Sekiro: Shadows Die Twice, quando difficile รจ bello – Recensione

Chiudo gli occhi.
Respiro.
Affondo.
Respiro.
Ogni colpo della mia lama deve andare a segno, altrimenti non ci sarร  speranza per me.

Sbaglio il tempo, un errore imperdonabile per uno Shinobi. Sento la katana del mio avversario conficcarsi nel mio petto e percepisco la vita scivolarmi via.
In quella frazione di secondo l’unica cosa che mi viene in mente รจ: “dove ho sbagliato?”

Una forza misteriosa mi riporta indietro dalla morte.
Chiudo gli occhi.
Respiro.
Affondo.
Respiro.
Pochi colpi precisi, diretti. Il fragore delle nostre lame riecheggia nel bosco.
Un ultimo fendente e la testa del mio avversario rotola a terra.
Rinfodero la spada.
Questa volta sono stato fortunato, ma devo fare piรน attenzione alla mia tecnica e non sottovalutare l’avversario.

Altrimenti morirรฒ ancora e non ci saranno sempre forze divine a riportarmi indietro… per scrivere la recensione di Sekiro: Shadows Die Twice!

La recensione di Sekiro: Shadows Die Twice!

Chiariamo subito una cosa: Sekiro non รจ un gioco per tutti e non lo รจ nemmeno per chi pensa di trovarsi davanti all’ennesimo (e diciamocela tutta, ripetitivo) souls-like di casa From Software.

Molti si erano oramai “abituati” alla difficoltร  estrema dei titoli della software house nipponica e anche a certe meccaniche da tempo consolidate, come la raccolta delle anime o degli echi del sangue per poter salire di livello; conseguentemente al farming e grinding estremo per superare una determinata area.

Non troverete niente di tutto questo. Perchรจ se Dark Souls e Bloodborne vi sembravano complessi, Sekiro: Shadow Die Twiceย sarร  infernale.

Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa e parliamo di questa “tegola” che รจ la difficoltร : come detto sopra, non sarร  possibile salire di livello come nei vecchi Souls, poichรฉ la componente RPG รจ davvero ridotta all’osso, con solo due caratteristiche (la salute e l’equilibrio) che potranno essere potenziate accumulando determinati oggetti, con un albero delle abilitร  migliorabile grazie ai punti esperienza che si ottengono dall’uccisione dei nemici.

Se quindi pensavate di livellare a piรน non posso per poter affrontare il gioco in scioltezza, beh, non avrete successo.

Impara dai tuoi errori e studia il tuo nemico

Quasi come alcune delle antiche filosofie orientali da cui il titolo stesso trae ispirazione, l’unico modo per avanzare in Sekiro รจ imparare dai propri errori, studiare il nemico, capire le contromosse da effettuare e non perdere mai la concentrazione.

Tutto questo in funzione anche di un sistema di combattimento basato su parate, schivate e deviazioni dei colpi nemici, alcuni dei quali preceduti dall’apparizione di un kanji, atto a significare la pericolositร  dell’attacco stesso.

Dovremo, inoltre, decidere come reagire ad un determinato tipo di colpo, sia esso una spazzata (saltando e dando un calcio), un affondo (deviando con la nostra lama o facendo virare quella nemica verso il terreno con la pianta del piede) o una carica (schivando di lato e colpendo il nemico alle spalle), il tutto in una frazione di secondo, in cui le combo nemiche si incatenato una dietro l’altra e il fragore delle armi riecheggia nell’aria.

Gli approcci per mandare al tappeto il nemico sono diversi ma praticamente tutti basati principalmente sulla postura: ogni attacco la consuma, sia a noi che al nemico, e sarร  fondamentale portarla al minimo tramite attacchi e parate ad impatto premendo il tasto al momento dell’attacco, per fare in modo di finire i nostri avversari con un colpo solo.

Il tempismo รจ fondamentale in Sekiro, dove un tasto premuto troppo presto o troppo tardi ci farร  subire una ferita, invece che deviare l’attacco.

Se dovessimo fallire piรน volte in questa vera e propria “danza mortale” sopraggiungerร  la morte… o forse no?

In Sekiro: Shadow Die Twice, avremo la possibilitร  di resuscitare fino ad un massimo di tre volte, prima di incontrare la vera e propria morte, che ci dimezzerร  i punti esperienza e il denaro accumulati; oltre che non aver la possibilitร  di recuperarli raggiungendo il proprio cadavere, come accadeva nei Souls e in Bloodborne.

รˆ bene cercare di padroneggiare al piรน presto questa meccanica, poichรฉ sarร  davvero fondamentale in alcune situazioni e potrร  davvero fare la differenza. Ma non รจ tutto rose e fiori, perchรจ il morire in continuazione porta ad un malus piuttosto fastidioso: la Malattia del Drago.

