Voglio mangiare il tuo pancreas: un magico inno all’adolescenza – Recensione

voglio mangiare il tuo pancreas

Ciò che ci separa non ha ancora un nome…

Voglio Mangiare il Tuo Pancreas è il nuovo lungometraggio di animazione giapponese di Shinichiro Ushijima, tratto dal romanzo Kimi no Suizō wo Tabetai di Yoru Sumino.

Il film è in uscita nelle sale italiane nelle date del 21, 22 e 23 gennaio. Dopo il successo di Penguin Highway, si tratta del terzo appuntamento della Stagione degli Anime al Cinema, progetto che prevede una selezione dei più bei film di animazione giapponese, distribuiti da Nexo Digital in collaborazione con Dynit.

Scopriamo ‘Voglio Mangiare il Tuo Pancreas’, nuovo magico e toccante film d’animazione giapponese disponibile il 21, 22 e 23 gennaio nelle sale italiane

Il film racconta la storia di uno studente delle scuole superiori che un giorno ritrova il diario di una compagna di classe, Sakura Yamauchi. Leggendo le pagine del diario il ragazzo, timido e introverso, scopre che Sakura è affetta da una grave malattia al pacreas.

Nessuno ne è al corrente, a parte i medici e i familiari della ragazza, ma Sakura continua a vivere con spensieratezza ed allegria, per cercare di non perdere nulla della bellezza di vivere i suoi ultimi mesi nella felicità delle abitudini quotidiane. Questo segreto tra i due ragazzi li porterà a passare molto tempo insieme e i due, dai caratteri così diversi, diventeranno inseparabili.

La spensieratezza e le contraddizioni della giovinezza in Voglio mangiare il tuo pancreas

La prima cosa che colpisce di Voglio Mangiare il Tuo Pancreas è sicuramente il suo titolo.

Eppure, guardando il trailer, non si può in alcun modo pensare a un film sul cannibalismo o a un qualcosa di comico. Quello che traspare dal trailer, e anche dai primi fotogrammi del film, è il lato drammatico del lungometraggio che ci si sta apprestando a vedere. Sakura, infatti, la protagonista femminile, è affetta da una grave malattia che la porterà nel giro di poco tempo alla morte.

La trama del film sembra avere tutte le carte in regola per essere uno dei lungometraggi drammatici d’amore in cui due giovani molto diversi si incontrano e si innamorano, salvo essere divisi da una inevitabile grave malattia. Eppure Voglio Mangiare il Tuo Pancreas è molto di più di un film romantico e strappalacrime.

Dietro la trama già vista in molti altri film, questa pellicola svela tutto il fascino, la magia e le contraddizioni tipiche dell’adolescenza. Anzi, Voglio mangiare il tuo pancreas è un vero e proprio inno alla spensieratezza e alla gioia di vivere di quegli anni così ricchi di passioni ed incertezze.

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Sakura rappresenta la tipica ragazza solare, allegra e bella, conosciuta da tutti e con cui tutti amano scambiare due parole. Agli antipodi (non ho usato questa locuzione a caso, ma scoprirete di più guardando il film!) c’è il protagonista maschile che invece incarna alla perfezione il ragazzo introverso che trova preferibile passare le sue giornate immerso nei libri invece che a contatto con le persone. Egli è così distante dagli altri che, quando scopre che la sua compagna di classe è affetta da una malattia mortale, non sa dire molto altro se non un’affermazione breve e distratta.

I due protagonisti rappresentano proprio quello che vuole dire essere adolescenti: da una parte una ragazza estroversa e piena di vita, che gode di ogni esperienza che fa senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni; Sakura vive il presente, lasciando da parte il passato e il futuro. Dall’altro lato abbiamo invece un ragazzo scontroso, che interpreta le contraddizioni adolescenziali chiudendosi nel suo mondo e preferendo negare quelle emozioni piuttosto che viverle, mancando così le gioie e le sofferenze della sua età.

