The Orville 1×02: Comandante di emergenza – Recensione

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Dopo la prima puntata di The Orville, la serie TV di Fox ideata ed interpretata da Seth McFarlane, ero piuttosto scettico sul fatto che questo show potesse liberarsi dalla sua vena comica, che in Vecchie ferite era fin troppo marcata. Non dimentichiamo che McFarlane, oltre ad essere un appassionato di fantascienza, è anche il genio dietro serie animate come Family Guy e American Dad.

Lo scorso episodio sembrava preferire un tono parodistico della fantascienza di Star Trek, cercando un’affinità visiva nello stile e nel taglio della regia, ma che pativa una certa indole comica che rendeva il tutto troppo leggero, poco incline ad una serie TV dalla forte struttura narrativa. Comandante d’emergenza sceglie di ribaltare questa impressione, con una costruzione dell’episodio che si avvicina maggiormente alle interazioni tra personaggi di Star Trek a cui noi appassionati siamo così affezionati.

The Orville offre una seconda puntata emozionante e che si avvicina al promesso spirito trekkie

L’inizio decisamente divertente e scanzonato potrebbe far pensare di trovarci di fronte ad un altro episodio puramente comico, ma dopo pochi istanti in cui assistiamo ad un divertente siparietto la puntata di The Orville prende una piega decisamente più profonda. Fin dalla sua comparsa, la serie è stata considerata una degna erede della complessità narrativa di Star Trek, contrapponendola alla recente serie di Star Trek Discovery. Con Comandante di emergenza questa investitura sembra prendere una maggiore consistenza, rendendo il secondo episodio di The Orville incredibilmente convincente.

Rapiti da una razza aliena che considera i popoli meno sviluppati come animali da esposizione, Mercer e la Grayson sono imprigionati in uno zoo alieno, lasciando la Orville senza un ufficiale in comando. La responsabilità di guidare la nave ricade sull’inesperta Alara Kitan. Il giovane tenente inizialmente sembra esser incapace di sopportare la pressione del comando, sentendosi inadatta e colpevole per non avere saputo apprezzare i consigli di ufficiali più esperti. E mi è tornato in mente quando in Generazioni Scotty domandava se quella poltrona fosse davvero così scomoda. La costruzione della sfiducia in sé e la paura di deludere coloro che dovrebbe proteggere e guidare associata a Alara è perfetta, resa in modo preciso grazie ad un supporto eccellente: il dottor Finn.

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Penny Johnson Jerald è perfetta nel ruolo di medico e di sostegno morale. Il suo sorrisetto e la sua personalità ironica sono inserite alla perfezione nelle dinamiche che legano gli uomini dell’equipaggio della Orville, ed in Comandante di emergenza la sua competenza come sostegno per la giovane Alara è una presenza famigliare, grazie ad una recitazione che ricorda il caro vecchio Bones. Il modo deciso con cui affronta una spaventata Alara, incoraggiandola e divenendo una preziosa amica, è divertente ed emozionante al contempo, accompagnato da un sorrisetto complice che ricorda le espressioni furbe di DeForest Kelly.

Sotto questo punto di vista, lo spirito narrativo trekkie appare in pieno in The Orville. La scorsa settimana ero rimasto perplesso, temendo che la vena comica di McFarlane avesse il sopravvento sul suo desiderio di ricreare uno spirito affine alla creatura di Roddenberry. Questa settimana, già dalla sigla, si è avuto un’altra impressione.

Ad aiutare c’è anche la regia di Robert Duncan McNeil, un veterano di Star Trek. Noto come il Tom Paris di Star Trek Voyager, McNeil ha saputo valorizzare le inquadrature mantenendo un perfetto taglio che ricordasse il tono narrativo tipico di Star Trek, compreso lo stacco e le dissolvenze, studiate per enfatizzare la forte impronta emotiva di questo episodio di The Orville. Certo, i siparietti e gli scambi di battute al limite sono qualcosa di esilarante e molto distante anche dalla leggerezza vista nelle recenti pellicole di Star Trek, ma il loro inserimento al momento giusto riesce a dare all’episodio una fluidità narrativa convincente e mai scontata, alternando la risata alla suspance per scoprire come i nostri eroi usciranno dall’ennesimo momento difficile.

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Nonostante una forte sensazione di famigliarità alle dinamiche di Star Trek, The Orville potrebbe aver trovato un punto di equilibrio ideale tra la voglia di raccontare la fantascienza esplorativa classica ed un inserto comico che possa strappare qualche risata. Il tutto esaltato da una colonna sonora bene gestita e che ha il merito di esaltare le situazioni con il giusto risalto musicale.

The Orville con Comandante di emergenza ha mostrato una propria cifra stilistica, dissipando i miei dubbi sulla sua capacità di ritagliarsi una propria identità. Si intravede maggiormente uno spirito affine alla dimensione trekkie che mi era mancata nella precedente puntata, ma soprattutto va riconosciuto a McFarlane di aver saputo dare il giusto risalto alla caratterizzazione dei personaggi.