Il mistero della sigla di Lamù svelato: intervista agli artefici dell’impresa

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Torniamo con gioia a parlare del mistero della sigla di Lamù, arcano musical-culturale svelato definitivamente circa un mese fa.

L’impresa, perché è giusto che venga identificata in questo modo, è opera di un manipolo di eroi (definirli semplici appassionati sarebbe davvero riduttivo) che, con costanza e determinazione, sono riusciti a rendere giustizia a una delle sigle dei cartoni animati più celebri e amate dai fan.

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Intervista al “trio” che ha svelato il mistero della sigla di Lamù

Abbiamo avuto la fortuna di entrare in contatto con Giuseppe Intorre, uno dei membri di questo gruppo di impavidi “investigatori” il quale, in compartecipazione con Franco Amoroso e Miki Moz, ci ha concesso un’intervista nella quale abbiamo cercato di conoscere genesi, retroscena, curiosità e anche qualche dettaglio inedito su questa straordinaria “caccia al tesoro” che, dopo quasi 40 anni, ha finalmente svelato il mistero della sigla di Lamù.

Ciao Giuseppe e benvenuto su JustNerd. Alla luce degli ultimi aggiornamenti a cui ci siamo sopra riferiti, possiamo dunque dire che il mistero della sigla di Lamù è definitivamente risolto? Oppure c’è qualcos’altro che resta da scoprire?

Per prima cosa… Ciao a tutti! Mi chiamo Giuseppe Intorre, ed a giudicare dal fatto che una testata così prestigiosa come la vostra mi abbia concesso le sue attenzioni, penso di potermi presentare ai suoi lettori come uno dei tre
“risolutori” del fantomatico “mistero della sigla di Lamù!”

Ma che cos’è o, per meglio dire, cos’era questo “mistero della sigla di Lamù”? Da neofita della scena Nerd ho scoperto che, per motivi che inizialmente ho davvero avuto difficoltà a comprendere e che tuttora in parte mi sfuggono, per questa sigla in particolare c’è stata letteralmente per decenni una vera e propria operazione di ricostruzione cronologica, filologica e di spionaggio degna di un romanzo con Sherlock Holmes o Hercule Poirot… però scritto da qualche ghost writer di romanzi Harmony, visto che alla fine “l’assassino” (ovvero il cantante che per trent’anni ci ha deliziato con il suo indimenticabile “Sarà un amore strano questo qua…”) non è stato mai trovato… o almeno così è stato fino a pochi mesi fa!

Riguardo a quello che resta scoprire… prima di guardare avanti forse è meglio riassumere prima come siamo arrivati a svelare uno dei misteri più “giocosi” della storia della musica italiana!

Ecco, dunque, partiamo dal principio: come, è quando è iniziato tutto? Cosa è che vi ha spinto a imbarcarvi in questa impresa?

Nel mio caso è iniziato a circa 10 anni, ovvero quando mi sono innamorato dell’aliena dai capelli verdi e dalle cornine sulla testa! Da allora in ambito sentimentale ho fatto decisamente progressi (sono sposato ed ho due bimbi) ma Lamù mi è sempre rimasta un po’ nel cuore, e quando circa 25 anni dopo ho appreso dell’esistenza di questo mistero che la riguardava ne sono rimasto incuriosito.

Nel 2018 lessi un articolo di un blogger che ricostruiva in modo davvero impeccabile un possibile se non addirittura probabile scenario che definiva iter realizzativo e protagonisti di questa fantomatica sigla, e ricordo che mi misi in contatto con il suo autore per cercare di verificare quelle ipotesi.

Nel volgere di circa un anno, dove invero senza particolare continuità avevo seguito la vicenda, venne fuori che un utente della pagina Facebook de “Il Mistero della sigla di Lamù” era riuscito a trovare per la prima volta in trent’anni un addetto ai lavori (Noam Kaniel, non esattamente un carneade misconosciuto, insomma) che avesse confermato il suo coinvolgimento nella registrazione della sigla, e che per questa sua felice scoperta fu subito attaccato e subissato di critiche e insinuazioni sulla veridicità delle notizie che, de facto, si era limitato a riportare.

A quel punto lo contattai e mi offrii di affiancarlo nella gestione di queste informazioni e nella ricerca di una via per far sì che potessimo avvicinarci quanto più possibile alla risoluzione del mistero.

Quel blogger era Miki Moz, e quell’utente era Franco Amoroso, ovvero le due persone con le quali ho intrapreso questa avventura e senza le quali non avrei mai avuto il piacere di poter rispondere alle tue cortesi domande!

