Orfani Sam: Guerra Civile – Recensione

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Il finale di Orfani Sam è ormai in dirittura di arrivo. Essendo l’ultima stagione della saga fantascientifica di casa Bonelli, questi episodi finali sono l’occasione perfetta per dare un senso di completezza all’intera serie. Guerra civile, il decimo albo di Orfani Sam, è il preambolo di questa chiusura della storia di Orfani. Non di Sam, attenzione, ma di Orfani. E c’è una bella differenza.

Per tutta la durata della saga, abbiamo assistito ad un passaggio delle consegne del ruolo di protagonista, un avvicendarsi che ha avuto una sola costante: la presenza di Jsana Juric. L’ascesa della Juric è stata il perno su cui si è sviluppato l’intero arco narrativo di questa serie, mettendo questa magnifica figura al centro delle lotte dei diversi protagonisti. Che si trattasse di Rosa, degli Orfani originali o di Ringo, è sempre stata la Juric a tessere le fila della loro sorte.

Orfani Sam si avvia al suo finale con Guerra Civile

Era inevitabile che alla fine, per abbattere un nemico così inesorabile, fosse necessario unire le forze. E se il mondo reale rende impossibile questa comunione d’intenti, complici le morti dei precedenti protagonisti, cosa può esserci di più adatto del Gateway, il luogo in cui tutti gli Orfani continuano a vivere come coscienze digitali?

Recchioni e Monteleone non hanno voluto creare un albo qualunque della saga di Orfani, ma si sono lanciati nell’impresa di creare una sorta di ponte che leghi tutte le precedenti serie, mostrando la vera struttura della saga di Orfani.

E i segni di questa macchinazione erano presenti in tutti gli albi di Orfani Sam, a ripensarci bene. Solo che eravamo troppo presi a focalizzarci su Ringo e Sam per realizzare che Orfani potesse essere visto come una complessa, ipercinetica saga familiare.

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Ironico, a bene pensarci. Orfano, per definizione, è colui che non ha famiglia eppure abbiamo visto come si possano creare legami famigliari che vadano oltre il sangue, che hanno una solidità e forza tali da non venire recisi con facilità. In Orfani Sam abbiamo visto la fatica con cui il secondo Ringo cerca di trovare un posto all’interno di una famiglia che non sembra volerlo, ma che infine lo riconosce come parte di un clan.

Idem per Sam, altra figura che non è mai mancata nelle stagioni di Orfani. E devo ammettere che vedere il ruolo della Mocciosa lungo l’intera Saga continua ad essere uno degli elementi più appassionanti. Certo, figure come Rosa e i due Ringo non sono da sottovalutare, ma Sam è quella figura che, anche se si muove nelle ombre o si vede poco, ha un peso devastante sulla trama, una consistenza narrativa che ti piomba addosso quando meno te lo aspetti.

Credo che non sia un caso che l’ultima serie di Orfani porti il suo nome. E Guerra civile diventa l’ennesimo tassello del puzzle Sam. La abbiamo vista morire, risorgere, impazzire e ritrovare la sua sanità mentale, ma l’aspetto più emblematico di Sam è che sembra esser l’unica forza in grado di contrastare lo strapotere della Juric. Entrambe riportate alla vita dalla tecnologia, l’una diventata incarnazione di un culto teocratico, l’altra emblema di una rivoluzione che dalla Terra si è spinta fin su Nuovo Mondo.

Ma Jsana Juric ha un’arma che la mette in una posizione di totale vantaggio: la sua volontà. Se nella vita reale le ha consentito di realizzare un’impresa titanica (rileggetevi la mini-serie firmata da Paola Barbato e ne riparliamo!), nel Gateway la sua volontà plasma l’intero mondo. Può Sam affrontare da sola questa potenza?

E ora, nel momento più duro, ecco che il clan si ricompatta nella sua interezza. Nessuno escluso. Pur di fermare la Juric, ormai ascesa ad una condizione più che umana, tutti gli Orfani sono pronti a combattere, senza più freni, come una famiglia. E il senso di un cerchio che finalmente si chiude si percepisce in tutto l’albo da piccoli segnali (“poveri, piccoli spaventati guerrieri“), in quello che sembra esser un destino inevitabile, come sempre programmato dalla Juric.

Sequenza costruita in modo pulito, emozionante, estremamente cinematografico. La discesa dal mezzo, lo scambio di battute e le pose della famiglia allargata degli Orfani son un segnale chiaro: si combatte assieme, si muore assieme. E il nemico comune è una forza aggregante, come ben sottolineato nel discorso di Sam.

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Ecco, occhio all’uso delle parole e alla loro presenza. Il discorso ritmato di Sam riepiloga l’intera saga di Orfani, con precisione, con sentimento, ma senza discorsi eroici o altro. C’è rabbia, vendetta e promessa di violenza. E a valorizzare questo momento, sono le pose dei personaggi, sono i silenzi, le vignette mute. In una, quando una madre incontra un figlio mai visto, quel silenzio è una botta al cuore, in quello scambio di sguardi c’è un oceano di parole ed emozioni mai dette, ma che ti avvolge e travolge.

Guerra Civile ribadisce, casomai ce lo fossimo scordati, che Orfani non è una serie qualsiasi. Coperte da battute ed azione stile anni ’80, ci sono una serie di riflessioni che aspettano solo di esser colte. Sembra un caso, che nei giorni in cui scoppia l’ennesima guerra che coinvolge civili, in questo numero di Orfani Sam ci si vada a sporcare nelle brutture delle rivoluzioni, facendo vivere ai rivoltosi quell’attimo di orrore nel vedere le conseguenze delle proprie azioni.

Anche in Nuovo Mondo avevamo visto una feroce rivoluzione e la sua tragica fine, ma qui si va oltre. La rivolta di Rosa era lontana, la popolazione di Itaca la viveva con distacco. Qui la guerra piove letteralmente dal cielo, stravolge il mondo di tutti. Soprattutto, per noi lettori, è l’occasione per vedere quanto la Juric sia disposta a mettere in gioco per realizzare i propri scopi.

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Come di consuetudine, il team grafico di Orfani Sam riesce a portare tutto questo ricco contesto narrativo su carta. Per Guerra civile, i disegni sono realizzati da Luigi Formisano, Fabrizio Des Dorides, Pietrantonio Bruno, Giorgio Spalletta, Luca Maresca, Gianluca Maconi. L’aspetto interessante è che per quanto sia evidente il punto in cui la matita passa di mano, non si perde il senso di continuità. Stili diversi, come è giusto che sia, ma che mantengono lo spirito dell’opera, senza causare cali di ritmi nelle dinamiche. Complici anche gli ottimi colori del trio Adele Matera, Stefania Aquaro, Giovanna Niro.

Come da copione, ottima copertina di Carmine di Giandomenico (di cui non dico altro perché sarebbe da commentare solo in funzione della prossima) e lettering inappuntabile firmato da Luca Corda.

Ammetto che nell’aprire l’albo ho sentito una certa familiarità nella citazione di War Games, che accoglie i lettori facendo loro capire come ormai ci si giochi il tutto per tutto per il destino di Itaca. Ed è un finale che si prospetta particolarmente intenso, visto l’ultima tavola di questo albo di Orfani Sam.

Il prossimo capitolo ci aspetta in edicola il 16 maggio, con il profetico titolo de La Fine?