Assassin’s Creed Origins: censurate le statue nel Discovery Tour

assassin's creed origin cover

Per quanto sembri ironico, nell’era internet in cui la pornografia è una delle ricerche più diffuse, esistono ancora delle forme di censura. L’ultima arriva da Ubisoft, che nel suo recente aggiornamento di Assassin’s Creed Origins ha stabilito come i suoi giochi debbano essere privi di nudità. Anche per le statue.

Il recentemente introdotto Discovery Tour è una delle feature di Assassin’s Creed Orgins che maggiormente ha colto il favore del pubblico. Si tratta di una sorta di percorso educativo con cui i giocatori possono andare alla scoperta di storiche ambientazioni e vedere in modo nuovo opere d’arte.

Assassin’s Creed Origins censura le statue di nudo!

Ubisoft ha sorpreso tutti, però, applicando una censura che onestamente mi pare eccessiva. Ogni statua che raffiguri un nudo, tema abbastanza diffuso specie in epoca classica, è stato ricoperto da conchiglie. Scordatevi genitali marmorei o grazie femminili in bella vista.

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Ogni singolo ornamento dal vago sentore di sessualità è stato coperto in Assassin’s Creed Origins, al punto che anche da una certa distanza queste conchiglie sono visibili, non lasciando trapelare delle peccaminose statue!

Assassin’s Creed Origins è stato considerato un titolo da M per l’ESRB e il PEGI ha imposto il vincolo della maggior età, proprio perché le descrizioni del gioco presentavano l’avviso di possibili nudità. E non si parlava di stature, ma di alcuni villici o fugaci visioni di atti sessuali durante il gioco. Ma non siamo mai che i giovani siano turbati da una tetta marmorea! Immaginate come sarebbe uscito The Witcher fosse stato pubblicato da Ubisoft!

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Il Discovery Tour di Assassin’s Creed Origins è disponibile anche come stand alone, con un rating più blando, che lo rende anche un interessante strumento didattico.

Questo potrebbe spiegare la scelta di applicare una censura a nudità di persone, ma non a delle statue, dato che si parla di arte. Curioso come un progetto nato per esser educativo diventa il simbolo di una visione decisamente retrograda e, a ben pensare, ridicola.