Siamo noi fan a dover ringraziare voi tre per tutto l’impegno profuso e, a tal proposito, c’è stato un momento in cui stavate perdendo le speranza e l’obiettivo, più che lontano e faticoso da raggiungere, sembrava inarrivabile?

Ti risponderò più sinceramente che posso. No, ma semplicemente perché non ce n’è stata l’occorrenza, visto che abbiamo trovato piena collaborazione da parte di tutti gli artisti e gli addetti ai lavori che abbiamo contattato in questi anni, quindi col senno di poi sbrogliare la matassa ci è sembrata una pratica piuttosto semplice.

Alla fine probabilmente, complice l’aver potuto agire in un ambito più circoscritto e aiutati dalla diffusione dei social che ci hanno permesso di raggiungere in modo sicuramente più agevole i vari “sospettati”, abbiamo solo fatto le domande giuste alle persone giuste, e mi piace pensare che, a differenza di alcuni nostri predecessori che si erano avventurati alla soluzione del mistero, le abbiamo fatte soprattutto nel modo giusto.

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A differenza di tante (se non tutte) le sigle dei cartoni animati, della paternità della sigla di Lamù si erano perse le tracce. Perché è successo? Quali cause o eventi hanno portato quasi a una sorta
di “oblio autoriale” di questa sigla, nonostante sia così famosa e riconoscibile?

Perché, a quanto pare, non esiste nessuna incisione su 45 giri? Eppure all’epoca tutte le sigle venivano pubblicate in questo iconico formato.

Quest’ultima domanda si collega perfettamente con la precedente, pertanto proverò a rispondere simultaneamente ad entrambe!

Uno dei motivi che hanno spinto letteralmente generazioni di appassionati a cimentarsi nella ricerca è stato proprio il fatto che la sigla di Lamù, a differenza di altre, non sia mai stata stampata su supporto fisico né distribuita
integralmente.

Di quante sigle magari meno famose ad esempio non si sa ancora chi sia stato il cantante o l’autore ma, in virtù della loro disponibilità discografica, non ci si è mai prodigati più di tanto nell’approfondire l’argomento?

Ad esempio (e credo che sia davvero il più pertinente possibile) posso citarti le due sigle di Ulisse 31, pubblicate su 45 giri nel 1982: da anni ormai viene dato per certo, senza indagare sulla cosa per oltre tre lustri o aprire 10.000 thread sull’argomento, che a cantarle sia stato proprio Ciro Dammicco, ma la conferma effettiva della cosa è arrivata soltanto con l’intervista che mi ha rilasciato pochi mesi fa!

Certo, a difesa della sigla di Lamù c’è da dire che in questo caso l’abbinamento fra la qualità e l’essere così fottutamente catchy della canzone e l’importanza e l’avvenenza della protagonista a cui sono dedicate le sue liriche hanno fornito al mistero una eco che sarebbe stata quasi impossibile da ignorare!

Ad ogni modo, volendo trovare una risposta al tuo quesito, ti rimando al famoso dossier aperto da Miki Moz nel 2018 sul suo blog fra le cui pagine scopriamo l’esistenza di una causa legale fra la Harmony Gold (che ha distribuito la serie animata in Italia attraverso la sua sussidiaria Film Associates of Rome) e la Saban Records (che dello stesso anime ha realizzato e avrebbe dovuto dare alle stampe la plurimenzionata sigla) e nel quale si arriva ad ipotizzare addirittura il coinvolgimento di un ex presidente del consiglio Italiano… ma è un ambito in cui onestamente ho preferito non concentrare troppe energie visto che questa per me è stata più una “investigazione” che un “legal thriller”!

Raccontateci come e quando c’è stata la svolta. Cosa avete provato nel momento in cui vi siete resi conto che tutti i tasselli di questo puzzle stavano per combaciare?

I momenti cruciali sono stati diversi…

Nell’ordine quando Franco ha contattato Noam e lo stesso si è prodigato di fornirci in diversi momenti (visto che Monsieur Kaniel è stato gentilissimo nel rispondere anche ad altre mie domande che gli ho posto successivamente) gli elementi che poi hanno definito la nostra indagine, a quando assieme al mio amico Fabio abbiamo scritto ed inviato la prima mail a Ciro Dammicco; fino ad giungere finalmente alla chiave di volta dell’intera indagine, ovvero allo scambio di messaggi Whatsapp ed alle chiacchierate che ci siamo fatti (e ancora ogni tanto ci facciamo!) con il Maestro e che poi sono diventate la base della sua intervista rivelatrice… fino a raggiungere molti altri addetti ai lavori che abbiamo intervistato in questi mesi e che ci hanno aiutato a delineare un quadro pressoché definitivo sull’intera vicenda che promettiamo di svelare nei mesi a venire…

Ma come ti ho preannunciato forse qualcosina a fine intervista potrei già iniziare a rivelartela…

Circa un anno fa, quando sulle pagine di JustNerd riportavamo che, finalmente, il mistero della sigla di Lamù sembrava essere stato svelato, restavate comunque molto cauti a riguardo. Cosa stavate aspettando di verificare? Qual era la prova finale che ancora non avevate?

