Mar 8 Ottobre, 2024

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Naila di Mondo9, la grande fantascienza parla italiano – Recensione

Quando leggo un libro, prima di appassionarmi ai personaggi mi soffermo sull’ambientazione. Costruire personaggi che siano credibili è sicuramente complesso, ma creare un intero universo in cui sviluppare un’ambientazione coesa è ancora più arduo. Ci sono poi autori che sanno come far nascere mondi che sembrano vivere di vita propria, rendendoli il luogo ideale per sviluppare molteplici storie. A questa schiera di narratori di classe appartiene Dario Tonani, che con Naila di Mondo9 conferma il suo talento e la validità del suo mondo.

Naila di Mondo9, Oscar Fantastica ci riporta nell’appassionante universo di Dario Tonani

E se pensate che Tonani sia poco incisivo, forse sarebbe meglio tenere in considerazione il fatto che siamo di fronte ad un autore che ha infilato otto vittorie al Premio Italia e una europea come scrittore di fantascienza. E se persino una prestigiosa rivista di fantascienza nipponica ha considerato Mondo9 come uno dei dieci romanzi di fantascienza migliori del 2015, viene da chiedersi perché Dario Tonani non dovrebbe meritarsi un posto di rilievo sulla nostra libreria.

Naila di Mondo9 è più che una semplice riconferma del talento di Tonani, è un nuovo capitolo vitale di un mondo che si spera venga ulteriormente esplorato. Non è un caso che Oscar Fantastica, la collana marchiata Mondadori, abbia inserito nel proprio catalogo le avventure di Naila, sottolineando una voglia di dare risalto alla narrativa di qualità italiana, come mostrato recentemente con la pubblicazione di IF – La Fondazione Immaginaria.

Ma tornando a Naila di Mondo9, cosa ha di così sorprendente questo contesto narrativo?

Fare un elenco sarebbe fin troppo facile, ma ci sono degli aspetti di Mondo9 che sono particolarmente riusciti. Anche per chi ancora non ha familiarità con la creazione di Tonani, questo volume consente di godersi al meglio la fantasia dell’autore.

Mondo9 vive sulle pagine di questo libro grazie alla sua profondità, composta anche dai piccoli dettagli sociali con cui Tonani ha sviluppato questa landa desolata. Dalle regole sociali alla costituzione degli equipaggi delle immense navi del deserto, l’autore non ha mancato di dare al lettore l’impressione di esser pare di un mondo con regole precise; che se da un lato sembrano vincolare le azioni dei protagonisti, dall’altro paiono diventare un modo per emanciparsi da un destino apparentemente già scritto.

Lo ammetto, Naila di Mondo9 mi è scivolato tra le dita come la sabbia del deserto in cui naviga la Syraqq. Magnetico sarebbe il termine giusto per questo volume, visto che una volta iniziato a leggere l’avventura di Naila è difficile posare il libro.

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Da appassionato di narrativa steampunk, non ho saputo centellinare la lettura per prolungare il piacere, ma ne ho attinto avidamente. Dalla commistione biomeccanica alla creazione di un ecosistema, anche sociale, che rispecchia la dipendenza tra uomo e macchina, con un design che Tonani descrive con poche parole, con piccole, costanti rivelazioni che mostrano con naturalezza la realtà di Mondo9. Anziché forzare il lettore ad entrare nella sua ambientazione, Toniani lo invita con calma, con un atteggiamento che crea una sensazione di familiarità con la distesa sabbiosa in cui la Syraqq si muove.

Tonani ha creato un’ambientazione in cui il senso di decadimento strizza l’occhio alla grande narrativa post atomica, riuscendo però a crearsi una propria identità, puntando non solo alla potenza dei personaggi, ma andando a lavorare in modo sublime su un aspetto spesso poco curato: le debolezze.

L’idea della ruggine come droga è un espediente narrativo convincente. La dipendenza e la sua nefasta conseguenza, il Morbo, che lentamente sostituisce la carne con il metallo è una finezza, soprattutto per l’utilizzo ragionato e mai banale che ne fa Tonani. Il modo in cui viene descritta l’assuefazione e il fascino quasi rituale esercitato su certi personaggi crea un meccanismo che avvolge il lettore e lo coinvolge totalmente.

A dare ancora più consistenza a questo spessore narrativo è la bella struttura dei dialoghi. Nei passaggi più intensi, che siano attimi di intimità dei personaggi o dare enfasi a situazioni in cui la Syraqq è a rischio, mi sono sentito come presente agli eventi, complice un’impostazione lessicale perfetta. Non è una questione di puro tempismo, ma il saper trasmettere la natura dell’animo dei personaggi anche nel modo in cui parlano e interagiscono tra loro.

Nel leggere Naila di Mondo9 si ritrova tutto questo e molto altro. Naila non è soltanto la protagonista di questo romanzo incredibile, ma è un piacevole ritorno in scena per gli apprezzatori dell’opera di Tonani. Sono passati i tempi del suo esordio (in Mechardionica, se ben ricordo), e vederla cresciuta e al comando di una nave biomeccanica femmina è un segno non solo del destino, ma la promessa al lettore di esser in procinto di leggere un’avventura di spessore. Difficile girare più di tre pagine senza trovare un nuovo sprone a proseguire la lettura, lasciandosi guidare da una catena di eventi che rende impossibile posare il libro, a meno che non si sia arrivati all’ultima pagina.

Il bello di Mondo9 è come ad ogni nuova immersione in questo universo l’autore riesce ad aggiungere un nuovo tassello, arricchendo ulteriormente la sua creatura, aumentandone il fascino. Con Naila di Mondo9 questa cura si manifesta nella figura dell’Avvelenatore, un ruolo che inserito nel contesto di Mondo9 sembra quasi assumere un ruolo mistico, incarnato da un personaggio che si muove su un delicato equilibrio che travolge il lettore.

Chi non ha mai letto in precedenza le storie di Mondo9 non deve temere di sentirsi fuori luogo, ma potrebbe prendere questo primo assaggio della narrativa di Tonani come un incentivo per recuperare uno dei più interessanti universi fantascientifici attualmente in libreria

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