Manifest Destiny 7 – Recensione di Talpalumbricus e Lepus

Manifest Destiny 7

Destino manifesto (in inglese Manifest destiny) è una frase che esprime la convinzione che gli Stati Uniti d’America abbiano la missione di espandersi, diffondendo la loro forma di libertà e democrazia. 

Quando saldaPress ci ha permesso di recensire il nuovo volume della saga creata da Chris Dingess ed edita begli USA da Skybound, non ho esitato un secondo, anche perché spesso si tratta di materiale che personalmente non ho ancora avuto modo di scoprire durante le mie “peregrinazioni2 come lettore nel mondo dei fumetti moderni, avventura che fin da quando ho iniziato a ricevere il primo numero di Rocketeer, e leggere in anteprima i volumi di saldaPress, è stata una sorpresa continua.

E anche in questo caso la sorpresa e la soddisfazione “fisica” nella lettura sono state, sin dalle prime vignette, immediate.

La recensione di Manifest Destiny 7: Talpalumbricus e Lepus, il nuovo volume della saga Skybound edita in Italia da saldaPress

Le prima pagine ci aiutano capire che l’azione si svolge nel passato (primavera 1805 per essere precisi) e si parte subito forte con l’introduzione di un personaggio che io non conosco se non da “finzioni” cinematografiche: Sacagawea (o in rari casi Sacajawea), la nativa americana che accompagno i due esploratori Meriwether Lewis e William Clark nella spedizione esplorativa dell’America nord occidentale.

Ed ecco un paio di pagine dopo vediamo gli uomini della spedizione abbattere bizzarri animali selvatici come pesci volanti con ali di drago ed enormi lupi con occhi insettoidi…. Essendo questa la prima volta in cui mi approccio con la serie, potete capire la mia grande sorpresa!

Nelle pagine successive sembra quasi di vivere in un universo alternativo dove i visi pallidi esploratori sembrano particolarmente propensi ad eliminare la fauna selvatica del Nuovo Mondo: animali che sembrano essere delle versioni giganti e deformi delle normali creature che consociamo.

Non poso fare a meno di pensare all’incredibile bestiario immaginato da Peter Jackson nel “suo” King Kong del 2005, dove l’uomo spesso di ritrova ad essere preda piuttosto che predatore, in quel mondo isolato dove gli animali, insetti e piante hanno conosciuto un’altra evoluzione.

 

Corps of Discovery

Gli esploratori quindi si imbattono in una gigantesca creatura, una sorta di enorme roditore sotterraneo completamente glabro, ma presi dal terrore di questa improvvisa comparsa, i bianchi decido immediatamente di abbatterla, scoprendo solo dopo che in realtà era un mammifero erbivoro e per giunta neo madre. Ci mettono infatti poco a scoprire una tana dove ci sono tantissimi cuccioli che continuano a squittire incessantemente invocando la loro madre.

Questa pausa inattesa genera una serie di domane sulla possibilità di far sopravvivere le creature orfane… tuttavia, mentre Lewis e Clark decidono quale sia l’opzione più giusta da scegliere, accade che un soldato della spedizione, decida di passare all’azione, facendo strage degli inermi “cuccioli” e scatenando la reazione di Sacagawea che apprendiamo essere divenuta madre da poco, dell’adorabile Jean Baptiste.

Dopo aver punito come si deve il soldato complice dell’inutile massacro di quelle creature, la spedizione continua il suo girovagare incontrando ancora altri “mostri” che vengono prontamente abbattuti e poi sezionati e studiati dai due esploratori e da Magdalene, che pare avere un legame particolare con Lewis.

Il fantasma del conquistador

Un’altra sorpresa che mi ha rivelato la  lettura di Manifest Destiny 7 è apprendere del “fantasma di Arturo Maldonado, un fu conquistador che cerca di consigliare, nel bene e nel male Lewis e Clark, a volte quasi con l’intenzione di metterli uno contro l’altro.

Durante la navigazione sul fiume, la spedizione scorge da lontano un curioso manufatto, un’enorme arco visibile distanza. Sembra trattarsi di una sorta di sepolcro dove si possono osservare ossa di creature apparentemente simili alla razza del grande roditore abbattuto coi suoi cuccioli.

In questa occasione incontrano un popolo indigeno composto da donne, che conducono gli esploratori al loro villaggio. E mostrano il loro stile di vita frugale e rispettoso verso la natura e gli animali.

 

Da predatori a prede

E così, i due capitani, concedono ad un manipolo di volontari di andare a trovare le indigene la sera e mentre il rum scorre a fiumi uomini e donne fanno reciproco conoscenza, anche piuttosto intima. Subito l’atmosfera si tinge di mistero, poiché queste donne si rivelano essere dei muta forma, che attaccano i soldati in preda all’euforia dell’alcool e del sesso. Di di questi, due riescono a fuggire e ad avvertire i due capitani, Lewis e Clark, che dopo una lunga ponderazione decidono di non intervenire, forse volendo evitare un comportamento che sia da razziatori e conquistatori, abbandonano i soldati al loro destino. Dunque la spedizione lungo il fiume prosegue e continuano gli avvistamenti di quei grandi archi che fanno pensare a tante altre tribù delle femmine guerrieri muta forma… Cosa accadrà ancora? Per queste altre risposte, dobbiamo attendere il prossimo numero!

Alla luce del mio primo impatto con la serie saldaPress e questo settimo volume di Manifest Destiny, è chiaro l’intento degli autori di voler provare a dare una nuova chiave di lettura all’epopea dei grandi esploratori del Ottocento.

Dallo sceneggiatore Chris Dingess ci viene offerta l’interpretazione di degli esploratori che piuttosto che dominate la natura e il territorio sono spesso e volentieri minacciati degli stessi elementi naturali e dalle bizzarre forme animali.

Sono stato piacevolmente colpito colpito dal duo Clark e Lewis, personaggi con caratteri sostanzialmente diversi, ma “uniti” nell’affrontare i pericoli e le situazioni più disparate come la gestione dell’equipaggio e lo scopo della loro missione.

L’immersione nell’avventura storica è garantita dai disegni accurati di Matthew Roberts supportati dai colori realizzati da Owen Gieni e per gli amanti del genere non manca anche una bella dose di scene splatter.

Non mi resta altro che darvi un solo consiglio: fate come me, recuperate gli altri volumi della saga e poi tuffatevi su Manifest Destiny 7 (disponibile QUI) perché è un’opera che vi piacerà senz’altro, soprattutto per chi adora l’avventura esotica e misteriosa e se amate l’horror e il mistero… con saldaPress che, ancora una volta, conferma di avere fiuto per opere interessanti e coinvolgenti che porta in Italia da quel mondo a stelle e strisce che, volente o nolente, continua a diffondere il “comics” come cultura.