero un crescere di tensione ricco di colpi di scena, inoltre l’arte di Fabiano Ambu interpreta con grande forza espressiva le scene da incubo che Harlan vive.

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Un altro elemento forte è la rappresentazione della festa del Dìa de los muertos (che campeggia anche nella bella copertina di Enea Riboldi) in un barrio messicano: come al solito la cura degli elementi del folklore dà una sfondo fortemente realistico ai fumetti di Dampyr. Al di là di un simpatico refuso che sembra invitare al consumo di sigarette (contate le sigarette che Ruiz fuma contemporaneamente in due vignette delle pagine 31 e 32), e uniche osservazioni che si possono avanzare in sede di continuity sono il fatto che Bobby Quintana, molto ricorrente ultimamente nella serie, in questa occasione non mostra alcun legame con Ann Jurging, la relazione con la quale pare invece sempre più importante per il poliziotto colombiano; e in secondo luogo la presenza degli Hijos de Ixtlàn mi sembra risolta forse troppo velocemente. Ma abbiamo già visto altri gruppi di non-morti ‘liberi’ uscire di scena rapidamente in tante altre storie (sarebbe bello un nuovo Bobby Siegel!).