La bambina che amava Tom Gordon, uno dei racconti più intensi e coinvolgenti di Stephen King diventerà un film (questa volta sul serio… si spera).
Dopo anni di false partenze, lavori bloccati e sogni infranti, Lionsgate ha confermato che il progetto è nelle mani di JT Mollner, già sceneggiatore dell’adattamento cinematografico de La lunga marcia, pellicola attesa per settembre tratta da un altro incubo kinghiano pubblicato sotto lo pseudonimo di Richard Bachman.
Ci sarà quindi ancora da camminare parecchio, ma questa volta con un pathos e un coinvolgimento emotivo molto più profondo e allucinato.
Una bambina nel bosco, un Walkman e il terrore puro
Se non avete ma letto il romanzo, probabilmente uno dei libri meno conosciuti di Stephen King, sappiate che La bambina che amava Tom Gordon è tutto fuorché una favoletta con la morale.
La protagonista è Trisha McFarland, una ragazzina di nove anni che si perde nel cuore della foresta mentre si trova in compagnia della madre e del fratello. Quello che inizia come una passeggiata nella natura di poche ore si trasforma in un incubo fatto di fame, sete, febbre, ferite, delirio… e un’entità misteriosa che potrebbe non essere solo frutto dell’immaginazione di Trisha: il famigerato Dio dei Perduti.
Il suo unico conforto? Un Walkman con le radiocronache dei Boston Red Sox e soprattutto la figura del suo idolo: Tom Gordon, celebre giocatore di baseball e simbolo della sua infanzia nonché “spirito guida” in questa avventura tra paura, follia e istinto di sopravvivenza. Il triste e sgomento viaggio di Trisha è appena cominciato e la bimba ben presto scoprirà che: “Il mondo aveva i denti e in qualsiasi momento ti poteva mordere.”
La bambina che amava Tom Gordon (che trovate qui su Amazon) non è il classico horror: è psicologico, silenzioso, soffocante. Un incubo che parla di coraggio, solitudine, resilienza… e baseball. Un mix perfetto per diventare un piccolo cult contemporaneo, soprattutto con un regista che ama sporcarsi le mani con storie borderline e disperate.
JT Mollner e Lionsgate: là dove nessuno era mai giunto prima
Ci avevano provato in tanti a realizzare questo film: George A. Romero (sì, proprio il papà degli zombie) e Lynne Ramsay (We Need to Talk About Kevin), ma nessuno era riuscito a portare La bambina che amava Tom Gordon sul grande schermo.
Ora però c’è Mollner che con Strange Darling ha già dimostrato di saper gestire personaggi giovani e psicologicamente stratificati e che con La lunga marcia si sta già facendo un nome tra gli adattatori di King.
Secondo Erin Westerman, presidente della Lionsgate Motion Picture Group: “JT è un talento con un futuro brillante. I suoi personaggi, soprattutto quelli giovani, sono intensi e toccanti. È perfetto per questa storia di sopravvivenza e speranza.”