The Pale Blue Eye – I delitti di West Point: recensione

edgar allan poe by Harry Melling in the pale blue eye

È da poco uscito su Netflix e, per un periodo limitato, in alcune sale cinematografiche degli Stati Uniti, The Pale Blue Eye: I delitti di West Point, nuovo film di Scott Cooper che vede come protagonista Christian Bale.

Tratto dal romanzo del 2006 di Louis Bayard e sceneggiato dallo stesso Cooper, il film ha la peculiarità di avere come co-protagonista un personaggio realmente esistito: Edgar Allan Poe. Lo scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista statunitense è noto in particolar modo per aver dato il là proprio al racconto poliziesco e al giallo psicologico, filone che in buona sostanza è quello a cui cerca di appartenere questo film.

“L’occhio blu pallido” al quale fa riferimento il titolo del film non ci è dato sapere a chi appartenga, termine che viene citato dallo stesso personaggio durante il film mentre recita alcuni versi che fanno riferimento a “Lenore”, vera poesia scritta da Poe.

Nel film il volto dello scrittore di Baltimora è quello di Harry Melling (interprete di Dudle Dursley nella saga di Harry Potter), che ha in effetti gli occhi azzurri, come del resto sono azzurri quelli di Lucy Boynton (vista in Bohemian Rhapsody), interesse sentimentale dello scrittore, e non solo. Esiste però un racconto del 1843 di Poe, intitolato Il cuore rivelatore, che racconta dell’omicidio di un vecchio con un occhio blu pallido e anche il cuore, inteso come organo, ha un ruolo centrale in questo film. Questo ci fa presupporre che l’autore del romanzo si sia ispirato al racconto per la sua storia, anche se i punti in comune si esauriscono ai due elementi elencati.

Un delitto, tanti misteri e un giovane Edgar Allan Poe

Il film è ambientato, nel 1830, nei pressi di New York all’interno dell’accademia militare di West Point. Uno dei cadetti viene trovato impiccato e con il cuore estratto post mortem. Il colonnello Sylvanus Thayer (interpretato da Timothy Spall), affiancato dal capitano Hitchcock (Simon McBurney), decide di affidare la delicata indagine ad Augustus Landor (Bale), un brillante detective dall’oscuro passato, incline all’alcol, e ormai ritiratosi a vita privata.

Appena iniziate le indagini l’attenzione di Landor viene subito attratta da un cadetto particolare, per nulla a suo agio con uniformi e regole militari, tale Edgar Allan Poe. I due scoprono di condividere acume e senso investigativo fuori dal comune e uniscono le forze per trovare l’assassino, mentre i macabri omicidi a West Point aumentano.

the pale blue eye christian bale Harry Melling

The Pale Blu Eye appartiene a quel filone cinematografico di film thriller ambientati verso la fine dell’800 che vedono protagonista un detective, con doti particolari, alla ricerca di un killer. La pellicola, infatti, ha tratti in comune con La vera storia di jack lo squartatore del 2001 diretto da Albert e Allen Hughes con Johnny Depp come detective, e Il mistero di Sleepy Hollow (1999) diretto da Tim Burton e sempre con un Depp in forma smagliante a investigare. Non è nemmeno il primo di questo filone ad avere Edgar Allan Poe come personaggio del film: In The Raven, del 2012, per la regia di James McTeigue, John Cusack interpretava lo scrittore americano, ripercorrendo gli ultimi giorni della sua vita mentre cercava di scovare un assassino che si ispirava ai suoi racconti per uccidere.

The Pale Blue Eye I delitti di West Point

Nel film di Cooper ci troviamo di fronte un giovane Poe, ancora lontano dalla notorietà, che sembra essere il prototipo perfetto del nerd emarginato dal resto della comunità in cui si ritrova, un Poe spensierato e allegro la cui passione per il macabro sembra nascere propri dagli eventi raccontati dal film.

Herry Melling in questo ruolo è perfetto, riuscendo a trasmettere nitidamente il senso di alienazione del giovane scrittore, ma anche il senso di ammirazione per qualcuno che potrebbe essere come lui, ugualmente attratto dai misteri da risolvere e indizi da seguire come il detective Augustus Landor. Christian Bale interpreta il suo personaggio alla maniera di Christian Bale, laconico, serioso e con zero senso dell’umorismo, tracciando il profilo del detective logorato dal passato. Il rapporto fra i due è quello che funziona meglio nel film, lontano dai classici buddy movie, dove i due protagonisti all’inizio si disprezzano per poi diventare migliori amici, qui la particolare e intellettuale intesa si percepisce fin dalla prima inquadratura con Bale e Melling.

Alla terza collaborazione fra Bale e Scott Cooper, dopo Il fuoco della vendetta, thriller di tutt’altro tipo del 2013 e Hostiles, western del 2017, il risultato è il film meno riuscito del trittico.

The Pale Blue Eye

Il colpo di scena finale di The Pale Blu Eye

The Pale Blu Eye vorrebbe essere un thriller dall’ambientazione gotica, dove la suspense dovrebbe farla da padrone, ma si ammoscia su sé stesso prima di arrivare al plot twist finale che non è scontato, ma si raggiunge senza troppo pathos e senza troppa voglia di scoprire la soluzione del mistero, enigma che dovrebbe essere il punto di forza di film di questo genere.

Il film sembra arrivare alla conclusione naturale della vicenda a 30 minuti dalla fine, ed è qui che la sceneggiatura cerca di far crollare tutte le certezze allo spettatore. Un fatto legato al passato di Landor si rivela essere estremamente rilevante ai fini del vero finale, ma invece che stupire per l’audacia del colpo di scena, fa domandare allo spettatore se effettivamente la logica della trama viene rispettata. Solo con una seconda visione si può risolvere il dubbio, guardando certe scene sotto un’ottica diversa, lo script prende corpo in maniera solida. La sfida è pero quella di concedere a The Pale Blue Eye una seconda visione, dato il ritmo della pellicola, che potrebbe risultare ostico e freddo.

La fotografia di Masanobu Takayanagi, cupa e fredda, contribuisce a creare l’atmosfera giusta e, aiutato dalle scenografie di Stefania Cella, vi farà venire voglia di vedere il film avvolti nelle coperte (anche se correte il serio rischio di essere accolti dalle braccia di Morfeo), completamenti avvolti dai paesaggi innevati di New York e dall’austero ambiente gotico degli interni. Probabilmente, visto sul grande schermo, il risultato avrebbe avuto un respiro più ampio, mentre dalla poltrona di casa c’è il rischio che la mente divaghi e che lo schermo dello smartphone si illumini.

Oltre ai già citati Christian Bale, Herry Melling e Lucy Boynton il cast è composto anche da Timothy Spall, Toby Jones, Gillian Anderson, Charlotte Gainsbourg e Simon McBurney, tutti attori di origine britannica, scelta curiosa visto che il film è interamente ambientato negli Stati Uniti. Menzione a parte merita il 92enne Robert Duvall, nel piccolo ruolo di Jean-Pepe, bibliografo amico di Landor.

In conclusione, siamo di fronte a un thriller che si lascia guardare, che non regala troppi momenti di tensione, usa la figura di Edgar Allan Poe come grimaldello per forzare il raggiungimento del colpo di scena del finale di The Pale Blue Eye e per costruire una sorta di empatia con lo spettatore. Un film da vedere nelle fredde notti invernali, sotto le coperte, ideale se avete problemi di insonnia.