Ma perchรจ questa epidemia รจ cosรญ fastidiosa? Innanzi tutto, qualsiasi PNG puรฒ essere colpito dalla malattia e questo comprometterร  il completamento delle quest assegnateci dagli stessi, poichรจ non saranno in grado di risponderci a dovere a causa della forte tosse; in piรน, limiterร  pesantemente l’ottenimento di “aiuti divini”, ovvero la possibilitร  di una riduzione di penalitร  per quanto riguarda la riduzione di denaro e punti esperienza.

Per fortuna, la Malattia del Drago non รจ permanente, ma puรฒ essere guarita tramite una quest che ci verrร  assegnata dopo che la malattia verrร  contratta la prima volta. Un po’ come succedeva con la vacuitร  in Dark Souls 3, per intenderci.

“Mi sembra troppo complicato! Io che ho giocato a Dark Souls sono avvantaggiato?”

La mia risposta รจ un secco no.

Per quanto l’impronta stilistica, nonchรฉ il concetto di morte e resurrezione portato avanti da From Software negli anni, sia sempre presente ed evidente, Sekiro: Shadow Die Twiceย รจ un qualcosa di completamente differente rispetto a quanto visto finora.

Oltre al sistema di combattimento di cui abbiamo giร  parlato, abbiamo anche un approccio alla situazione che รจ totalmente diverso rispetto ai Souls.

Lo sviluppo verticale delle mappe di gioco permette uno studio piรน approfondito sul superamento di una determinata area di gioco: possiamo affrontare i nemici uno ad uno, in stealth, aggirandoli e uccidendoli alle spalle o calandoci dall’alto; possiamo appenderci alle sporgenze grazie al braccio prostetico che ci fa da rampino e adocchiare punti strategici da dove attirare i nemici con dei cocci di ceramica; o ancora buttarsi nella mischia e con l’aiuto della fuliggine, distrarre i nemici per ucciderli uno dopo l’altro (anche se, personalmente, ve lo sconsiglio)

Tutte cose che non ci erano permesse nelle precedenti avventure di From Software.

E tutto ciรฒ รจ possibile anche grazie alla meccanica del salto, un’aggiunta decisamente importante per chi era abituato a mappe pressochรฉ orizzontali, in cui cadere da una sporgenza significava morte certa.

Potremo infatti saltare, rimbalzare su un muro effettuando una sorta di “doppio salto” e aggrapparci alle sporgenze, permettendoci di raggiungere posti altrimenti irraggiungibili.

Un decisivo salto di qualitร  e un cambio di rotta un po’ inaspettato rendono Sekiro: Shadows Die Twice un prodotto incredibile

Anche la narrativa si discosta dagli stilemi che hanno caratterizzato le opere di From Software: infatti non vi sarร  piรน una vera e propria “lore” nascosta e accessibile solo tramite le descrizioni degli oggetti, ma avremo delle vere e proprie sequenze di filmati, atte a narrarci un racconto, mantenendo pur sempre un po’ di mistero (e fidatevi che di segreti ce ne sono a bizzeffe) essendo tuttavia decisamente piรน chiaro e comprensibile a tutti.

Il collocamento, poi, dell’intera vicenda nel Giappone feudale dei samurai, dei ninja e dei Signori a cui questi guerrieri prestavano servizio, rendono il tutto piรน magico, avvincente e appassionante: l’onore e il dover portare a compimento il volere del proprio padrone, sono valori fondamentali per il nostro protagonista e questo si riflette sul suo carattere e sulla nostra missione.

In conclusione, Sekiro: Shadows Die Twice mi ha divertito (e ancora mi sta divertendo) come non succedeva da tempo.

La difficoltร  estrema potrร  essere un ostacolo per molti giocatori, ma per quanto mi riguarda si tratta di un’ennesima sfida che rende gratificante, quando arriva, il successo di una determinata prova all’interno del gioco.

Il sistema di combattimento estremamente tecnico e basato sui riflessi e la “pazienza” (anche se in un titolo del genere รจ una parola un po’ azzardata) rendono l’esperienza appagante, nonostante la difficoltร  sia a tratti davvero eccessiva.

Non mancano alcune piccole problematiche oramai presenti in ogni gioco di From Software, come le hit-box un po’ imprecise e la telecamera che, di tanto in tanto, non vuole proprio saperne di collaborare, ma nell’immensitร  del gioco e in mappe verticali cosรฌ ben curate e studiate si tratta, per quanto mi riguarda, di semplici sbavature.