Nel caso ci fossero ancora dubbi, lo scorso weekend ha dimostrato una volta per tutte che il pubblico ama ancora profondamente Star Wars. In occasione del 20° anniversario, Disney e Lucasfilm hanno riportato al cinema Star Wars – Episodio III – La vendetta dei Sith, il capitolo finale della trilogia prequel firmata da George Lucas.
Il risultato? Una vera e propria invasione di fan in sala, pronti a rivivere (o a scoprire per la prima volta) la definitiva caduta di Anakin Skywalker verso il lato oscuro e la nascita di Darth Vader sul grande schermo.
Considerando che la pellicola è arrivata solo in alcune sale selezionate, La vendetta dei Sith ha incassato 25,2 milioni di dollari solo negli Stati Uniti durante il weekend di apertura (superando i 40 milioni se consideriamo il mercato onternazionale), classificandosi secondo al box office dietro a Sinners di Ryan Coogler (45 milioni). Ha superato film appena usciti come The Accountant 2 (24,4 milioni), Until Dawn (8 milioni) e ha battuto anche A Minecraft Movie (22,7 milioni), arrivato alla quarta settimana.
Un ritorno di… Forza
Parliamo di un film vecchio di vent’anni, parte di una trilogia che, all’epoca, era stata accolta in modo piuttosto freddamente. Eppure oggi Episodio III si piazza tra le riedizioni più redditizie di sempre. Solo una ha fatto di meglio: Una nuova speranza nel 1997, con i suoi 35,9 milioni al debutto, ma lì c’erano le scene extra della “Special Edition”. Stavolta invece, La vendetta dei Sith è tornato nella stessa versione del 2005, senza aggiunte.
Per confronto, la riedizione del 40° anniversario de Il ritorno dello Jedi nel 2023 aveva incassato solo 4,69 milioni, mentre quella per il 25° anniversario de “La minaccia fantasma” si era fermata a 8,7 milioni. Insomma, i numeri parlano chiaro e hanno un messaggio importante per il futuro di Lucasfilm.
Il riscatto definitivo della trilogia prequel
Quando arrivarono, i prequel furono qualcosa di “poco convincente” per il fandom di Star Wars. La minaccia fantasma fu criticata duramente (Jar Jar Binks è stato l’emblema dei feroci giudizi da parte degli appassionati), anche se al botteghino il film sfiorò il miliardo di incassi. L’attacco dei cloni andò peggio, fermandosi sotto i 700 milioni. Solo con La vendetta dei Sith si intravide un vero e proprio apprezzamento, anche se il giudizio generale era ancora divisivo per chi era cresciuto con la trilogia originale.
Ma ora, vent’anni dopo, il pubblico è cambiato. I millennial e la Gen Z sono cresciuti con i prequel e con The Clone Wars, hanno un legame diretto con Anakin, Obi-Wan e Padmé. Per molti, questa è la loro epoca di Star Wars. E questa riedizione lo conferma: il film ha incassato altri 17 milioni di dollari internazionali, per un totale globale di 42,2 milioni in un solo weekend, numeri che portano il totale aggiornato del film, contando anche gli incassi del 2005, a 892,2 milioni di dollari.
Un successo che fa riflettere
Cosa ci dice tutto questo? Prima di tutto, che La vendetta dei Sith non è più solo “il meno peggio” della trilogia prequel, ma il film è davvero un cult generazionale. In secondo luogo, che alla Lucasfilm dovrebbero smetterla di propinare produzioni dall’animo sciatto per piacere a tutti: bisognerebbe ritornare alla vera essenza di Star Wars senza forzarne l’appiattimento sulle “sensibilità” moderne ma cercando di concentrarsi sugli elementi che hanno fatto grande questa saga che, purtroppo, si è un po’ persa con i tre sequel e potrebbe andare definitivamente a gambe all’aria con la nuova trilogia.
Insomma, ricordando uno dei momenti più alti di Episodio III, “soltanto un Sith vive di assoluti” e Lucasfilm dovrebbe davvero fare un bell’esame di coscienza.