Vivi e Vegeta: l’animo noir delle piante

I webcomic sono diventati una delle modalità di diffusione del fumetto più interessanti degli ultimi tempi. Titolo come Aqualung, Black Rock e Drizzit hanno mostrato come diversi stili e differenti ambientazioni possono trovare un’ottima espressività in questo formato, che assomiglia al concetto di striscia quotidiana diffusa agli albori del fumetto. All’interno di questo panorama si stanno manifestando anche delle vere chicche, che meritano la pubblicazione in volume, come accaduto a Vivi e Vegeta.

Vivi e vegeta è un noir ‘vegetale’ imperdibile

Francesco Savino e Stefano Simeone hanno infatti ideato un mondo affascinante in cui ambientare una storia noir fatta di contrasti cromatici e di grandi emozioni, rispettando in pieno i canoni della narrazione del genere. Affrontare una storia noir non è semplice, specialmente se al posto degli umani abbiamo delle piante e bisogna ricostruire un’intera società adattandola a questa particolare popolazione.

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Vivi e Vegeta spicca nel panorama fumettistico per la sua perfetta caratterizzazione dell’ambientazione. Quella che potrebbe sembrare una semplice parodia della società umana è, in realtà, un modo di mostrare come il mondo vegetale sfuggito alla crudeltà umana in realtà ne sia rimasto profondamente influenzato, ricreando una società che necessita di aver una continuità con il mondo umano. Ma non si possono prendere solo le caratteristiche migliori degli umani, inevitabilmente si finisce per assorbirne anche i lati oscuri.

E saranno proprio queste zone d’ombra morali a travolgere il cactus Carl, timida ed impacciata pianta costretta a recarsi nel Distretto dei Fiori in cerca della sua amata, misteriosamente sparita. Sin dalle prime pagine di Vivi e Vegeta, Carl rappresenta l’emarginato, una pianta nel regno dei fiori , situazione che lo pone al centro di un’ondata di disprezzo ed aperto astio.

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Il mondo di Vivi e Vegeta è avaro di sorrisi e gentilezze, ma generoso nel dispensare crudeltà ed spietata ironia. In una società di piante, la pioggia è il ristoro, la sicurezza, mentre il sole è il portatore di pericolo, incarnato da due ganster girasoli, tirapiedi di una misteriosa figura che utilizza i fiori come vittime sacrificali, in un modo che, inizialmente, sembra quasi paradossale, ma che nell’economia di Vivi e Vegeta è perfetto.

Ad avermi fatto appassionare alla storia di Vivi e Vegeta è stato, in primis, l’avvincente costruzione del tessuto sociale del mondo vegetale. Sin dalle prime pagine emerge una ritualità fatta di piccoli gesti che riesce a portare la nostra inconscia quotidianità all’interno del fumetto, la mette a nudo e la rielabora con una freschezza e sensibilità gradevolissime. L’idea dei vasi capovolti per i defunti, ad esempio, è un tocco di stile, che unisce emotività e credenza quasi religiosa, la creazione di un culto dei morti che ben si concilia con l’ambientazione.

Non mancano riferimenti ad alcune delle tematiche più attuali, dall’immigrazione alla perdita di sensibilità sociale, compreso uno spietato ritratto della sopravvivenza ad ogni costo, con la scelta di sacrificare altri per salvare il proprio orticello. Savino e Simeone trovano un equilibrio unico tra storia e resa grafica per esaltare la forte emotività della trama di Vivi e Vegeta, l’uno valorizza l’altro in una sinergia travolgente.

Vivi e Vegeta raccoglie in due volumi un’emozionante trama noir popolata da personaggi strepitosi

I due autori arricchiscono il contesto narrativo di Vivi e Vegeta andando ad inserire un rapporto quasi morboso tra umani e vegetali, con i secondi che sfuggono alla spietatezza umana, ma ne sono al contempo schiavi inconsci. La perfidia mostrata dai villain del fumetto, la gergalità mutuata da modi di dire umani e riadattati al mondo di clorofilla (spesso inside jokes tra autori e lettori) sono resi con naturalezza e senza diventare stucchevoli, ma ottimi strumenti per dare ad ogni pagina ulteriore solidità ad un’ambientazione sorprendete.

Questa sintonia diventa ancora più manifesta nella caratterizzazione dei personaggi,il colpo di grazia che fa appassionare definitivamente a Vivi e Vegeta. Antropomorfizzare i vegetali (piante, fiori e ortaggi) non era un esperimento semplice, eppure Simeone con i suoi disegni riesce a presentare personaggi bene caratterizzati e mai banali, dalla fisionomia varia e a cui è facile affezionarsi, grazie anche alle personalità che sfoggiano

Carl, il protagonista, ha una crescita come individuo che è al contempo entusiasmante e toccante. Arrivato nel Distretto dei Fiori più rassegnato che deciso, cresce lentamente come personaggio pulp e tragico, tirato a reticenza nel ruolo di eroe più dalle contingenze del momento che non da una vocazione. Il suo cambiamento caratteriale tra i due archi narrativi di Vivi e Vegeta è struggente, passa dalla rassegnazione dell’uomo, pardon, del vegetale che ha perso tutto, alla necessità di fare ancora la differenza, magari per riparare a torti del passato.

La bellezza di Vivi e Vegeta si manifesta anche in questi personaggi così umani, sia che si tratti dei protagonisti che dei comprimari, capaci di rimanere rispettosamente in secondo piano per emergere al momento giusto per dare spessore alla trama. Specialmente nel secondo arco narrativo, sono i comprimari ad assumere un ruolo di spicco, con Carl che lentamente si avvia a tornare il protagonista di una storia che parla di vegetali, ma accusa gli umani reali.

Nel leggere Vivi e vegeta è difficile non ravvisare una critica, emotiva e mai banale, alla nostra quotidianità di paure che generano incomprensioni, spesso letali. La delicatezza del duo autoriale, unita ad una puntuale ironia, evita la trappola del retorico, lasciando al lettore la possibilità di comprendere i temi trattati dalla trama, in base alla sua sensibilità e senza imporre alcun giudizio.

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BAO Publishing ha giustamente deciso di raccogliere i due archi narrativi di Vivi e Vegeta in due volumi di ottima fattura, in cui sono contenuti extra particolarmente interessanti. Oltre ai lavori preparatori, sono inserite anche storie brevi in cui sono presentati in chiave diversa alcuni dei personaggi secondari, messi a nudo per fare emergere un’insospettabile sensibilità.

Con l’uscita oggi del secondo volume targato BAO Publishing, Vivi e Vegeta: Odio di Palma, si ha finalmente la possibilità di inserire nella nostra collezione di fumetti un’opera di narrazione per immagini innovativa e ricca di ottimi spunti.