Le storie di guerra di Garth Ennis: Vol. 4 [Recensione]

Di Francesco Benati 8 Min di lettura

Dopo avervi presentato, poche settimane fa, la recensione del terzo volume di Storie di guerra di Garth Ennis, edito da Saldapress, ecco arrivare il quarto capitolo contenente altre due avventure ambientate ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, entrambe ovviamente partorite dalla mente dello scrittore nordirlandese.

Le storie di guerra di Garth Ennis: vol. 4 , saldaPress continua a pubblicare i fumetti bellici di Ennis!

Mi riallaccio a quanto ho scritto a proposito del capitolo precedente: chi volesse cercare, in queste storie guerresche, il Garth Ennis di Preacher, Hitman e compagnia finirebbe ben presto deluso. Per quanto il tratto autoriale si noti nel ritmo, nella costruzione dei dialoghi, eccetera, il tono di queste storie è diametralmente opposto a quello di altre opere dello sceneggiatore. Se nei suoi lavori più famosi trionfano la visionarietà, l’estro creativo e una buona dose di follia, qui invece è il trionfo del basso profilo, dell’intimismo, della ricerca di ciò che si trova nelle profondità dell’animo umano, sia esso buono o cattivo.

Le due storie qui presenti non fanno eccezione: in esse si indaga l’oscurità e lo splendore delle persone, la loro capacità di rendersi protagoniste di grandi ed eccezionali gesta e di terrificanti orrori e bassezze.

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La prima storia si intitola Castelli in aria, per i disegni di un team composto da Matt Martin e Keith Burns, e ambientata ai tempi dei bombardamenti americani sulla Germania nel 1944.

Il protagonista è il sergente Leonard Wetmore, pilota di un bombardiere B-17, una delle fortezze volanti della Seconda Guerra Mondiale. Di stanza in Gran Bretagna, il pilota entra in contatto con la bella Paula e con suo figlio Ronnie, orfano di padre ucciso in combattimento. Mentre la madre, più avvezza alle brutalità della guerra, ha accettato la morte del marito, per il bambino è difficile relazionarsi con Leonard, soprattutto quanto tra quest’ultimo e Paula inizia a svilupparsi un profondo sentimento. Tuttavia, fra loro due, anzi, fra loro tre, aleggia l’ombra della guerra e dei bombardamenti aerei con tutto il loro carico di morte e devastazione.

La trama di questa storia, peraltro neppure particolarmente breve, è più o meno inesistente ed è tutta piallata sulle riflessioni di Leonard e il suo rapporto con Paula e il piccolo Ronnie, i quali rappresentano per lui un’ancora di salvezza in mezzo all’oceano della guerra. Sotto questo aspetto, Ennis è bravissimo nel tratteggiare la personalità di un giovane di diciannove anni strappato dal proprio Paese e buttato in mezzo al peggior carnaio mai visto.

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Alla brutalità della guerra e dei combattimenti aerei, Ennis contrappone la dolcezza e la bellezza del rapporto instauratosi fra i tre protagonisti, un modo per dire che la capacità degli esseri umani di unirsi in relazioni è il miglior antidoto contro i conflitti.

A completare il tutto ci pensano i potentissimi disegni, specialmente nelle poderose splash-page che ricorrono a più non posso, della già citata coppia di autori. Moderni e di alto impatto, senza per questo eccedere nella spettacolarità fine a sé stessa Martin e Burns fanno sfoggio della loro abilità per tutta la durata del racconto. Non stiamo certo parlando di due maestri assoluti, ma abbiamo comunque di fronte due bravi e talentuosi disegnatori.

Ancora più oscura, con ben pochi sprazzi per la felicità, è Gli imboscati del D-Day, per i disegni di John Higgins.

Quella degli imboscati del D-Day è una storia vera: lo sbarco in Normandia, con tutto il suo enorme dispiegamento di uomini e mezzi, e le successive battaglie per la liberazione della Francia e la successiva invasione della Germania, oscurarono l’altro fronte Alleato, ovvero l’Italia.

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Dopo l’invasione della Sicilia nel 1943, le forze americane e inglesi, più vari reparti provenienti da tutto il mondo, iniziarono una lenta risalita di tutta la penisola. Tuttavia, l’apertura del fronte francese rese secondario quello italiano e fra i ceti altolocati inglesi cominciò a circolare la diceria che i soldati di stanza in Italia si stessero godendo una sorta di passeggiata fra gli Appennini mentre ai loro colleghi in Francia toccavano le battaglie più dure.

Ovviamente non è vero nulla, tant’è che la campagna di Italia provocò un numero elevatissimo di vittime e le battaglie per la conquista di preziose roccaforti come Montecassino furono molto sanguinose.

In questo scenario si muove il giovane tenente Ross di un reggimento irlandese di stanza in Italia. A guidare la compagnia di Ross è il capitano Lovat, un uomo disilluso e ormai pronto alla morte, senza più fede o ideali che passa il suo tempo a sparacchiare contro un crocifisso.

Ennis cala l’asso con questa storia drammatica, ricca di dolore e povera di speranza, dove un pugno di uomini si trova a combattere un conflitto ignorato e talvolta deriso dall’opinione pubblica, un conflitto che per lo stesso alto comando è ormai considerato secondario, visto che quello francese rende più vicina e fattibile la conquista della Germania. Una macabra hit parade dei fronti vanificata dalla calata delle orde sovietiche su Berlino con tutto il loro odio e il loro desiderio di vendetta.

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A illustrare tutto, Higgins, l’uomo giusto al momento giusto. Coadiuvato da un sapiente uso dei colori, Higgins usa tutta la propria abilità ai pennelli per narrare il disagio e la disperazione di un gruppo di uomini lasciati lentamente a morire nell’indifferenza di chi li inviò su quelle terre lontane.

Due ottime storie, insomma, anche se forse ho una maggiore preferenza per la seconda, visto che del fronte italiano si è sempre parlato pochissimo.

Se proprio dovessi trovare un difetto a queste storie è che non esiste una vera e proprio storia in senso stretto, non c’è una trama principale, bensì le varie ambientazioni sono dei meri pretesti per approfondire alcuni aspetti legati alla Seconda Guerra Mondiale e a vari pistolotti sui conflitti fra gli esseri umani.

E a me questo va benissimo, sia messo agli atti, ma posso capire che a un pubblico più generalista ciò possa non piacere.

Detto ciò, non posso fare a meno di consigliarvi di acquistare questo nuovo volume di Garth Ennis – Storie di guerra edito da Saldapress. Fateci un pensierino.

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