Messiah: dopo la seconda stagione cancellata, Netflix è stata citata per diffamazione

Di Michele Vivante 4 Min di lettura

Mentre il mondo stava per andare incontro alla pandemia di Covid-19, lo scorso mese di marzo uno degli attori protagonisti di Messiah, Wil Traval, aveva svelato la decisione di Netflix di non rinnovare per una seconda stagione la controversa serie.

Oggi è una giornata molto triste. Ho appena ricevuto notizie da Netflix che non ci sarà una seconda stagione di #messiah e volevo dire a tutti i fan grazie per il vostro supporto e amore. Abbiamo adorato stare a Netflix. Vorrei che le cose fossero andate diversamente. #noseasontwo #messiahnetflix #cancelled #devestated #netflix #wewillmussyou

Stando alle informazioni diffuse in rete poco dopo l’annuncio, si è scoperto che la decisione non era da ricercarsi nelle controversie scatenate dalla serie politico-religiosa. Ufficiosamente, la cancellazione è infatti arrivata a causa del fattore coronavirus e della sicurezza degli stessi attori, che sarebbero stati costretti a viaggiare in numerose location per la realizzazione dello show.

La serie aveva debuttato su Netflix lo scorso 1° gennaio, venendo ampiamente apprezzata dagli spettatori ma scatenando anche accese critiche a causa della trama controversa dello show. Per chi non lo sapesse, Messiah racconta infatti la storia di “al-Masih,” o il “Messiah,” interpretato dall’attore Mehdi Dehbi, un personaggio diventato rapidamente famoso a livello internazionale poiché creduto (non sapremo mai se a ragione o a torno) il figlio di Dio.

Le sue azioni attirano quindi l’attenzione della CIA guidata dall’agente Eva Geller (interpretata da Michelle Monaghan) su cui ricade l’onere di indagare se al-Masih è davvero l’essere divino che afferma di essere o se invece si tratta di una frode.

Dopo la cancellazione della seconda stagione di Messiah, Netflix ha ancora problemi per la serie che, ora, è protagonista di una citazione per diffamazione

Ma se oggi torniamo a parlare della serie è perché Netflix è stata citata per diffamazione dal GEO Group, l’azienda privata apparsa nel terzo e quarto episodio della serie che si occupa di gestire numerosi centri di detenzione in USA.

L’azienda ha spiegato che “a differenza di quanto mostrato in Messiah, GEO non ospita persone in stanze sovraffollate con gabbie a rete nelle sue strutture, ma fornisce letti, biancheria da letto, aria condizionata, spazi ricreativi interni ed esterni, campi da calcio, aule, biblioteche e altri servizi che confutano le falsità diffamatorie di Messiah “.

Oltre a questo, Netflix avrebbe utilizzato il marchio di GEO Group senza alcuna autorizzazione, violando di fatto un marchio registrato realmente esistente.

In attesa di una replica da parte di Netflix, cosa ne pensate della vicenda? Vi sarebbe piaciuto vedere una seconda stagione di Messiah? Fatecelo sapere tramite un commento qui sotto!

Fonte: Variety

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