Redneck: In fondo al cuore – Recensione

Di Manuel Enrico 5 Min di lettura

Nel panorama fumettistico attuale si sta sviluppando con una certa importanza un fenomeno particolare, profondamente legato all’America provinciale, quella meno nota e che nasconde, in un certo senso, una radice essenziale della vita sociale statunitense. Redneck, l’ultima affascinante proposta di saldaPress, si inserisce in questa corrente di pensiero, riuscendo a rivestire con la patina dell’elemento soprannaturale un ritratto piuttosto preciso e convincente della periferia americana.

Il nome stesso della nuova serie di Skybound è piuttosto emblematico. Redneck è un termine dispregiativo che identifica una fetta della popolazione americana derisa per le sue condizioni economiche disagiata, spesso di stampo rurale e caratterizzata da una mentalità retrograda, razzista e con una forte connotazione religiosa. Letteralmente, redneck significa ‘collo rosso’, proprio per ribadire l’origine prettamente contadina di questo ceto sociale.

Redneck, la profonda provincia americana nasconde segreti inattesi!

Questa piccola introduzione sociologica serve come chiave di lettura di Redneck. Come già Aaron con Southern Bastard (e in un certo modo anche in The Goddamned), anche Donny Cates lascia che le sue origini texane, influenzate quindi da questa vita ai margini della sfavillante America che conosciamo nei film, siano il punto di partenza della sua serie.

I Bowman rappresentano al meglio la mentalità retrograda che si associa ai Redneck. Sono conservatori nelle proprie abitudini, fortemente legati alla loro comunità e restii ad introdurre estranei nella propria cerchia familiare. Una mentalità che ben si sposa con la loro natura vampiresca, che sembra quasi scivolare in secondo piano all’inizio.

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Cates orchestra le prime mosse dei Bowman in modo da darci uno spaccato di questa profonda America rurale, in cui i vampiri riescono a vivere grazie a questo lento e immutabile modus operandi della cittadina di Sulphur Springs, Texas. Immancabile, parlando di tradizioni, la rivalità con un’altra famiglia, i Landry, ed in questo caso chi meglio di un predicatore potrebbe opporsi ad un’enclave di succhiasangue?

Redneck è, dal punto di vista narrativo, una vera chicca. Il ritratto sociologico di Cates si sposa alla perfezione con le dinamiche dell’elemento vampiresco, che viene anzi adeguato alla volontà narrativa dell’autore. La figura dell’alpha vampirico diventa il ‘nonno’ anziano tipico delle famiglie redneck, quel patriarca che cerca di mantenere sotto controllo la famiglia, con la propria autorità inattaccabile, nata dall’esser l’anziano di famiglia.

La costruzione delle dinamiche famigliari e delle sparute ma essenziali relazioni esterne sono descritte con una tempistica impeccabile, che lascia scorrere gli eventi con una naturalezza tale che il lettore quasi si dimentica che sta leggendo una storia di vampiri. La bellezza di Redneck è questa, l’aver saputo creare una sinergia tra realtà sociale e storia surreale tale da convincere il lettore che sta leggendo qualcosa di potenzialmente vero.

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Tra i personaggi svetta Bartlett, che nonostante l’età è ancora l’estraneo. Come si scoprirà leggendo Redneck, Bartlett è l’elemento di rottura del clan Bowman, un’anima perduta che costantemente cerca una propri identità, non solo nel proprio nucleo familiare, ma anche nel mondo. Dalla sua transizione in vampiro agli avvenimenti attuali, la sua figura è tragica, appassionante, vitale.

Ad esaltare l’ottima storia, ci sono i disegni di Lisandro Estherren. L’autore argentino ha un tratto particolare, ruvido all’occorrenza, che trasporta sul piano visivo la durezza dell’ambientazione di Cates. Nonostante questa volontà di essere marcatamente grossolani, ad enfatizzare l’anima dei Redneck, le espressioni dei personaggi sono sempre perfette, grazie anche a dei punti di visti che enfatizzano i momenti salienti della trama.

Difficilmente si trova un equilibrio così delicato tra disegno, trama e dialoghi. L’interazione tra Cates e Estherren è perfetta, l’anima ‘redneck’ è presente in ogni aspetto, anche nei colori di Dee Cunniffe, che riesce a interpretare cromaticamente al meglio tutto il profondo contesto narrativo.

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Redneck è una nuova interpretazione di questa corrente di narrazione dalle tinte sociologiche, che dopo Southern Bastards o Briggs Land trova un nuovo racconto che identifica la voglia degli autori americani di dare una visione cruda e disincantata della vera America.

E saldaPress valorizza come sempre la sua proficua collaborazione con Image Comics realizzando un volume da collezione, curato e che tiene fede a quest’anima rude con una grafica editoriale semplice ma d’effetto.

Dopo la lettura di In fondo al cuore, diventa difficile aspettare il seguito di questa incredibile serie!

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