Suppongo tu ti riferisca al vostro articolo dello scorso gennaio, ovvero di quando Franco contattò Noam Kaniel su Instagram ottenendo non solo conferma della sua partecipazione, ma anche la conferma che Shuki Levy fosse stato l’autore del brano e che quest’ultimo ricordasse che a cantare la sigla fosse stato Ciro Dammicco, che di lì a poco avrebbe confermato via mail…

Beh, vista l’importanza e la reputazione degli autori di queste dichiarazioni (che fra l’altro andavano sostanzialmente a confermare tutta una serie di ipotesi già venute fuori da anni di ricerche sull’argomento) credo che all’epoca ce ne fosse già abbastanza per dichiarare chiuso il fascicolo, cosa che fra l’altro i famosi subreddit Lostwave e TheMysteriousSong hanno già fatto a marzo 2020 (dandoci per primi anche i dovuti crediti come “risolutori”, cosa poi ha fatto anche la pagina Facebook “Il Mistero Della Sigla di Lamù” dedicandoci la bellissima copertina che sfoggiano attualmente).

Ma, come ti ho già accennato in precedenza, mentre tutta la parte sana della scena Nerd ha accolto con entusiasmo e simpatia la rivelazione, un’altra parte evidentemente legata al pensiero negazionista che tanto va di moda in quest’epoca balorda, ha ben pensato di esportarlo anche nel mondo delle sigle TV iniziando ad avanzare tutta una serie di ipotesi quanto più balzane e assurde possibili, dall’invenzione di account inesistenti alla falsificazione di stampe fino a giungere a definire “poco attendibili” le affermazioni di Kaniel, Levy e Dammicco in quanto troppo anziani per ricordare o opportunamente indottrinati, il tutto adducendo una “mancanza di prove scritte” manco stessimo parlando del processo di Martin Lutero dinanzi al Sacro Romano Impero!

Ora posso anche capire che magari a qualcuno possa aver dato fastidio che un paio di “regular” completamente alieni alla loro scena ed a al loro “giro” in un paio d’anni gli abbiano sottratto uno dei loro passatempi preferiti e uno degli argomenti principali su cui dispensare la loro “sapienza” dall’alto di chissà quale autodeterminata autorevolezza, ma poco ci è mancato (o forse ci siamo arrivati ma me lo sono perso) che noi tre fossimo considerati degli emissari degli Elohim o dei poteri forti!

Insomma, deliri da noia a parte, credo che con l’intervista rilasciata un paio di mesi fa dal Maestro Dammicco (che dell’intera vicenda non ne sapeva nulla fino alla mail che gli mandai l’anno scorso e che prima della nostra telefonata non era mai stato interpellato pubblicamente a riguardo) la vicenda possa considerarsi felicemente conclusa al di là di ogni ragionevole dubbio.

Diamo dunque merito a tutti coloro che hanno permesso di risolvere il mistero della sigla di Lamù: facciamo tutti i nomi, se è possibile ovviamente.

ça va sans dire che i nomi imprescindibili sono quelli del mio compadre Franco Amoroso e il mio “Virgilio del mondo Nerd” Miki Moz, ovvero i miei “soci” in questa finora fortunata “caccia al tesoro”!

Non posso dimenticare Wally Rainbow, che è stato il primo ad ipotizzare un coinvolgimento di Noam Kaniel in questa vicenda e Fabio Pancaldi, che è stato colui che per primo ha “stanato” Ciro Dammicco trovando nei meandri del web l’indirizzo mail del suo studio di produzioni cinematografiche in Polonia e che ha scritto assieme a me l’e-mail con cui facemmo finalmente luce sulla vicenda.

Inoltre voglio ringraziare Fabio Gianello, che fra gli amministratori della pagina de “Il Mistero della sigla di Lamù” è stato colui che ci ha concesso maggiore spazio, supporto e considerazione.

