La Potente Thor 1: Tuono nelle Vene – Recensione

La Potente Thor 1

Non è mai facile scrivere una recensione su di un personaggio se non lo si segue da vicino.

Non è mai semplice doversi focalizzare su un preciso arco narrativo quando una certa opera non è annoverata tra le tue letture preferite.

Esistono però degli autori che sono in grado di andare oltre i gusti personali riuscendo, con la loro capacità comunicativa, a toccare il cuore di ogni lettore, come nel caso di Jason Aaron.

Autore dall’indiscusso talento, Aaron ha saputo infondere nelle pagine di Thor un modo tutto suo di presentare il personaggio facendolo amare ai fan. Lo scrittore nato in Alabama ha rivoluzionato il Dio del Tuono, guadagnando il rispetto dei lettori e finendo per essere celebrato da tutti come vero e proprio deus ex machina delle vicende di Odinson.

Jason Aaron, però, con La Potente Thor, ha voluto fare qualcosa di più che scrivere una nuova e originale storia su Thor, su un dio fiero che brandisce un potente martello, cercando di infondere in essa un messaggio, un profondo significato.

Per quanto la trama non sia memorabile nel primo volume de La Potente Thor (che infatti a tratti pare scontata), Aaron dimostra una grande capacità, quella di distogliere l’attenzione del lettore dall’evoluzione della storia a favore della caratterizzazione dei personaggi, fiore all’occhiello di questo volume.

La Potente Thor Vol.1: Tuono nelle vene

La Potente Thor ha tutto: rapporti difficili, conflitti burrascosi, difficoltà insormontabili, problemi famigliari; non le manca davvero niente!

L’intera storia ruota sullo stato di indegno, argomento spinoso analizzato da più punti di vista, che ha fatto discutere non poco gli appassionati sostenitori di casa Asgard.

Indegno è Odinson che ha dimenticato i valori morali e con essi la possibilità di impugnare il Mjolnir.

Indegno è Odino per aver perso la saggezza di un re restando ancorato a vecchi pregiudizi che lo portano lontano da un mondo in continua evoluzione.

Indegno è Loki per sentirsi esule senza una famiglia che lo riconosca facendo di questo una delle sue ossessioni.

Indegni sono i Regni con il loro egoismo in grado di scatenare l’ennesima guerra mentre sono sempre piu’ orlo della decadenza.

Indegno è Malekit che persevera nella sua infinita ricerca del caos.

È indegna anche Jane Foster? Molti si sono soffermati, storcendo non poco il naso, sulle motivazioni che avrebbero permesso a Jane di brandire il mitico Mjolnir.

Usare la tematica del cancro come motivazione per renderla degna è davvero giusto? È davvero quello che tutti noi ci aspetteremmo da una run su Thor?

Beh, se volete la mia umile opinione, la domanda deve scavare molto più in profondità e sottolineare un ulteriore aspetto: Jane foster, a prescindere dalla malattia, è degna di brandire il martello?

La mia risposta è si, a mio avviso Jane Foster è un personaggio solido che dimostra l’indomita fierezza dei più valorosi guerrieri norreni.

La puoi piegare ma non si spezza e ad ogni difficoltà non indietreggia, cercando sempre di sostenere quel titanico compito della lotta nella lotta; perché Jane Foster è una vera è propria eroina che lotta su più fronti: la malattia, una guerra da fermare , lo stato di reietta, l’equilibrio di svariati mondi, il conto che il passato le presenta.

Jane rende umano Thor! Perché un dio non dovrebbe avere anche un lato emotivo?

Persino la madre di Odinson e Loki accetta e stima questa nuova rappresentazione del dio del tuono divenendone sostenitrice e rinnegando la freddezza che aveva fino ad allora caratterizzato il pantheon degli dei di Asgard.

Sul personaggio vi sono state non poche polemiche, e su come sia stato, a detta di molti, strumentalizzato in questa run. Persino il suo creatore, Stan Lee, ha cercato di sbarazzarsi di lei.

Tutto risale alle prime storie degli anni sessanta dove la nostra eroina venne sottoposta ad una serie di impossibili prove da parte di Odino, in contrasto col figlio innamorato della stessa Jane.

La futura Thor purtroppo fallì, non potendo di conseguenza unirsi al pantheon asgardiano e confermandosi indegna agli occhi del padre e di tutti.

Rispetto a ieri James Aaron non racconta di una donna debole imbrigliata in un ruolo riempitivo; non racconta di una donna malata che tenta solo di fuggire dal suo stato costrittivo.

La Potente Thor è la storia che narra della rinascita di quella donna che adesso si è emancipata e che è riuscita persino a piegare gli dei.

Nessuna strumentalizzazione quindi del personaggio ma, al contrario una storia dal forte impatto motivazionale com’è sempre stata tradizione in casa Marvel. Jane non è altro che la tradizione che si veste degli aspetti tipici del mondo in evoluzione.

Quindi, cosa si puo’ chiedere di piu’ ad un fumetto supereroistico?

Un altro aspetto degno di attenzione di questo primo volume, e assolutamente non secondario, è la potenza espressiva del comparto grafico affidato a  Russel Dauterman che non fa mai rimpiangere Esad Ribic.

Le colorazioni donano una naturalezza ed armonia al volume riuscendo a renderlo forte e delicato allo stesso tempo come la stessa protagonista: ne sono un chiaro esempio le pagine di apertura.

L’azione si presenta sempre fluida e comunicativa anche nelle svariate e complesse scene di combattimento.

Non ci si puo’ esimere dal dare quindi un giudizio pienamente positivo per quest’opera, restando in trepidante attesa per il prosieguo della saga che si concluderà con l’evento Marvel Legacy.