Voglio Mangiare il Tuo Pancreas riesce alla perfezione nel voler dipingere le emozioni, i sentimenti e le contraddizioni dell’adolescenza, rappresentando dei personaggi complessi, ma ciascuno portatore di un tratto particolare della sua età.

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Una fase della vita fatta delle emozioni e delle passioni del presente, che vive l’attimo senza pensare al futuro, in un vortice di contrasti nel quale si cade nell’errore di pensare che le cose (belle o brutte) resteranno immutabili così come sono per sempre.

Senza fare spoiler, è per questo che ho particolarmente apprezzato la parte finale del film che, sebbene lunga e dal ritmo un po’ lento, ha il pregio di sottolineare la vitalità, l’incertezza e l’incontrollabile turbinio di emozioni della giovinezza.

Filosofia e colori di un mondo che rinasce

A sottolineare la profondità di un film che non può essere etichettato come semplice storia d’amore, c’è da dire che Voglio Mangiare il Tuo Pancreas connette in modo profondo la trama dei protagonisti a riflessioni e spunti di stampo filosofico.

Spesso e volentieri Sakura si fa portavoce di una visione della vita particolare, basata sulle scelte. Infatti, nel film ritorna spesso il concetto secondo il quale non è il caso o il destino a muovere le nostre vite, ma sono le nostre stesse scelte, anche quelle più piccole e inconsapevoli, che ci portano a incontrare nuove persone, a fare esperienze. Siamo noi che ogni giorno definiamo chi vogliamo essere tramite le nostre scelte.

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Questi concetti non sono nuovi alla filosofia, in primis a quella orientale, alla quale Voglio mangiare il tuo pancreas si rifà spesso e volentieri, soprattutto per l’importanza che nel film hanno i nomi e il loro significato.

Non solo, seguendo il ragionamento secondo il quale i protagonisti sono effettivamente agli antipodi, all’opposto della filosofia della scelta di Sakura (riguardate Søren Kierkegaard) ci sono gli stoici, che invece credevano che tutto accadesse secondo le leggi del Fato. Non è un caso (scusate il gioco di parole) che il protagonista del film faccia propri alcuni comportamenti che tradizionalmente sono legati alla filosofia stoica, come l’apatia e l’atarassia, ossia l’imperturbabilità dell’animo.

Insomma, dietro quella che sembra essere una semplice storia d’amore si possono ravvisare diverse interpretazioni, una più interessante dell’altra!

Menzione speciale per i colori e la tecnica d’animazione che accompagnano le vicende dei protagonisti, sottolineandone alcuni particolari tratti. Ad esempio, il nome Sakura in giapponese significa fiore di ciliegio. A livello visivo, dall’inizio alla fine del film, la fioritura dei ciliegi è un filo conduttore non solo della trama, ma anche del comparto visivo dell’animazione.

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In molte scene riguardanti Sakura il colore che predomina è il rosa. In tutte le scene dove a farla da padrone è la protagonista femminile abbondano i toni caldi e gioiosi, dal rosa, al giallo, alle tonalità accese del verde e del blu. Nelle scene che trattano invece del protagonista maschile, a sottolineare il tono cupo e solitario del suo carattere, i colori predominanti sono il grigio, il nero, il beige sbiadito e spesso la città è coperta da una fitta pioggia.

Personalmente ho adorato la delicatezza di questi elementi, caratteri che sarebbe difficile rendere in un romanzo o anche in un film, ma che l’animazione così ben realizzata di Voglio mangiare il tuo pancreas permette di ricreare alla perfezione.

Insomma, Voglio mangiare il tuo pancreas è molto di più di un film romantico. Ma è anche molto più di un film drammatico.

È un inno di bellezza e rinascita che rappresenta l’adolescenza con i suoi amori, le sue contraddizioni e tutte le sue sfumature. Piacerà moltissimo a tutti coloro che hanno amato film come Your Name e La Forma della Voce, ma lo consiglio anche a tutti coloro che sono alla ricerca di un film d’animazione toccante e profondo.