In ordine sparso, ringrazio anche Raffaele Federico, Marina Russo, Donald Cirioni, Sacha Savastano, Carlo Battista Corona, Tiziano Caliendo, Fabio Cassella, Cà Jervo, Tommaso Consortini, Belinda Barth e, last but not least, voi amici di JustNerd per aver sempre riferito tutti gli sviluppi di questa divertente vicenda sul vostro imprescindibile canale!

Sappiamo che avete un’ultima novità da condividere con tutti noi. Di cosa si tratta?

In seguito ad una ricerca che abbiamo effettuato in seguito ad alcune dichiarazioni di Noam Kaniel ed incrociando i credits di tutti i dischi usciti per la Saban fra il 1981 ed il 1983 abbiamo circoscritto i nomi dei musicisti che avrebbero preso parte alle sessioni di registrazione della sigla, e siamo riusciti alla fine a contattare un quarto addetto ai lavori coinvolto nella registrazione della sigla, scovando non solo il nome di chi ha suonato synth e tastiere, ma che ha addirittura curato l’arrangiamento della sigla di Lamù!

Il suo nome è Steve Rucker, che oltre ad aver ovviamente collaborato alle produzioni Saban di quegli anni (ha lavorato anche su “Esteban e le Misteriose Città D’Oro” e su… tada! “Ulisse 31”) è ancora oggi un compositore di primissimo livello avendo collaborato con la Disney per le musiche delle colonne sonore di “Coco” e del quinto film del franchise dei Pirati dei Caraibi “La Vendetta di Salazar”!

Come tutti i grandi artisti con cui ho avuto l’onore di relazionarmi in questa divertente ricerca anche lui si è contraddistinto per la gentilezza e l’umiltà tipica dei Grandi, e ad una mia e-mail in cui gli domandavo, inoltrandogli un link con la sigla, riguardo un suo possibile coinvolgimento nella registrazione della sigla (più altre informazioni che potrete dedurre dalla sua risposta) mi ha risposto a breve giro di posta con il messaggio che vi riporto testualmente: “Sì, ora che me la fai ascoltare mi ricordo di questa registrazione! In quel periodo lo studio Sound Connection era una vera e propria fabbrica musicale. Per quella sessione Shuki scrisse 2 o 3 canzoni mentre io scrissi l’arrangiamento per i musicisti oltre a suonare il piano e il sintetizzatore (il suono di concertina che senti in questa canzone). Durante quel periodo abbiamo registrato dozzine di sigle e tanta altra musica per l’animazione. È stato molto divertente e alcune delle registrazioni, come questa, sono uscite abbastanza bene. Sfortunatamente, è tutto pre-digitale e non ho una copia della musica. Grazie per le belle parole riguardo la musica. Saluti, Steve”.

franco amoroso giuseppe intorre miki moz il mistero della sigla di lamu

Ringraziandovi per tutto il lavoro svolto, per la passione che ci avete messo e per l’immenso regalo che avete fatto a tutti i fan dei cartoni animati anni ’80, chiudiamo questa chiacchierata mettendo i puntini sulle “i” e compilando la carta d’identità definitiva a questa sigla: facciamo i nomi di autori e interpreti.

In base alle dichiarazioni raccolte dagli addetti ai lavori e dagli artisti interpellati nel corso di questi anni possiamo finalmente attribuire alla “sigla di Lamù” i suoi crediti corretti! Certo, manca ancora il titolo (se mai ne ha avuto uno…) ed il poter permettere finalmente a tutti di ascoltare una registrazione integrale della canzone, ma se penso a dove eravamo un paio d’anni fa e dove siamo riusciti ad arrivare oggi non posso escludere che, un giorno, anche queste due lacune saranno finalmente colmate! 🙂 Un abbraccio a tutti da parte mia, di Franco e Miki!

Sigla di Lamù – Credits

  • Voce solista: Ciro Dammicco
  • Seconda voce: Noam Kaniel
  • Musiche: Shuki Levy & Haim Saban
  • Testo: Alberto Testa
  • Arrangiamenti, Tastiere e Synth: Steve Rucker
  • Basso: Steve Marston
  • Fonico: Ryan Ulyate
  • Registrato al Sound Connection Studios di Los Angeles, California, 1982

A questo punto non ci resta che rinnovare il nostro immenso grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la risoluzione del mistero della sigla di Lamù e goderci, ancora nuovamente, questa sigla, questa volta in maniera davvero “completa”.

Ricordiamo, inoltre, che il manga originale di Lamù (Urusei Yatsura) è edito in Italia da Edizioni Star Comics che ha febbraio ha pubblicato il 17esimo e ultimo numero della nuova edizione dell’opera di Rumiko Takahashi.