Oblivion Song vol. 3: I senza volto – Recensione

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A distanza di pochi mesi dall’ultimo volume, SaldaPress porta in Italia il terzo capitolo di Oblivion Song, l’acclamata serie fantascientifica di casa Skybound targata Robert Kirkman (The Walking Dead) e brillantemente portata in vita dai disegni di Lorenzo De Felici e dai colori di Annalisa Leoni.

La recensione di Oblivion Song vol. 3: I senza volto, nuovo volume dell’acclamata serie fantascientifica di casa Skybound targata Robert Kirkman

Siete pronti a tornare di nuovo nella misteriose profondità di Oblivion? Ma ricordate, questa volta non sarete soli…

Dopo che Heather ha aiutato Nathan a impossessarsi nuovamente del congegno responsabile della Trasposizione, sono accadute cose terribili. Almeno per gli abitanti di Philadelphia. Ed, il fratello di Nathan, vede le cose in maniera molto differente. Ma il cuore del problema, ora, è comunque un altro: la seconda Trasposizione ha di nuovo sovrapposto le due dimensioni, scaraventando sulla Terra le creature di Oblivion e viceversa. E sappiamo che nella dimensione di Oblivion si nasconde qualcosa di molto più pericoloso del previsto. Qualcuno che ha pessime intenzioni e che sembra volersi servire degli esseri umani che sono stati catapultati là.

Nelle puntate precedenti…

Sono passati 10 anni dalla prima Trasposizione, il tragico evento che ha coinvolto la città di Philadelphia, cioè quando la nostra dimensione si è sovrapposta a quella aliena chiamata Oblivion, intrappolando 300.000 umani in quel mondo alieno. È lo scienziato Nathan Cole allora che più di altri si prodiga al salvataggio dei sopravvissuti alla catastrofe rimasti ad Oblivion, sfidando apertamente gli ordini del direttore del progetto Ward che alla fine deciderà di arrestarlo. A spingere Nathan più che un altruistico senso umanitario è il desiderio di ritrovare il fratello Ed, anch’egli tra i dispersi di Oblivion, e che nel frattempo si è ricostruito una vita nella dimensione aliena.

L’aver ritrovato e riportato a casa il fratello non allieva però la sofferenza di Nathan che continua a sentirsi schiacciato da un terribile  senso di colpa. Come si scoprirà infatti Nathan considera i suoi esperimenti i principali responsabili per l’incidente avvenuto 10 anni prima e per le sue tragiche conseguenze.

La scoperta che Ward voglia utilizzare le ricerche di Nathan a fini bellici convince Heather,  la compagna di Nathan, a farlo evadere. Lavorando insieme i due fratelli Cole riusciranno a sventare i piani di Ward, ma le loro azioni avranno nuovamente serie implicazioni per gli abitanti di Philadelphia.

Ed, intenzionato  a voler ritornare ad Oblivion, scatenerà una seconda Trasposizione, di intensità minore, ma le cui conseguenze questa volta potrebbero essere ancora più temibili. Conseguenze che portano il nome dei misteriosi esseri chiamati i senza volto.

Il nuovo capitolo aggiunge alle tante doti di questo racconto il giusto tocco di tensione con un pizzico di horror

Sono passati 3 anni da quando Ed è tornato ad Oblivion e Nathan di nuovo in prigione. Quando infine Ward decide di liberare e reintegrare di nuovo Nathan, il mondo che troverà la sua comprensione di Oblivion saranno cambiate di  molto. Da una crociata quasi personale, l’esplorazione di Oblivion è ora diventata una risorsa per la comunità gestita dal governo che utilizzata le scoperte fatte nella nuova dimensione per sviluppare cure per malattie considerate fino a poco tempo prima incurabili.

La situazione però sta nuovamente per cambiare. I senza volto, creature considerate mere leggende, sono purtroppo reali, astute, ben armate, ed intenzionate per motivi ancora misteriosi a catturare i rifugiati umani di Oblivion e forse anche a minacciare gli abitanti stessi della Terra. I fratelli Cole saranno nuovamente, volenti o nolenti, responsabili delle sorti delle genti dei due mondi.

Kirkman cala così l’ennesimo colpo di scena di questa storia, riuscendo a mantenere un’intensità nel racconto per nulla scontata dopo due volumi già densi di avvenimenti (non a caso la Universal sta già pensando di portare questa storia sul grande schermo).

Tutto ciò a conferma che il genio narrativo di Kirkman riesce ad adattarsi perfettamente non solo alle ambientazioni post apocalittiche popolate da zombie, ma anche  a quelle tipiche del romanzo di fantascienza.

Quasi pensando ai suoi lettori rimasti ora orfani di  The Walking dead giunto nel frattempo al suo capitolo finale, Kirkman impone al terzo capitolo di Oblivion song atmosfere più cupe e dense di suspance, con i nostri protagonisti e i loro amici braccati da un nemico tanto micidiale quanto invisibile…fino a quando non è ormai troppo tardi.

Oblivion song fa pieno tesoro dell’abilità del suo autore di saper raccontare storie, mostrando così una fluidità e un dinamismo sorprendente, esaltate ancora di più dal tocco grafico preciso di Lorenzo De Felici che mantiene una chiarezza visiva e un’attenzione al dettaglio anche nelle scene di azione più concitate.

L’aspetto grafico diviene ancora più protagonista poi in questo terzo volume grazie allo spazio dedicato ai paesaggi surreali e spettacolari di Oblivion e ai mostri che in questo capitolo contendono la scena ai nostri eroi. In entrambi i casi  sia il tratto di Lorenzo De Felici che i colori di  Annliasa Leoni sembrano dare sfoggio della loro arte per regalarci delle tavole di grande bellezza.

Con questo terzo capitolo Oblivion Song conferma le ottime impressioni dai primi due volumi aggiungendo interessa nei elementi sia dal punto di vista della trama che della grafica.

Visti tutti questi elementi non mi resta che augurare a questa serie una lunga vita e a voi una buona lettura.