Lun 4 Novembre, 2024

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Z-Nation: Nome in codice zombie? – Recensione

Ho letto in questi giorni Z-Nation: Oceano di Sangue, fumetto Dynamite, ispirato alla serie tv omonima di cui  è il prequel (disponibile su Netflix per chi vuole tuffarsi in un binge watching da paura). Il fumetto è stato scritto da Craig Engler e Fred Van Lente e disegnato da Edu Menna, è edito in Italia da saldaPress.

Il fumetto è il primo volume di una serie di fumetti che si andrà a collocare in un periodo antecedente alla serie tv e racconterà gli albori della Nazione governata dagli zombie (?) o da chi ne subisce effettivamente l’influenza e la feroce e famelica cattiveria.

Come tutti i prodotti zomb-apocalittici, anche in Z-Nation troviamo tutti gli elementi tipici del genere: dai rapporti umani sempre difficili, alle politiche territoriali di difesa e attacco, ai combattimenti contro gli zombie e, ovviamente, ai combattimenti tra umani ed altri umani che piano piano perdono la propria umanità: ciò a significare che c’è ben poco di nuovo all’orizzonte.

Z-Nation è un fumetto post apocalittico che affronta la cooperazione tra gli uomini davanti al pericolo

Un buon antecedente ma con cui non possiamo comparare Z-Nation è ovviamente The Walking Dead, ma con il capolavoro di Kirkman, Oceano di Sangue ha poco in comune se non, appunto gli Zombie.

Gli zombie di Z-Nation a dire il vero sono anche dissimili in tutto e per tutto da quelli di The Walking Dead. Molto più facile per gli umani divenire zombie e soprattutto gli zombie di Z-Nation son davvero molto meno edulcorati e più presenti sulla scena; rivestono, quindi, ancora un ruolo centrale nella narrazione.

La storia del primo volume Z-Nation: Oceano di Sangue è incentrata sulla ricerca di cibo, in un mondo dove questo scarseggia e crea dei cacciatori di zombie super affamati. Per questa ragione, un manipolo di coraggiosi decide di intraprendere una missione alla ricerca di qualcosa di commestibile per sfamare e preservare la propria comunità. Ovviamente i nostri eroi oltre a dover combattere contro zombie radioattivi, dovranno far fronte anche a degli antagonisti molto, ma molto, pericolosi.

z-nation 1

La guerra è aperta e tanti saranno i plot twist che ci accompagneranno in questo viaggio nella desolata nazione zombie. Tutto, chissà perché, si concluderà in un oceano di sangue che farà felici gli appassionati di genere splatter.

Infatti, il colore rosso è molto presente nelle tavole regalando alle illustrazioni quel tocco di crudezza e senso dell’orrore che tutti ci aspettiamo da un fumetto del genere. Molto pragmatico, infatti, risulta essere il rapporto tra tavole e narrazione, e l’uso funzionale dei colori è un plus per questo primo volume di Z-Nation.

Ci si aspettava, però, qualcosa di più innovativo e più strabiliante, se non per la storia di stampo post apocalittico, almeno per le tavole che, invece, risultano essere piatte e senza vitalità alcuna se non per qualche rara eccezione. Lo stile di Edu Menna è molto accademico, non si lascia trasportare dalla narrazione e dalla crudeltà della storia, ma continua a scavare volti e rompere teste senza metterci davvero l’anima.

Le illustrazioni sono fredde e senza spirito, non coinvolgono ma nemmeno stupiscono sia nel male sia nel bene, insomma, non hanno la funzione propria delle illustrazioni del fumetto contemporaneo: non svolgono il compito di interessare il lettore, di colpirlo e condurlo, silenziosamente, nei meandri sconosciuti dell’animo umano.

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La storia, per quanto possa intrattenere è qualcosa di già visto, come detto in precedenza. Punto a favore per Craig Engler e Fred Van Lente sono i dialoghi e la volontà di ridare agli Zombie un ruolo centrale nella storia che diviene il perno attorno cui far girare tutta la narrazione.

Vi consiglio di leggere Z-Nation per capire come sia effettivamente possibile produrre fumetti sugli zombie anche dopo The Walking Dead e che non proprio tutto è stato detto, qualcosa da esplorare rimane sempre poiché tanto vasta è la mente umana, anche quando deve fronteggiare delle minacce di carattere pratico e non può più crogiolarsi nella contemplazione.

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