X-Men Blu: Rivoluzione adolescenziale – Recensione

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X-Men Blu, le avventure dei primi allievi di Xavier, trasportati nel nostro presente!

La rivoluzione mutante in casa Marvel ha ufficialmente preso il via, un evento atteso dalla fine della saga estiva che contrapponeva X-Men ed Inumani. Primo passo è stato ricreare la complessa famiglia mutante, dando vita a due serie dedicate agli X-Men, che seguissero due formazioni distinte. In primis ci siamo dedicati alla lettura di X-Men Blu, la collana edita in Italia, come sempre, da Panini Comics, che segue le avventure dei giovani X-Men originali.

Con originali, intendo realmente la formazione originale, quella con cui esordì il fumetto negli anni ’60. La presenza di questi personaggi nel presente è frutto di un tentativo estremo di Hery McCoy di impedire una guerra tra i mutanti, portando le versioni giovanili di se stesso e dei suoi amici dal passato al presente. Nei mesi seguenti al loro arrivo, i cinque giovani mutanti hanno seguito strade diverse (Scott ha militato nei Champions, ad esempio), ma ora la squadra originale si è ricomposta e ha scelto di allontanarsi dagli altri X-Men, le cui storie vengono raccontate in X-Men Oro.

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Affidata all’estro di Cullen Bunn, questa squadra deve riuscire a trovare una propria dimensione all’interno dell’X-Universe. Si tratta pur sempre di personaggi che si trovano proiettati in un futuro abbastanza progredito da aver portato radicali cambiamenti alla società, causando anche un certo senso di confusione nei giovani protagonisti. Ho trovato divertente e comprensibile, in tal senso, la difficoltà di Scott nel concepire l’assenza della classica insegna dei barbieri, per anni un tratto inconfondibile delle città americane.

Ma come rendere X-Men Blu una serie interessante, senza costringere i giovani ‘vecchi‘ mutanti su strade già battute? Bunn ha trovato la soluzione. Parte del mito degli X-Men è stato il dover far fronte ad una serie di problematiche che fossero specchio del costume del periodo, come ad esempio la difficoltà di Bobby Drake nell’affrontare la propria omosessualità. Diverso periodo storico, significa anche una diversa sensibilità sociale, che permette ai giovani protagonisti di poter vivere in altro modo la propria vita.

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Se abbiamo Angelo con ali di fuoco cosmico e Bestia ora conoscitore di arti magiche (potenzialmente oscure), alcune cose sembrano non cambiare mai. Come la tendenza di Scott a prendere il comando e tenere seria la squadra, nonostante il leader sia Jean. Le dinamiche all’interno del gruppo sono decisamente stravolte rispetto alla controparte ‘canonica’, una scelta ragionata, basandosi sul fatto che questi X-Men non hanno goduto della guida di Xavier e che oltretutto devono anche affrontare il retaggio lasciato dalle loro controparti adulte, in alcuni casi dei veri pesi sull’anima di semplici ragazzi.

Jean, ad esempio, ha una spada di Damocle sulla testa che si chiama Fenice, mentre Scott sta affrontando l’ingombrante figura del suo ‘altro sé’ che giusto quest’estate ha mostrato una ferocia inaudita, vero e proprio tiranno. Bunn ha un ruolo non certo semplice, dovendo strutturare X-Men Blu in modo da dare ai suoi protagonisti un senso di coerenza con il carattere originale dei personaggi, ma presentandoli in modo comunque originale, evitando di battere nuovamente strade già battute.

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Aiuta sicuramente l’avere inserito come loro mentore una delle figure più controverse del mondo mutante: Magneto. Nemico della primissima ora degli X-men, il signore del magnetismo si è ora proposto come loro guida, un ruolo che faticosamente viene accettato da gran parte della squadra, che lo ricorda come un acerrimo avversario. Eppure, Jean sembra volersi fidare di questa nuova faccia di Magneto, ma siamo sicuri che l’ex guida della Confraternita sia davvero intenzionato a portare avanti il sogno di integrazione del defunto Charles Xavier?

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Per distinguere al meglio questi giovani eroi, X-Men Blu ha un tono narrativo ovviamente leggero, più vicino a come potrebbero vivere queste avventure dei ragazzi. Bunn cerca di attirare il lettore creando una situazione in cui i giovani protagonisti si confrontano con alcune delle figure storiche degli X-Men. Intrigante lo scontro iniziale con il Fenomeno o quello con Bastion, utili per trasmettere un senso di aderenza al canone classico dei mutanti, ma che in X-Men Blu si presentano con un occhio diverso. E il primo numero, Rivoluzione adolescenziale, si preannuncia come una partenza ottima.

A sostenere questo impianto narrativo ci sono i disegni di Jorge Molina, Matteo Buffagni e Ray Height, che interpretano bene questa ottica ‘giovanile’ degli eroi di X-Men Blu, senza però snaturare il mondo mutante che conosciamo. Quanto visto finora in X-Men Blue lascia presagire una serie interessante, una rivisitazione dei primi X-Men trasportati in una dimensione moderna.